Innamorato fisso
Come funziona la macellazione illegale del bestiame nella bassa del Po
L'operazione clandestina ruota tutta attorno a un anziano macellaio che fa il lavoro sporco, anche se poi finisce sempre per farsi male da solo
La macellazione del bestiame senza avvertire le autorità sanitarie è molto diffusa nella bassa del Po dell'Adda, del Ticino, del Lambro, del Tidone e Tidoncello. Si chiama un anziano macellaio (che poi dice di lui esserlo stato). Nessuno ha mai visto la sua bottega. Lui sostiene di averla avuta a Milano zona Barone. Inutile verificare. Meglio lasciarlo fare. Dove trovi un altro che rischia. Anche perché lui macella: bovini, ovini, suini, conigli, anatre, galline. Pavoni e pavoncelle. E dispiace dirlo, anche equini.
Come fa? Gli spara diversi colpi, a seconda della mole delle bestie da macellare. Usa un fucile a doppia canna. A volte gli esplode in mano. Si ferisce, va all'ospedale e dice: “Sono caduto in giardino intanto che raccoglievo le prugne". I sanitari mettono nel referto per la questura: “Possibile incidente con arma da fuoco, anche perché il ferito dice che raccoglieva prugne. Ma non è stagione”. Nonostante questo il macellaio se lo chiami viene ancora con un altro fucile uguale. Mi diceva uno che lo conosce che su dieci macellazioni due gli scoppia il fucile. Va a farsi medicare e alla domanda: “Come si è procurato questa ferita?”. Lui: “Stavo guardando un telefilm in tv, il protagonista saltava da un tetto all'altro. Ho provato anch'io dal tetto della porcilaia al fienile, ma sono precipitato. Per fortuna che il tetto della porcilaia è altro un metro e il fienile che dista un metro è alto quindici". “Ma come faceva a saltare sul tetto con tale dislivello porcile-fienile?”. “Ho visto una pertice”. Anche qui relazione dei sanitari: “Il paziente è mendace, forse regolamento di contri tra bande che si contendono la piazza di Milano per ciulare i Rolex a chi esce dal Milton.