innamorato fisso
La volta che abbiamo girato "Il mostro dell'obitorio" nella mia struttura (si fa per dire)
In alcune scene abbiamo usato salme esposte, senza chiedere il permesso ai parenti. Ho pensato: “Sarà difficile che vedranno la pellicola, viene distribuita solo nei cinema dell’Ungheria”. Invece alcuni hanno fatto causa
Stavo leggendo la poesia “Riduzione in schiavitù” di un anonimo esquimese. Suona il telefono: “Pronto, può passarmi la Monica?”. Io: “Sì! Un attimo!”. Poco dopo: “Qui non c’è nessuna Monica. Ci sono solo io”. “Allora, cosa mi dice di aspettare un attimo”. Io: “Si consideri querelato!”. Io: “Ma non esagerare con le minacce, testa di rapa”. Lui: “Sì! Ha ragione! Lasciamo tutto così”. Io: “Sì! Lasciamo tutto così…”. Lui: “Metto già il telefono!”. Io: “No! Aspetti, è brutto lasciarci così. Quando passa davanti all’obitorio venga dentro, tiriamo su una bottiglia di quello buono”. Lui: “Caspita! Vengo subito!”. Io: “Bene! Preparo i calici per un brindisi mai visto”.
A proposito, il famoso film “Il mostro dell’obitorio” è stato girato nella mia struttura. Dico mia, anche se l’obitorio è del comune. In alcune scene abbiamo usato salme esposte, senza chiedere il permesso ai parenti. Ho pensato: “Sarà difficile che vedranno la pellicola, viene distribuita solo nei cinema dell’Ungheria”. Invece alcuni parenti sono venuti a conoscenza della cosa. Hanno fatto causa sia al comune che alla casa di produzione del film. Il sindaco ha detto: “Quando hanno girato quel capolavoro, non ero ancora sindaco. Ho interpellato gli impiegati (allora in servizio), anche loro non erano a conoscenza dell’uso improprio. Interpellato, ho detto: “Non so niente! Chiedete al mio collega”.