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innamorato fisso

Perché l'orfanotrofio militare di Pistoia era sempre stracolmo

Maurizio Milani

Tutti i distretti militari d'Italia, alla visita di leva obbligatoria segnalavano i ragazzi più belli e che facevano innamorare. Li spedivano tutti nella città toscana. Inutile ricordare le scene di isteria delle ragazze, quando arrivava il pullman delle reclute

L’orfanotrofio militare di Pistoia è stato il più importante del Ventesimo secolo. I militari che prestarono servizio nella ridente città mettevano in stato interessante ragazze (diplomate) della zona. Poi di solito scappavano all’estero. Erano irreperibili. Le autorità governative visto il numero di ragazze madri, aprirono un orfanotrofio militare, rimasto l’unico fino al 1989. Venivano anche da altre parti. Per legge tutti dovevano diventare cantanti lirici, i maschi… le femmine cantanti di musica country. Chi si rifiutava, non succedeva niente. Per cui alla maggiore età, andavano per fatti loro. Chi operaio alla Breda, chi operaio alla Magneti Marelli ecc.

P.s La triste vicenda della caserma di Pistoia è andata avanti per questo: tutti i distretti militari d'Italia, alla visita di leva obbligatoria segnalavano i ragazzi più belli e che facevano innamorare. Li spedivano tutti nella città toscana. Inutile ricordare le scene di isteria delle ragazze, quando arrivava il pullman delle reclute. Scendevano dei giovani: alti, mori poi fotomodelli… Subito chiedevano: “Stasera quando sei in libera uscita ci vediamo a mangiare il castagnaccio?”. Il ragazzo spaesato diceva sì. Anche se la signorina era brutta. Finito il C.A.R i ragazzi più belli del mondo venivano mandati in varie caserme dello stato. In queste città succedeva meno tale fenomeno. Essendo solo 5-6 su duemila soldati i bellissimi. Tanti scrivevano alle amate a Pistoia, tanti davano la destinazione falsa. La donna innamorata non cedeva e andava dal colonnello di Pistoia. “Mi dice dove è stato destinato il GianPino Martino?”. Il colonnello: “Ma se eravate fidanzati, perché lei  non sa dove lo si è sbattuto?”. Lei: “Mi ha detto Imperia; ma è un bugiardo”. Lui: “Un attimo che controllo i registri!”.

Dopo: “Signorina! Il suo vitello come uomo è falso”. Lei: “Lo amo per quello, anzi no! Perché è bello! E bacia male”. Colonnello: “Ma il segreto d'ufficio…”.

Lei: “Mi ammazzo”. Colonnello: “Nooo! Per aiutarla le dico che lo si è destinato a una città con la torre pendente, ma non è Pisa”. Lei: “Varese?”. Colonnello: “ Sì!”. Lei: “Corro per il primo treno Pistoia- Rotterdam”

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  • Maurizio Milani
  • Nato a Milano il 20 maggio 1961. Vero nome: Carlo Barcellesi. Diplomato terza media presso Camera del Lavoro di Milano nel 1985, corso serale a numero chiuso. Dopo il militare lavora come sguattero in un hotel. Nel 1987 arriva ultimo a “Riso in Italy”, concorso importante a Roma per giovani. Fa ricorso e vince. Ha uno sfratto ma non riconosce la sentenza. Collabora con il Foglio dal 1986 grazie al direttore Giuliano Ferrara. E' fidanzato con Monica.