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innamorato fisso

La devastante epopea dei divorziati sull'isola dell'obitorio

Maurizio Milani

Il laghetto dell'obitorio contiene un isolotto che è una vergogna. Ci vive una comunità di uomini divorziati, hanno costruito delle baracche con legname proveniente dai bancali dell'ortomercato. Ecco come tirano a campare

Il laghetto dell'obitorio fa impressione. Ha forma di uomo anziano (sui 75). Anche dalla stazione orbitale gli astronauti quando ci passano sopra dicono: “Va che bello! E' il laghetto dell'obitorio di Milano. Sembra un cane”. E' logico che guardando tale vergogna da prospettive diverse, ti vengono in mente varie figure: uomo anziano, cane, volpe, uomo bellissimo, autovelox. In mezzo al laghetto (ma nemmeno tanto) c'è un isolotto. Usato come letamaio fino al 1820. Oggi è sede di camping, sia bungalow che roulotte.  Sono fisse. Nessuno ha mai capito come hanno fatto a collocarle lì. Il camping è sempre pieno. Sia di coppie di pederasti che di altre coppiette. Una notte nel bungalow costa 35 euro. Puoi venir spaventato all'improvviso da versi mai sentiti. Il bello è questo, la gente viene per quello. Sempre su quel brutto isolone c'è un'osteria. Il gestore vive lì da quando era bambino. Piange spesso per niente avendo 51 anni. Li compie oggi. L'osteria (medaglia d'oro al valore civile) è sempre aperta. Qualcuno sostiene che i versacci provengono da lì, anzi è lo stesso oste che li fa (giustamente). Li sento anche io nel mio ufficio obitoriale. 

Sempre sull'isola vive una comunità di uomini divorziati. Avendo il giudice stabilito che la casa coniugale rimane alla moglie. Gli sfrattati hanno costruito delle baracche sull'isola, con legname proveniente dai bancali dell'ortomercato che puzzano di frutta marcia. Ma ancora buona, anzi marcia è più buona. Qualcuno si impicca, ma non penso per essere stato lasciato dalla moglie. Piuttosto per essere stato rifiutato da qualche commessa dei negozi in zona docce comunali. Le commesse della zona ortomercato, hanno il vizio in pausa di andare a far la doccia nelle docce pubbliche. Essendo bellissime fanno perdere il lume della ragione ai divorziati. Infatti tanti si ammazzano per loro, che per me è una finta per indurle a innamorarsi.  Deduco questo in quanto di tutti questi impiccati o che si sbattono giù dall'oleodotto che passa sopra il lago, nemmeno uno passa da me all'obitorio. Per cui è tutta una finta. Ma per amore non esistono regole, valgono anche le bugie. Anzi sono quelle più apprezzate. L'oleodotto ieri si è rotto. Per cui l'isola doveva essere sgomberata. Gli abitanti hanno detto: “Stiamo qui lo stesso, tanto l'olio è andato in acqua. Per noi non cambia niente”. E tornano a letto. Sì perché la caratteristica degli occupanti dell'isola è di stare a letto tutto il giorno, compreso l'oste. Che però lascia l'osteria aperta.

Ieri una delegazione del Wto è andata sull'isola per vedere se è artificiale o no. Risultato: la delegazione, quindici tra donne e uomini, non sono più tornati. Spariti. Il Wto ha mandato un’ulteriore spedizione per verificare (altri cinquanta tra impiegati e funzionari del World trade org.). Ne è tornato solo uno. Ma dallo spavento è rimasto muto. In pratica si ha a che fare con uno scemo totale. Infatti è subito stato messo in un collegio che ospita gente che è andata in balla e non capisce più niente. Interrogato dagli inquirenti, risponde con mugugni e gestacci che le hanno provocato una denuncia. Poi stralciata. Il soggetto oggi lo possiamo vedere tra via Washington e corso Vercelli chiedere la carità. Che nessuno gli fa. Anzi si rivolgono a lui per dirgli: “Lazzarone vai a lavorare, anche a caricare le balle di fieno che vanno in Puglia”. Lui ormai non reagisce più tanto che è stato ridotto in catene e venduto al mercato di schiavi (che c'è).

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  • Maurizio Milani
  • Nato a Milano il 20 maggio 1961. Vero nome: Carlo Barcellesi. Diplomato terza media presso Camera del Lavoro di Milano nel 1985, corso serale a numero chiuso. Dopo il militare lavora come sguattero in un hotel. Nel 1987 arriva ultimo a “Riso in Italy”, concorso importante a Roma per giovani. Fa ricorso e vince. Ha uno sfratto ma non riconosce la sentenza. Collabora con il Foglio dal 1986 grazie al direttore Giuliano Ferrara. E' fidanzato con Monica.