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innamorato fisso

Dura la vita del mungitore che non trovava la morosa

Maurizio Milani

Come ragazzo sapevo di mucca. Infatti le ragazze mi dicevano: “Sei di stalla! Non farai il mungitore?”. Io: “No! Sono veterinario...”. Però poi scoprivano e mi lasciavano. La donna negli anni 80 non voleva venir a vivere in cascina

Vita (completa) di un mungitore. Finito il militare, sono andato a lavorare in una cascina a due kilometri da casa. Reparto mungitura. Avevo 280 vacche (mucche) da mungere. L'impianto era un Alfa Laval a giostra. Nessuno aveva una stalla così meccanizzata. Nemmeno nelle campagne di Bristol, Arizona. Mungevo alle 3 di mattina; finivo alle 5:30. Tornavo alle 15 per la mungitura bis. Intervallo tra una vergogna e l'altra dodici ore. Sabato e Domenica anche. Con il padrone una volta si è provato a spingere di più. Una mungitura ogni otto ore. Quindi un turno di lavoro in più. Sono passato da guadagnare 4 milioni (lire) al mese, a 6,5. Sempre lavorando tutti i giorni. Festivi anche. Abbiamo smesso con la terza spremitura di mammelle, quando una vacca è collassata. Troppa ossitocina. Era diventata una povera scema. Poi la qualità del latte era diminuita da far paura. In pratica tiravamo fuori acqua bianca con zero proteine.

Come mungitore, avevo la casa assegnata dentro la cascina, un orto, due litri di latte al giorno, pollame, uova e salami. Tutto gratis. Riscaldamento e utenze comprese. In pratica lo stipendio era pulito. Il problema è che non trovavi la morosa. Come ragazzo sapevo di mucca. Infatti le ragazze mi dicevano: “ Sei di stalla! Non farai il mungitore?” Io: “No! Sono veterinario...”. Però poi scoprivano e mi lasciavano. La donna negli anni 80 non voleva venir a vivere in cascina. Voleva sfilare sulle passerelle del Prêt-à-porter; o fare la hostess per la Lufthansa. Comunque alle 2:30 di notte (tutte le notti) lasciavo il night per andare a mungere. Tornavo alle 5:40. Il night chiudeva alle 6:30. Offrivo champagne alle ballerine. Uscivo e andavo a letto. Avevo un B.M.W 520 diesel. Facevo apposta nelle sale da ballo a farmi vedere con mazzette da centomila lire. Mi vantavo; pagavo da bere. Ma nessuna ragazza si fidanzava. Motivo? Già detto. Ero mungitore. 

Quando la stalla si è allargata passando a 1500 mucche da mungere, c'era bisogno di un altro mungitore. Non si trovava nessuno. Anche pagandolo 7800 milioni al mese più due mesi doppi. Al minimo cenno di un moroso alla sua dama: “Avrei pensato, forse, di andare a lavorare in cascina... si prende bene...” lei: “Mungitore?” lui: “Sì! Cosa ne pensi?” lei: “Ti lascio!” lui: “No amore, rinuncio!” lei: “Ti lascio lo stesso!” lui: “Motivo?” lei: “Solo averlo pensato, mi hai offeso!” lui: “Ma sono a casa! Non faccio niente...” lei: “Ti preferisco un carcere all'isola di Pianosa! Anche ai miei viene un colpo se sanno che sono fidanzata con un mungitore” lui: “Vado lo stesso!” lei: “Scegli! O me o la mungitura!” lui: “la mungitura!” Lei si alza dal tavolo del night club Amazzonia e va via, a piedi. Lui la raggiunge per accompagnarla a casa, ma ha appena chiamato un suo vecchio spasimante, che guida il camion dell'autospurgo. Arriva subito a prenderla. Lei si fidanza con lui. L'aspirante mungitore, va a Linate e prende il primo volo utile Milano – Trapani. Qui trova il vero amore. Figlia di un agrumeto, va a lavorare nella masseria di lei. Sono felici. La scema di prima rimane zitella. Il tipo degli autospurghi stufo di viaggiare con il camion è andato a mungere.

Fine del racconto: il mungitore. Anzi va avanti ancora...oppure no?  Insomma oggi le cose sono cambiate. Le stalle sono diminuite. Si preferisce fare monocoltura. Prima, il foraggio serviva per le mucche. Non essendoci più bovi, il raccolto viene venduto al fondo Blackrock. Le poche stalle che mungono impiegano manodopera straniera. Le case gratis più uova, formaggi, latte e leprotti ci sono sempre. Il salario però è molto molto più basso dei mitici anni 80. Per quel che mi riguarda sono andato in pensione oggi. Dopo dieci anni di mungitore ho fatto domanda per essere riammesso nell'esercito. Domanda accettata. Ho svolto servizio a Chieti, Campobasso, Imperia, Catanzaro. Mi sono congedato con il grado di serpente maggiore. Oggi devo dare indietro la divisa. Ma forse la tengo. Ti viene addebitata. Ma è un bellissimo ricordo.  Il primo anno di servizio ero alla tenuta di S. Rossore di pertinenza del Quirinale. Distaccato come militare addetto alla stalla. In pratica un mungitore con le stellette. Ma c'erano solo cinque mucche. Mungevo a mano in pochi minuti. Il latte lo bevevo tutto io e mio zio.

Ma questo bellissimo racconto non è finito. Anche perché a casa in pensione mi stufo. Ho telefonato alla vecchia cascina per andare a mungere in nero. Proposta accolta senza esitazione dall'allevatore. Oggi ho 71 anni. Vado in pensione proprio il giorno del mio compleanno... che poi all'anagrafe si sono sbagliati e hanno messo una data non giusta. Almeno così mi ha detto mio zio...che però dice un sacco di balle...una su tutte: dice che ha giocato nella Pro Vercelli quando la squadra ha vinto diversi scudetti. Sono andato a vedere su Google. In effetti è vero. Era in panchina, ogni tanto entrava. Decisivo. Il gol dell'ultimo scudetto l'ha fatto lui. Venne prima annullato, poi convalidato. Non si è mai capito perché. L'arbitro di quella storica partita fu radiato. Curiosità vuole che in seguito lo sposò la figlia del presidente della Pro Vercelli.

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  • Maurizio Milani
  • Nato a Milano il 20 maggio 1961. Vero nome: Carlo Barcellesi. Diplomato terza media presso Camera del Lavoro di Milano nel 1985, corso serale a numero chiuso. Dopo il militare lavora come sguattero in un hotel. Nel 1987 arriva ultimo a “Riso in Italy”, concorso importante a Roma per giovani. Fa ricorso e vince. Ha uno sfratto ma non riconosce la sentenza. Collabora con il Foglio dal 1986 grazie al direttore Giuliano Ferrara. E' fidanzato con Monica.