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innamorato fisso

Storia della Giovanna, barista dell'obitorio in calze a rete

Maurizio Milani

Dovrebbe essere vestita di nero per pubblico contegno. Invece mette la minigonna nera di pelle e fa innamorare anche chi aveva detto “basta con le donne ho chiuso, troppo complicate”

Tutti gli obitori devono essere provvisti di piano bar. Il bar è vicino al cesso. Questo perché fino al 1991 l’accesso a tali strutture era consentito solo alle seguenti categorie: obitoristi, fioristi, addetti alle pompe funebri, impiegati dell’ufficio del comune del settore anagrafe (no bovina). Con il tempo viste le lamentele del barista, “faccio poco incasso…”, si è dovuto decidere che il bar dell’obitorio è aperto a tutti. Anche ai passanti, insomma un bar normale.

La barista è la Giovanna, dovrebbe essere vestita di nero per pubblico contegno. Ma il regolamento dell’obitorio risale agli anni 20 ed è ormai fuori dal comune senso civico. Infatti la Giovanna mette la minigonna nera di pelle e le calze a rete. Infatti fa innamorare anche chi aveva detto “basta con le donne ho chiuso, troppo complicate”. Riceve molto oro in forma di cavigliere, anelli, bracciali, orecchini, collane e diverse gemme, smeraldi di solito. Ha un fratello che viene sempre al bar a bere l’aperitivo con la sua fidanzata… che alla Giovanna non piace. In pratica la struttura obitoriale con le pertinenze annesse: bar, sala da tè, piano bar, cessi, camera per esposizione, dovrebbe essere diretta da me come obitorista di quarto livello, in pratica si fa tutto quello che dice la Giovanna. Il marito della Giovanna è un ladro latitante da diversi anni. Gli sono amico su Facebook, dalle foto che posta sta sull’isola di Ponza. La Giovanna dice invece che è a Cadice. Località che sento per la prima volta, ma alla Giovanna non ho detto “dov’è?” per non fare figure.

La Giovanna piange molto e i parenti della salma sono molto contenti che lei si commuova anche se non sono scemi, sanno che piange così che bevono più amaro Comune di Melfi, l’unico liquore in vendita. Esclusiva per Milano. Nessun bar in città ha l’amaro Comune di Melfi, ne fanno solo 16.500 bottiglie. Le mandano metà al bar dell’obitorio di Milano e metà lo bevono loro. E fanno bene. Non so quanto paga il nostro comune per l’amaro della città di Melfi, penso 1,50 euro a bottiglione. La Giovanna beve, dispiace dirlo, non solo l’amaro di Melfi ma anche Ferro China Bisleri. Poi piange che non ha il ragazzo, ma il fidanzato invece c’è, è l’obitorista. Cioè sono io. Però sul lavoro non ci baciamo, fuori sì. Di solito al parco Due Cammelli, già parco Ravizza. Non so perché il sindaco gli ha cambiato nome. 

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  • Maurizio Milani
  • Nato a Milano il 20 maggio 1961. Vero nome: Carlo Barcellesi. Diplomato terza media presso Camera del Lavoro di Milano nel 1985, corso serale a numero chiuso. Dopo il militare lavora come sguattero in un hotel. Nel 1987 arriva ultimo a “Riso in Italy”, concorso importante a Roma per giovani. Fa ricorso e vince. Ha uno sfratto ma non riconosce la sentenza. Collabora con il Foglio dal 1986 grazie al direttore Giuliano Ferrara. E' fidanzato con Monica.