L'inchiesta del Foglio sul calciatore nordcoreano in Italia finisce in Parlamento
La violazione delle sanzioni. Da una parte, si profila una violazione delle sanzioni internazionali imposte contro la Corea del nord da parte della società sportiva che acquista calciatori nordcoreani. A seguito delle ripetute provocazioni di Pyongyang, infatti, la comunità internazionale ha adottato delle misure per limitare le transazioni finanziarie che indirettamente contribuiscono al programma nucleare del regime di Kim Jong-un. Se la Fiorentina avesse pagato una somma al Chobyong, la squadra di provenienza di Choe, avrebbe violato le sanzioni. Secondo alcune fonti del Foglio il Chobyong è una squadra legata all’Esercito nordcoreano.
I diritti umani. Le testimonianze pubblicate in varii studi dal governo sudcoreano e le informazioni raccolte dal Foglio dimostrano che i diritti umani dei cittadini nordcoreani che lavorano all’estero sono limitati. Choe, pur lavorando per il mondo calcistico, non è un’eccezione. Per evitare che i nordcoreani all’estero chiedano asilo oppure chiedano il passaporto sudcoreano, vengono loro confiscati i documenti d’identità. Inoltre vengono limitati i rapporti con l’ambiente esterno (compreso l’accesso a internet). Qualunque norcoreano che si trovi all’estero viene accompagnato da un minder, un supervisore, che controlla i movimenti del sorvegliato. Spesso le famiglie rimaste in Corea del nord sono oggetto di minacce nel caso in cui si manifesti la volontà, da parte del famigliare che si trovi all’estero, di scappare.
“In Italia ospitiamo consolati e ambasciate di paesi che sono accusati di violare i diritti umani”, dice al Foglio Lia Quartapelle, “l’Eritrea, per esempio, così come la Corea del nord. E’ importante che il governo sollevi la questione dei diritti umani in tutte le occasioni possibili, nei bilaterali e negli incontri con i rappresentanti di questi paesi”. Perché il caso dei giocatori nordcoreani è finito all’attenzione del Parlamento? “Nei casi in cui la violazione dei diritti umani avviene sul territorio nazionale, è giusto segnalarla al governo. Queste persone in Italia, sul nostro territorio, devono essere libere di godere di tutti i diritti. Non capisco come delle società sportive italiane possano autorizzare certi tipi di comportamento o di richieste da parte dei paesi di provenienza”.
Il Foglio sportivo - in corpore sano