Il gol di Tevez in Juventus-Milan è una questione di linee

Pierluigi Pardo

Ci sono metereologi con due lauree e geometri con la bacheca piena. Entrambi esternano, eccome. Il tweet avvelenato del Milan e la risposta ruvidissima della Juve raccontano una clamorosa crisi di rapporti tra le due ex alleate.

Ci sono metereologi con due lauree e geometri con la bacheca piena. Entrambi esternano, eccome. Il tweet avvelenato del Milan e la risposta ruvidissima della Juve raccontano una clamorosa crisi di rapporti tra le due ex alleate.

Dal gol di Muntari (e dall’elezione di Tavecchio) tutto è cambiato. #lelineediGalliani e #rivalutaconlaprospettiva sono gli hashtag che si sfidano sui social a colpi d’ironia. Il Milan in campo lancia qualche segnale di vita ma alla fine non sai se sia un’aggravante o una scusante. Perché perdere nettamente senza aver demeritato racconta bene la distanza siderale tra le duellanti. La Juve infatti non ha bisogno della migliore prestazione di Pirlo, Pogba e Vidal. Le basta la forza tranquilla di Tevez, Marchisio, Morata e Buffon (che nel momento chiave inchioda Pazzini) e la spinta del suo stadio.

 

La Roma in Sardegna resiste ai colpi del maestrale, vince nel giorno più difficile e spera che il peggio sia passato. La vittoria del Napoli sa di conferma, quella dell’Inter ha invece il profumo di una rivoluzione comunque ancora tutta da scrivere. Brozovic (Ajeje?) ha un cognome che piacerebbe ad Aldo, Giovanni e Giacomo. Santon e Shaquiri danno velocità e qualità. E’ la squadra figlia del mercato di gennaio che a Mazzarri, probabilmente, non avrebbero mai fatto. Icardi stravince la sfida con Dybala. Ne fa due e rimane muto, senza festeggiare. Il suo rapporto antagonistico con tutto il mondo non risparmia nemmeno i propri tifosi dopo il finale caldo di Reggio sette giorni prima. I gol (e i tatuaggi) però sono il suo forte. Intanto nei derby di fuori trionfano l’Atletico, il Tottenham e la noia a Liverpool, dove l’Everton disegna uno stemma speciale per Hillsborough. Novantasei ferite incancellabili, anche per chi ha l’anima blues. Semplice, umano, bellissimo.

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