Segreti e misteri

Giulia Pompili

Un’altra azienda attaccata dai goffi hacker nordcoreani? I migranti asiatici lo fanno bene.

    A proposito di libertà d’espressione. Dopo lo scioglimento del Partito progressista unificato deciso dalla Corte costituzionale di Seul per via della sua vicinanza con la Corea del nord, continuano le purghe sudcoreane che la presidente Park Geun-hye chiama “leggi anti Corea del nord”. Qualche giorno fa una donna di origini americane, Shin Eun-mi, è stata espulsa per ordine del ministero della Giustizia dopo aver parlato bene di Kim Jong-un in alcuni comizi.

     

    A proposito di liberta d’espressione / 2. La nuova contestatissima legge sul segreto di stato in Giappone, che impone pene severe per il leaker, è entrata in vigore un mese fa (riguarda dipendenti privati del governo ma anche i giornalisti). La scorsa settimana il governo ha indicato 382 segreti che vanno sotto la nuova legge. Il maggior numero dei segreti di stato riguarda il ministero della Difesa giapponese.

     

    Cybervintage. Dopo l’attacco informatico alla Sony Picture e tutto ciò che ne è seguito (“The interview” è uno dei film più scaricati della storia, Barack Obama ha messo nuove sanzioni contro Pyongyang) abbiamo letto di tutto sullo squadrone militare che si occupa di informatica al servizio di Kim Jong-un. Un’agenzia di sicurezza informatica privata e indipendente ha scoperto un altro – goffo – tentativo di Pyongyang di ottenere informazioni dai computer altrui. Il sito inglese della Kcna, l’agenzia di stampa ufficiale, diffonderebbe ai suoi visitatori un malware (una specie di infezione informatica) travestito da un aggiornamento piuttosto vintage (FlashPlayer del 2012). La Moneyhorse Games, un’azienda americana di videogiochi, aveva annunciato in pompa magna una raccolta di fondi per produrre un nuovo gioco, “Il Leader glorioso”. Peccato che giorni fa abbia dovuto annullare l’uscita – prevista per l’8 gennaio – perché i server dell’azienda sono stati violati da hacker. I Guardiani della pace hanno colpito ancora?

     

    Amici mai. Kim Jong-un, invitato personalmente dal presidente Vladimir Putin, parteciperà alle celebrazioni a Mosca per il settantesimo anniversario della vittoria sui nazisti nella Seconda guerra mondiale. Sarebbe il primo viaggio all’estero del paffuto leader. Intanto secondo il giornale sudcoreano JoongAng Ilbo, riportato da Zachary Keck su National Interest, Pyongyang avrebbe chiesto alla Russia di vendergli qualche caccia Su-35, i predatori del cielo russi (tranquilli, è possibile che l’accordo non si faccia).

     

    Andate in ferie! Secondo il ministero del Lavoro di Tokyo, nel 2013 gli impiegati giapponesi hanno utilizzato meno della metà dei giorni di ferie che spettavano loro. Nella cultura giapponese si vive infatti con un sentimento di colpa nel prendersi dei giorni di vacanza dal lavoro, uno dei motivi per cui il fenomeno del karoshi, la morte per troppo lavoro, è un’emergenza sociale. Il governo di Shinzo Abe, con una nuova legge, sta cercando di portare i giorni di ferie goduti al 70 per cento. Nel frattempo Abe, però, non dà il buon esempio: durante la Golden week, la settimana di festa che si celebra all’inizio della primavera, il primo ministro andrà in America a incontrare Obama.

     

    Charlie Hebdo in Asia. Dopo i consigli di Jean-Marie Le Pen al Giappone (non cambiate le vostre restrittive leggi sull’immigrazione e solo così eviterete l’islamizzazione) abbiamo chiesto l’opinione di Shabbir Cheema, senior fellow dell’East-West center e direttore del progetto Asia-Pacific Governance and Democracy: “C’è già una grande quantità di flusso di migranti tra i paesi asiatici, ma la migrazione asiatica all’interno della regione non ha colpito la pace e la sicurezza interna. Giappone, Malesia e Corea hanno un numero crescente di migranti – per lo più migranti per ragioni economiche in cerca di opportunità. Questi migranti sono diversi da quelli che emigrano verso l’Europa. Tutti i paesi asiatici condividono alcuni “valori asiatici” – il rispetto per l’autorità, una minore attenzione per l’individualismo, secoli di flussi migratori e di scambi culturali ecc. Sono quindi in grado di integrarsi più rapidamente nel paese ospitante. Le cause del radicalismo in alcuni paesi asiatici sono in gran parte interne – malgoverno, l’alienazione dei cittadini, la mancanza di istruzione, la povertà, le divisioni politiche. Il controllo del flusso di persone tra i paesi non è una soluzione in questa economicamente vivace regione del mondo”.

     

    La questione cinese. Pechino ha deciso di vietare il burqa nei luoghi pubblici della capitale dello Xinjiang, Urumqi. Un modo, secondo l’agenzia di stampa Xinhua, “per frenare il crescente estremismo” nella regione: “Il burqa non è un indumento tradizionale degli uiguri”, la popolazione di origine turca di religione musulmana che abita lo Xinjiang. Circa 13,4 milioni dei suoi quasi 22 milioni di abitanti sono musulmani, secondo il censimento del 2010.

     

    In missione per conto di Dio. Papa Francesco ha iniziato ieri il suo secondo viaggio in Asia. Questa volta andrà in Sri Lanka e nelle Filippine. A Colombo, la storica capitale singalese (quella legislativa è Sri Jayewardenepura Kotte), Bergoglio è stato accolto dal nuovo presidente Maithripala Sirisena, che ha promesso al Papa di avviare una commissione d’inchiesta sulle violazioni dei diritti umani durante la guerra civile in Sri Lanka, durata dal 1983 al 2009, e sugli atti terroristici delle Tigri tamil. Il gruppo secessionista d’ispirazione socialista è stato uno dei più sanguinosi della storia dell’Asia.

    • Giulia Pompili
    • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.