Così la Var nasconde l'inadeguatezza degli arbitri italiani
Il caso di Luca Pairetto di Nichelino, che ha diretto Napoli-Sassuolo, per capire cosa non funziona nella formazione dei nostri fischietti
Se c’è una cosa che il Var ha fatto, e sulla quale non può esserci dubbio alcuno, è l’aver coperto per sempre gli orrori di arbitri inadeguati che – per le incredibili vie della fede – si sono ritrovati a fischiare in serie A. Per puro caso domenica mi è capitato di guardare qualche minuto di Napoli-Sassuolo, gara diretta da Luca Pairetto di Nichelino. All’inizio non avevo capito chi fosse, vedevo solo un ragazzo agitato, perennemente arrabbiato, con il volto trasfigurato. Incedeva con passo marziale, neanche fosse sulla Piazza Rossa prima di un discorso di Leonid Breznev. Azioni concitate, squadre lunghe ed ecco che l’arbitro fischia un calcio di rigore per gli emiliani. Soliti capannelli, proteste furibonde dei napoletani. Per fortuna non c’era Caressa a comunicare novità regolamentari che solo lui sa (l’aveva abbondantemente fatto il giorno prima, riuscendo perfino a disturbare la noiosa visione di Milan-Juventus). Pairetto però era sicurissimo. Sembrava un giudice del panel di Norimberga. Poi la regia, forse mossa da sincera pietà, ha mandato in onda un replay del fatto. Il fallo era abbondantemente fuori area, come peraltro s’era intuito a occhio nudo. L’errore è marchiano, all’arbitro non sarebbe servita nessuna moviola per decidere in modo corretto. Il Var interviene, Pairetto fa il gesto dello schermo (che non va a guardare) e decide che è punizione dal limite. Orrore risparmiato e tutti contenti, dai telecronisti al designatore Rizzoli che – bontà sua – nel Var vede solo un “problema di tempistiche”. Nessuno che si interroghi sull’errore fatto e sulla qualità di chi arbitra in serie A. Salvo poi rimanere sorpresi se l’Italia propone come nuovo arbitro internazionale il signor Doveri di Roma, di anni 41. La Spagna fa dirigere Barça-Real a ragazzi di neanche trent’anni.
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