L'obbrobrio arbitrale di Valencia-Barcellona
Ma quale Var! Per non perdersi il gol di Messi sarebbe bastato semplicemente adottare la Goal line technology
In confronto all’obbrobrio arbitrale di Valencia-Barcellona, il celeberrimo gol-di-Muntari (la rete segnata dal Milan nello scontro decisivo per lo scudetto del 2012 contro la Juventus incredibilmente non vista dall’assistente Romagnoli) era robetta per verginelle incoscienti. E’ capitato domenica sera: Messi segna, il pallone tocca terra, supera abbondantemente la linea ma nessuno se ne accorge. O meglio, non se ne accorge il signor Iglesias Villanueva, l’arbitro, e con lui l’assistente. Subito, i turiferari italici – oltre naturalmente a parlare di “scandalo” – hanno detto e scritto che se ci fosse stato il Var, l’errore sarebbe stato corretto subito. Cari signori, ma quale Var! Sarebbe bastato semplicemente adottare la Goal line technology, il sistema che stabilisce se il pallone supera o no la linea. In modo oggettivo, freddo, senza tante scemenze e scenette, senza che gli arbitri mimino con le mani un televisore, correndo fino allo schermo per riguardarsi l’immagine. Salvo poi dare rigori che in un primo momento non avrebbero dato e che tanto oggettivi non sembrano essere (Lazio-Fiorentina, arbitro Massa, di domenica pomeriggio, per esempio). Ma gli spagnoli, che fanno i fighetti e pensano di essere sempre un passo avanti agli altri solo perché hanno i milioni di Real e Barça, non vogliono la tecnologia. Né quella moviolistica e populista (il Var, che purtroppo arriverà il prossimo anno) né quella minima, sobria ed essenziale (la goal line). E ora si lamentano, piangono, parlano di furti e diffondono la cultura del sospetto. Considerato il livello del loro arbitrame – la punta di diamante è rappresentata dal señor Antonio Mateu Lahoz, che abbiamo apprezzato (si fa per dire) in Italia-Svezia – qualche aiuto sarebbe assai necessario.
Il Foglio sportivo - in corpore sano