Il Var secondo Caressa
Il telecronista ha fatto sapere che “un fuorigioco di due centimetri al Var manco lo guardano”. E allora il Var a cosa servirebbe?
Dicono gli ottimisti perenni che sì, è vero che il Var ha qualche problemino, ma che tutto è risolvibile. Magari la prossima stagione, quando si affineranno le tecnologie, gli arbitri saranno più rodati e il mondo sarà migliore. Sarà. Intanto succede che il Var, cioè il moviolone che dovrebbe evitare topiche, convalida un gol (decisivo) in Cagliari-Milan (l’1-2), quando Kalinic era in evidente fuorigioco. Bastava guardare la riga tirata da Sky. E così in Atalanta-Napoli, dove Mertens segna pur essendo in fuorigioco. Fabio Caressa, purtroppo telecronista del match dell’ora di pranzo e noto dispensatore di regolamenti arbitrali che non esistono e campione nel ricostruire casistiche che non s’odono neppure agli esami orali per diventare arbitro di calcio, ha fatto sapere che “un fuorigioco di due centimetri al Var manco lo guardano”. Pardon la question: e allora il Var a cosa servirebbe, di grazia? E’ come dire che se il pallone supera la linea di porta di un niente, allora si può discutere se sia goal o meno. Follia allo stato puro che non fa altro che dare fiato (e pure ragione) ai piangina come Gasperini – il redivivo Mazzarri non ci ha ancora deliziato con le sue teorie cospirative –, che infatti subito s’è attaccato all’errore arbitrale per imprecare contro il mondo che sfavorirebbe le sue squadre (lo dice da quindici anni). E per fortuna che ciò accade in un campionato come quello italiano dove gli arbitri sono capaci e aggiornati. Pensate ora, per un momento soltanto, che agli imminenti Mondiali in Russia con ogni probabilità ci sarà il Var, e che a valutare saranno arbitri abituati a calcare campi delle Isole Mauritius, di Trinidad & Tobago o di Vanuatu. Per fortuna saremo solo spettatori disinteressati.
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