La versione spartana del Var
Mentre in Italia i dubbi aumentano di domenica in domenica, in Grecia il moviolone è umano, grazie al presidente pistolero dell'Paok di Salonicco
Gli inglesi, siccome sono inglesi e quindi dotati d’un certo aplomb, hanno semplicemente detto che loro il Var non lo vorrebbero sperimentare in Premier, almeno per un altro anno. Il campionato è bello così, la gente paga e guarda le partite anche con gli arbitri palmipedi dotati di tre-quattro rotoli adiposi periombelicali. Fa parte dello show, gli errori ci stanno e insomma non è il caso di lagnarsi troppo. In Grecia – dove però gli arbitri sono magri e corrono piuttosto bene – la pensano in modo diverso e il Var – inteso come momento di riflessione per cambiare idea su una particolare azione di giuoco – è più spartano: un tizio entra in campo con pistola alla cintola, scortato da nerborute guardie del corpo, va dall’arbitro e gli dice grossomodo “o cambi idea o sai quel che ti può capitare”. E’ accaduto domenica, quando il povero fischietto Georgios Kaminis ha pensato bene – sciagurato lui – di annullare un gol al Paok di Salonicco nella sfida contro l’Aek di Atene. A quel punto, il presidente del Paok, un oligarca russo in buona forma fisica, è entrato in campo con scorta e pistola, suggerendo all’arbitro di tornare sui suoi passi. Poi il presidente è scappato e la polizia greca lo sta ancora cercando. Il terrorizzato Kaminis, ascoltato il suggerimento del Var umano, dopo tre ore di ripensamenti ha detto che in effetti quel gol non andava annullato. In Italia ai presidenti pistoleri non ci siamo ancora arrivati, ma sul Var inteso qui come moviolone i dubbi aumentano ogni domenica che passa. Perfino Marcello Nicchi, capo supremo degli arbitri nostrani, ha detto che non sa se il prossimo anno le cose resteranno così, anche perché “intanto cerchiamo di capire come migliorarlo”. Va bene tutto, basta che non ci ripropongano gli inutili omini piegati a novanta dietro le porte.
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