Marcello Nicchi (foto LaPresse)

Il capo degli arbitri ricorda ad Agnelli il gol di Muntari

Quarantino Fox

Nicchi si scaglia contro le lamentele di Buffon e del presidente della Juventus 

A Marcello Nicchi non è andato giù il colpo di mano del Coni che ha deciso di privare gli arbitri del diritto di voto in Consiglio federale. Quel due per cento sbandierato per anni come una conquista, come una prova di serietà, come la certificazione che i fischietti sono “la parte migliore” del sistema e “l’unica che funziona”, adesso andrà con ogni probabilità alla Lega di A. E il presidentissimo non ci sta, sbotta via radio e profetizza – e un po’ minaccia – una “nuova Calciopoli” se il giochetto dovesse andare in porto. “Mettere le mani sugli arbitri significa che ognuno dice la sua nelle designazioni e nel modo di arbitrare. Calciopoli è nata proprio perché c’era gente che metteva bocca in cose che non gli competevano”. Apre alla possibilità di uno sciopero che coinvolga l’intera categoria – “Se qualcuno la domenica non dovesse trovare l’arbitro non si deve sorprendere. Sto cercando di evitarlo, ma le sezioni non ce la fanno più” –, quindi si scaglia contro il duo Buffon&Agnelli, a cominciare dal primo, il capitano uscente della Nazionale: “A certi livelli bisogna stare attenti a cosa si dice perché ci sono i ragazzi che ascoltano”. Sul secondo, che come si sa è perplesso sull’uso del Var in serie A mentre lo vuole per la Champions, è ancor più tranchant: “Agnelli non si ricorda dell’episodio di Muntari? Se all’epoca di Muntari ci fosse stato il Var, quell’errore non ci sarebbe stato”. Ma anche se il Var fosse impiegato nelle competizioni europee, il presidente juventino avrebbe dovuto mettersi il cuore in pace, visto che mai un arbitro avrebbe potuto utilizzarlo per cambiare idea sul rigore assegnato al 93’ al Real Madrid. E non solo perché il rigore era netto e indiscutibile, ma anche perché il protocollo non prevede di correggere decisioni prese dall’arbitro piazzato a un metro dall’azione.