La svolta centrista di Grillo che vuole scaricare Farage
La rassegna della stampa internazionale sui principali fatti che riguardano da vicino il nostro paese. Oggi articoli di Monde, Pais, Mundo, Guardian, Abc
Beppe Grillo vuole che il Movimento 5 stelle cambi gruppo al Parlamento europeo
Parigi, 9 gen - (Agenzia Nova) - Beppe Grillo, il fondatore del Movimento 5 stelle (M5s), vuole separarsi dal gruppo euroscettico del quale il suo movimento fa parte al Parlamento europeo accanto ai britannici dell’Ukip, partigiani della Brexit, per avvicinarsi invece ai liberali: lo riporta tra gli altri il quotidiano francese "Le Monde", sempre attento a ciò che accade all'assemblea di Strasburgo; il quale nota come, dopo aver rivendicato da anni la tenuta di un referendum in Italia per abbandonare l’euro, ora Grillo intende dunque unirsi al gruppo Alleanza dei liberali e dei democratici per l’Europa (Alde) che, al contrario, difende la moneta unica ed è a favore dell’integrazione europea. "Restare membri dell’Efdd (il gruppo Europa delle libertà e della democrazia diretta) significherebbe affrontare i prossimi due anni e mezzo senza un obbiettivo politico comune" ha scritto Grillo ieri domenica 8 gennaio nel suo blog. "I recenti sviluppi europei, come la Brexit, ci portano a ripensare la natura di quel gruppo", spiega il "garante" e fondatore della formazione politica italiana conosciuta proprio per le sue posizioni anti-euro: "Con lo straordinario successo del ’leave’, l’Ukip ha raggiunto il suo principale obiettivo politico, e cioè uscire dall’Unione Europea". L'Ukip di Nigel Farage perciò lascerà il Parlamento europeo quando il Regno Unito uscirà dall'Ue: ed allora il M5s si ritroverà isolato, avverte Grillo; il quale dice di aver anche pensato di unirsi al gruppo dei Verdi, ma questi hanno rifiutato il "dialogo". La sua proposta sarà votata su internet dagli iscritti al movimento fino a mezzogiorno di oggi lunedì 9 gennaio. Diversi esponenti politici in Italia hanno manifestato stupore per quella che viene considerata una svolta da parte del M5s: "Incredibile voltafaccia europeista di Grillo!" ha commentato Matteo Salvini, il leader della Lega nord, un movimento anti-immigrazione ed anti-euro che fino al 2014 aveva atto parte anch'esso del gruppo Efdd: "Per avere un pò più di potere a Bruxelles i Cinqe stelle abbandonano il gruppo euroscettico per entrare invece nell’Alde, il gruppo più favorevole all’Europa dell’euro, delle banche, delle lobby e dell’immigrazione" accusa Salvini.
Continua a leggere l'articolo del Monde
M5S: Grillo convoca il referendum online per scaricare Farage
Madrid, 9 gen - (Agenzia Nova) - Beppe Grillo "considera finita l'alleanza con l'Ukip di Nigel Farage" e si prepara a stringerne una con la Alleanza dei liberali e democratici per l'Europa (Alde). Il quotidiano "El Mundo" si occupa del referendum online convocato dal leader del Movimento 5 Stelle per ovviare alla prossima uscita dei deputati di Farrage dal gruppo al parlamento europeo. Grillo presenta alcune scelte caldeggiando quella per l'Alde, gruppo - sottolinea la testata -, dove trovano spazio anche i centristi di Ciudadans, il partito catalano che garantisce l'appoggio esterno al governo spagnolo dei popolari di Mariano Rajoy.
Continua a leggere l'articolo del Mundo
Grillo esorta i Cinque stelle a votare la separazione da Farage
Londra, 9 gen - (Agenzia Nova) - Beppe Grillo, fondatore del Movimento 5 stelle, riferiscono i quotidiani britannici "The Guardian", "The Times" e "The Telegraph", ha chiesto agli iscritti di votare sull'uscita dal gruppo parlamentare Europa della libertà e della democrazia diretta, copresieduto da Nigel Farage, ex leader dell'Ukip, il Partito per l'indipendenza del Regno Unito. Grillo ha spiegato che le due forze politiche non hanno più obiettivi comuni, visto che l'Ukip ha vinto la sua battaglia referendaria sulla Brexit e che nella prossima legislatura non ci saranno eurodeputati britannici. "The Guardian", inoltre, si sofferma sul cambiamento di atteggiamento del leader M5s riguardo alla Russia: nel 2006 sosteneva che il paese fosse "una democrazia basata sull'esportazione di gas e petrolio", senza la quale sarebbe "la vecchia dittatura di un tempo"; oggi fa parte di un club in crescita di simpatizzanti occidentali del Cremlino. Sul settimanale "The Sunday Times", infine, un'intervista a Virginia Raggi, sindaca M5s di Roma: "Abbiamo ereditato una città devastata", afferma la prima cittadina della capitale italiana, i cui abitanti hanno perso fiducia e in cui "anche solo tentare di cambiare le cose è percepito come impossibile". Per quanto riguarda la situazione nazionale, dopo il recente referendum costituzionale, dichiara: "Il popolo ha mandato un messaggio chiaro, rafforzato da una grande affluenza, che è tempo di ricostruire il paese. La nostra rivoluzione non si fermerà".
Continua a leggere l'articolo del Guardian
Grillo predica povertà dal paradiso di Malindi
Madrid, 9 gen - (Agenzia Nova) - "La povertà era bella per gli altri, deve aver pensato Grillo, perché lui passava le vacanze in un lussuoso complesso alberghiero di Malindi e brindava all'anno nuovo nelle acque cristalline dell'oceano Indiano". Lo scrive il quotidiano "Abc" riassumendo la polemica nata con la pubblicazione delle foto di Grillo ospite di Flavio Briatore. L'articolo segnala che tutte le ultime sortite del leader a 5 stelle - il controdiscorso di fine anno, la creazione di tribunali popolari contro le bugia sui media - sarebbero state fatte da questo "paradiso".
Continua a leggere l'articolo di Abc
Anche la Fiat risponde alle minacce di Trump
Madrid, 9 gen - (Agenzia Nova) - "Il messaggio di Donald Trump è arrivato forte e chiaro a Detroit". Così il quotidiano spagnolo "El Pais" presenta ai lettori la decisione del gruppo Fiat-Chrysler di investire un miliardo di dollari in Ohio e Michigan, creando circa duemila posti di lavoro. Una scelta che matura "neanche una settimana dopo le minacce fatte dal presidente eletto a General Motors e Toyota" di imporre dazi per contenere la delocalizzazione. Il quotidiano economico "Expansion" rileva che la decisione è parte di un "piano di modernizzazione annunciato un anno fa" e che permetterà al gruppo di "mettere una delle sue fabbriche in condizioni di produrre uno dei modelli che attualmente si costruiscono in Messico". Anche se il gruppo non precisa se la linea di produzione in Messico verrà azzerata o affiancata.
Beppe Grillo vuole che il Movimento 5 stelle cambi gruppo al Parlamento europeo
Parigi, 9 gen - (Agenzia Nova) - Beppe Grillo, il fondatore del Movimento 5 stelle (M5s), vuole separarsi dal gruppo euroscettico del quale il suo movimento fa parte al Parlamento europeo accanto ai britannici dell’Ukip, partigiani della Brexit, per avvicinarsi invece ai liberali: lo riporta tra gli altri il quotidiano francese "Le Monde", sempre attento a ciò che accade all'assemblea di Strasburgo; il quale nota come, dopo aver rivendicato da anni la tenuta di un referendum in Italia per abbandonare l’euro, ora Grillo intende dunque unirsi al gruppo Alleanza dei liberali e dei democratici per l’Europa (Alde) che, al contrario, difende la moneta unica ed è a favore dell’integrazione europea. "Restare membri dell’Efdd (il gruppo Europa delle libertà e della democrazia diretta) significherebbe affrontare i prossimi due anni e mezzo senza un obbiettivo politico comune" ha scritto Grillo ieri domenica 8 gennaio nel suo blog. "I recenti sviluppi europei, come la Brexit, ci portano a ripensare la natura di quel gruppo", spiega il "garante" e fondatore della formazione politica italiana conosciuta proprio per le sue posizioni anti-euro: "Con lo straordinario successo del ’leave’, l’Ukip ha raggiunto il suo principale obiettivo politico, e cioè uscire dall’Unione Europea". L'Ukip di Nigel Farage perciò lascerà il Parlamento europeo quando il Regno Unito uscirà dall'Ue: ed allora il M5s si ritroverà isolato, avverte Grillo; il quale dice di aver anche pensato di unirsi al gruppo dei Verdi, ma questi hanno rifiutato il "dialogo". La sua proposta sarà votata su internet dagli iscritti al movimento fino a mezzogiorno di oggi lunedì 9 gennaio. Diversi esponenti politici in Italia hanno manifestato stupore per quella che viene considerata una svolta da parte del M5s: "Incredibile voltafaccia europeista di Grillo!" ha commentato Matteo Salvini, il leader della Lega nord, un movimento anti-immigrazione ed anti-euro che fino al 2014 aveva atto parte anch'esso del gruppo Efdd: "Per avere un pò più di potere a Bruxelles i Cinqe stelle abbandonano il gruppo euroscettico per entrare invece nell’Alde, il gruppo più favorevole all’Europa dell’euro, delle banche, delle lobby e dell’immigrazione" accusa Salvini.
Continua a leggere l'articolo del Monde
M5S: Grillo convoca il referendum online per scaricare Farage
Madrid, 9 gen - (Agenzia Nova) - Beppe Grillo "considera finita l'alleanza con l'Ukip di Nigel Farage" e si prepara a stringerne una con la Alleanza dei liberali e democratici per l'Europa (Alde). Il quotidiano "El Mundo" si occupa del referendum online convocato dal leader del Movimento 5 Stelle per ovviare alla prossima uscita dei deputati di Farrage dal gruppo al parlamento europeo. Grillo presenta alcune scelte caldeggiando quella per l'Alde, gruppo - sottolinea la testata -, dove trovano spazio anche i centristi di Ciudadans, il partito catalano che garantisce l'appoggio esterno al governo spagnolo dei popolari di Mariano Rajoy.
Continua a leggere l'articolo del Mundo
Grillo esorta i Cinque stelle a votare la separazione da Farage
Londra, 9 gen - (Agenzia Nova) - Beppe Grillo, fondatore del Movimento 5 stelle, riferiscono i quotidiani britannici "The Guardian", "The Times" e "The Telegraph", ha chiesto agli iscritti di votare sull'uscita dal gruppo parlamentare Europa della libertà e della democrazia diretta, copresieduto da Nigel Farage, ex leader dell'Ukip, il Partito per l'indipendenza del Regno Unito. Grillo ha spiegato che le due forze politiche non hanno più obiettivi comuni, visto che l'Ukip ha vinto la sua battaglia referendaria sulla Brexit e che nella prossima legislatura non ci saranno eurodeputati britannici. "The Guardian", inoltre, si sofferma sul cambiamento di atteggiamento del leader M5s riguardo alla Russia: nel 2006 sosteneva che il paese fosse "una democrazia basata sull'esportazione di gas e petrolio", senza la quale sarebbe "la vecchia dittatura di un tempo"; oggi fa parte di un club in crescita di simpatizzanti occidentali del Cremlino. Sul settimanale "The Sunday Times", infine, un'intervista a Virginia Raggi, sindaca M5s di Roma: "Abbiamo ereditato una città devastata", afferma la prima cittadina della capitale italiana, i cui abitanti hanno perso fiducia e in cui "anche solo tentare di cambiare le cose è percepito come impossibile". Per quanto riguarda la situazione nazionale, dopo il recente referendum costituzionale, dichiara: "Il popolo ha mandato un messaggio chiaro, rafforzato da una grande affluenza, che è tempo di ricostruire il paese. La nostra rivoluzione non si fermerà".
Continua a leggere l'articolo del Guardian
Grillo predica povertà dal paradiso di Malindi
Madrid, 9 gen - (Agenzia Nova) - "La povertà era bella per gli altri, deve aver pensato Grillo, perché lui passava le vacanze in un lussuoso complesso alberghiero di Malindi e brindava all'anno nuovo nelle acque cristalline dell'oceano Indiano". Lo scrive il quotidiano "Abc" riassumendo la polemica nata con la pubblicazione delle foto di Grillo ospite di Flavio Briatore. L'articolo segnala che tutte le ultime sortite del leader a 5 stelle - il controdiscorso di fine anno, la creazione di tribunali popolari contro le bugia sui media - sarebbero state fatte da questo "paradiso".
Continua a leggere l'articolo di Abc
Anche la Fiat risponde alle minacce di Trump
Madrid, 9 gen - (Agenzia Nova) - "Il messaggio di Donald Trump è arrivato forte e chiaro a Detroit". Così il quotidiano spagnolo "El Pais" presenta ai lettori la decisione del gruppo Fiat-Chrysler di investire un miliardo di dollari in Ohio e Michigan, creando circa duemila posti di lavoro. Una scelta che matura "neanche una settimana dopo le minacce fatte dal presidente eletto a General Motors e Toyota" di imporre dazi per contenere la delocalizzazione. Il quotidiano economico "Expansion" rileva che la decisione è parte di un "piano di modernizzazione annunciato un anno fa" e che permetterà al gruppo di "mettere una delle sue fabbriche in condizioni di produrre uno dei modelli che attualmente si costruiscono in Messico". Anche se il gruppo non precisa se la linea di produzione in Messico verrà azzerata o affiancata.
Continua a leggere l'articolo del Pais
Panorama internazionale
Manuel Valls (foto LaPresse)
Berlino teme attacchi di hacker russi
Berlino, 9 gen - (Agenzia Nova) - Cresce tra le autorità tedesche la preoccupazione in merito alla possibile intromissione di hacker russi nei processi democratici del paese. Il capogruppo parlamentare dell’Spd, Thomas Oppermann, ha dichiarato alla “Sueddeutsche Zeitung”: “Gli attacchi mirati di hacker e la propaganda dall’estero saranno una grande sfida per la campagna elettorale tedesca”. Il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz (Spd), candidato per la prossima tornata politica, ha rivolto accuse dirette alla Russia, e ha definito l’influenza di questa sulle elezioni negli Stati Uniti come “preoccupante”. La Cia, l’Fbi e la Nsa hanno dichiarato che hacker russi hanno contribuito a screditare il candidato democratico Hillary Clinton durante la campagna elettorale prima delle elezioni presidenziali Usa dello scorso novembre. Durante il fine settimana, l’Ufficio federale per protezione della Costituzione (BfV) ha confermato di aver scoperto un attacco informatico ai computer dell’organizzazione per sicurezza e cooperazione in Europa (Osce) nel dicembre 2016. Secondo il Presidente della BfV, Hans-Georg Maassen, gli indizi punterebbero ancora una volta alla Russia. “La nostra analisi ha rivelato che la struttura dell’attacco è la stessa di quella campagna di attacchi informatici denominati Apt28 (Advanced Persistent Threat) che hanno colpito il Bundestag durante il penultimo anno”, ha dichiarato Maassen alla “Dpa”. Un portavoce del ministero degli Esteri ha definito l’incidente "molto serio”, ma la Russia ha respinto ogni addebito. Oppermann ha esortato gli operatori dei social media, come Facebook e Twitter, a evitare la diffusione di notizie e informazioni false che istigano all’odio sociale, auspicando che vengano "cancellati entro 24 ore al più tardi”.
Continua a leggere l'articolo del Sueddeutsche Zeitung
Francia, primarie della sinistra: Manuel Valls è dato perdente contro Arnaud Montebourg
Parigi, 9 gen - (Agenzia Nova) - Gli ultimi sondaggi sull'esito delle primarie della sinistra sono un serio avvertimento per l'ex primo ministro Manuel Valls: lo scrive oggi lunedì 9 gennaio il quotidiano conservatore "Le Figaro", riferendo i risultati della rilevazione condotta per suo conto dalla società Kantar Sofres OnePoint. In base a questo sondaggio, dunque, Valls è ancora in testa in vista del primo turno, il 22 gennaio prossimo, delle primarie organizzate dal Partito socialista (Ps) e dai suoi alleati; ma verrebbe battuto dall'ex ministro dell'Economia Arnaud Montebourg, esponente dell'ala sinistra del Ps, al secondo turno da cui il 29 gennaio uscirà il campione che l'attuale maggioranza governativa presenterà alle elezioni presidenziali del mese di aprile. Secondo la rilevazione in questione, al primo turno delle primarie Valls raccoglierebbe il 36 per cento dei voti contro il 23 per cento di Montebourg ed il 21 per cento dell'ex ministro dell'Istruzione Benoît Hamon; ma al secondo turno avrebbe solo il 47 per cento, nettamente battuto appunto da Montebourg che invece otterrebbe il 53 per cento. Per Montebourg il sondaggio è un'ottima notizia: il difensore del "made in France" infatti starebbe mantenendo un certo vantaggio sul rivale Hamon, anche lui esponente dell'ala sinistra del Ps, nonostante la dinamica favorevole a quest'ultimo registrata recentemente. Tutto dipenderà, sostiene la società Kantar Sofres OnePoint, dalla partecipazione popolare alle primarie socialiste: in caso di un'alta affluenza ad essere avvantaggiato sarà Valls, il candidato appoggiato dai vertici del partito e, anche se tiepidamente, dal presidente in carica Francois Hollande che ha rinunciato a presentarsi a causa del bassissimo tasso di popolarità di cui gode nel paese. In caso di bassa affluenza alle primarie, al contrario, a prevalere saranno i militanti di sinistra, che invece preferiscono Montebourg; la forchetta delle previsioni va dai 2,6 milioni di votanti nell'ipotesi più ottimistica ad appena un milione e 300 mila nel caso di un insuccesso delle primarie. Aldilà del risultato finale, è proprio un fiasco della partecipazione alle primarie quello che i vertici del Ps temono più di tutto: prudentemente ora evocano l'obbiettivo di coinvolgere da un milione e mezzo a due milioni di persone; ma sono consapevoli dei rischi indotti dalle storiche divisioni che affliggono il partito e sperano nel traino dei tre dibattiti televisivi che si terranno nelle prossime settimane tra i sette candidati rimasti in lizza.
Continua a leggere l'articolo del Figaro
Regno Unito: May accenna all'uscita dal mercato unico lasciando la Scozia ai margini
Londra, 9 gen - (Agenzia Nova) - In evidenza sulla stampa britannica l'intervista rilasciata dalla premier del Regno Unito, Theresa May, al canale televisivo di informazione Sky News, la prima dell'anno, a sei mesi dal suo insediamento. La leader di Downing Street, in riferimento alle parole dell'ex ambasciatore presso l'Unione Europea Ivan Rogers, ha negato che il governo abbia le idee "confuse" sulla Brexit e ha accennato all'uscita dal mercato unico: "Non saremo più un paese membro dell'Ue. Potremo avere il controllo delle nostre frontiere, il controllo delle nostre leggi". Tuttavia, ha aggiunto di non escludere di poter mantenere un accesso al mercato europeo senza tariffe, nell'interesse anche del resto dell'Ue. La prospettiva di una Brexit "dura" acuisce i problemi tra Londra e la Scozia: Nicola Sturgeon, leader dell'esecutivo di Edimburgo e del Partito nazionale scozzese, ha ribadito che l'ipotesi di un secondo referendum sull'indipendenza non è un bluff. Dalle pagine dei commenti si segnalano un articolo dell'ex leader liberaldemocratico Nick Clegg, sul "Financial Times", che esorta la premier a mettere il paese al primo posto e a resistere alle pressioni dell'ala suo Partito conservatore più intransigente contro le soluzioni di compromesso, e uno, su "The Guardian", di Jason Langrish, direttore esecutivo del Canada Europe Roundtable for Business, che ha lavorato all'accordo commerciale Ceta, sulla complessità dell'imminente negoziato con Bruxelles, sottovalutata da Londra.
Continua a leggere l'articolo del Financial Times
La "rivincita" della Spagna nell'Unione europea: ora tocca a noi
Madrid, 9 gen - (Agenzia Nova) - Il Regno Unito se ne va, due motori dell'Unione europea - Francia e Italia - arrancano e le elezioni di settembre allungano sulla Germania una qualche "incertezza". "In questa situazione la Spagna ha l'obbligo di fare un passo avanti, e lo sta facendo". In una lunga lunga intervista concessa al quotidiano "El Pais", il ministro degli Esteri spagnolo Alfonso Dastis rivendica il ritorno di Madrid sulla scena internazionale, dopo un tempo vissuto ai margini per la mancanza di un governo nei suoi pieni poteri. Occorre far dimenticare, ricorda il giornalista, i vertici celebrati in solitario da Francois Hollande, Matteo Renzi ed Angela Merkel. La Spagna "ha messo sul tavolo proposte in materia di sicurezza e immigrazione. E spera di poterne presentare anche nell'ambito dell'unione economica e monetaria". E propri a proposito di finanze, chiede l'intervistatore toccando un tema molto sensibile per i media locali, l'Italia ha ottenuto un piano di salvataggio bancario migliore di quello spagnolo. "Non mi risulta" che l'accordo sia stato chiuso, risponde il ministro ricordando che la Spagna "al suo tempo, ha strappato un buon accordo. Abbiamo fatto quello che dovevamo fare per recuperare la fiducia nel sistema e gettare le basi della ripresa": non è questo il tempo di fare "paragoni". Il titolare della diplomazia spagnola si sposta poi oltre oceano spiegando che al presidente Usa Donald Trump occorre "dare una opportunità. È un leader eletto democraticamente e andrà giudicato per quello che farà alla Casa Bianca". La speranza del ministro è che le manovre per scoraggiare l'imprenditoria a stelle e strisce in Messico non siano il preludio a un'epoca protezionistica.: "Governare in tempo di globalizzazione è facile da dirsi e difficile a farsi". Come nel caso della gestione dei migranti da parte dei paesi europei. Assegnare quote di rifugiati alle varie capitali è condizione inevitabile, ma Dastis crede non sia il caso di rendere la regola "automatica e permanente, perché non incoraggia i governi" dei paesi da cui escono i migranti "a proteggere le proprie frontiere". La Spagna, in quanto presidente di turno del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ha anche "firmato" la risoluzione 2234 sui territori occupati, meritandosi il monito e la promessa di ripercussioni da parte di Israele. Madrid continuerà a spiegare al governo Netanyahu le proprie posizioni, immutate rispetto al passato e, di certo, non intende seguire le intenzioni di Trump di spostare la propria ambasciata a Gerusalemme: "non credo che una scelta di questo tipo aiuterebbe".
Continua a leggere l'articolo del Pais
Usa, i senatori McCain e Graham chiedono a Trump di punire la Russia per gli attacchi informatici
New York, 9 gen - (Agenzia Nova) - I "falchi" repubblicani Lindsey Graham John McCain hanno sollecitato il presidente statunitense eletto, Donald Trump, ad adottare nuove misure punitive contro la Russia dopo l'assunzione dell'incarico alla Casa Bianca, per punire Mosca degli attacchi informatici al sistema elettorale statunitense imputategli dai servizi d'intelligence Usa. "Tra alcune settimane, Donald Trump diverrà a tutti gli effetti il difensore del mondo libero e della democrazia", ha dichiarato Graham in una intervista congiunta concessa all'emittente Nbc con il suo collega McCain. "Dovrebbe raassicurare tutti gli americani, repubblicani e democratici, che farà pagare alla Russia un prezzo per le sue interferenze". Nel rapporto pubblicato venerdì scorso, e illustrato al Congresso dal direttore dell'intelligence nazionale Usa James Clapper, i servizi di sicurezza si dicono certi che ad hackerare i server di posta elettronica del Partito democratico, diffondendo email compromettenti per la candidata alla presidenza di quel partito, Hillary Clinton, siano stati hacker agli ordini del Cremlino. L'intelligence si è spinta ad affermare che Mosca intendesse favorire la vittoria di Trump alle elezioni, assestando così un colpo durissimo alla legittimità del mandato ricevuto da questi alle elezioni. Trump, che si è sempre professato scettico circa l'effettiva colpevolezza di Mosca, ha sottolineato che la Russia, per stessa ammissione dell'Intelligence Usa, non ha potuto compromettere in alcun modo il sistema di voto. Durante l'intervista concessa alla Nbc, McCain si è detto favorevole a proseguire ulteriormente le indagini, convinto che le responsabilità della Russia e la portata degli attacchi informatici siano ancora più gravi. "Dobbiamo far luce fino in fondo, ed elaborare una strategia per far fronte a questa forma di conflitto che danneggia la nostra economia, danneggia le nostre elezioni, danneggia la nostra sicurezza nazionale", ha detto il senatore. I due senatori hanno anche avvertito Trump che forse non sosterranno la sua nomina dell'ex ad di Exxon Mobil Rex Tillerson alla guida del dipartimento di Stato, proprio a causa delle relazioni di quest'ultimo con il presidente russo Vladimir Putin. La commissione Relazioni estere del Senato dovrebbe riunirsi per discutere la nomina di Tillerson nella giornata di mercoledì.