L'asse Bolsonaro-Salvini dietro l'arresto di Battisti
La rassegna della stampa internazionale sui principali fatti che riguardano da vicino il nostro paese. Oggi articoli del Mundo, Pais, Monde, Guardian, Figaro
Bolivia-Italia: Battisti in volo verso Roma
Madrid, 14 gen - (Agenzia Nova) - Dopo una latitanza durata lunghi anni, l'ex terrorista di estrema sinistra Cesare Battisti è in volo verso l'Italia, dopo essere stato arrestato in Bolivia lo scorso sabato. Lo riferisce il quotidiano spagnolo "El Mundo", spiegando che le autorità locali hanno consegnato ieri, 13 gennaio, il pluriomicida agli agenti italiani che, dall'aeroporto di Viru Viru, Santa Cruz, lo hanno immediatamente fatto imbarcare per Roma. Alberto Torregiani, figlio di una delle quattro vittime di Battisti, ha commentato: "È fatta. Credo sia la volta buona. Forse davvero è una buona giornata. Non oso pensare che ora possa trovare un escamotage. Sarebbe da scriverci un libro". Battisti aveva fatto perdere le sue tracce lo scorso dicembre quando la Corte suprema del Brasile, il paese in cui risiedeva legalmente dal 2011, ne aveva ordinato la detenzione in vista di una eventuale estradizione in Italia. Con il suo arresto, termina una latitanza durata circa 40 anni.
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Bolsonaro usa l'arresto di Battisti per ammiccare a Salvini
Madrid, 14 gen - (Agenzia Nova) - Il nuovo governo nazional-popolare del Brasile ha sfruttato l'arresto dell'ex terrorista di estrema sinistra Cesare Battisti per ammiccare all'Italia, attaccare il Partito dei lavoratori (Pt) all'opposizione e per creare un bel rompicapo al presidente boliviano Evo Morales. Il latitante, 64 anni, è stato arrestato sabato sera a Santa Cruz de la Sierra da un team dell'Interpol, formato da agenti italiani e boliviani. Battisti, ricorda oggi il quotidiano spagnolo "El Pais", era fuggito dal Brasile, dove aveva vissuto per anni, lo scorso dicembre, quando la Corte suprema ordinò la sua detenzione in vista di un'eventuale estradizione in Italia. Subito dopo la cattura del terrorista, condannato all'ergastolo in Italia per quattro omicidi commessi negli anni '70, il neo presidente Jair Bolsonaro e il ministro dell'Interno Matteo Salvini si sono congratulati a vicenda su Twitter. "Congratulazioni e conti sempre su di noi", ha scritto il capo di Stato sul social network, all'indirizzo del leghista. "Il Brasile non è più terra di banditi. @Matteosalvinimi, il "piccolo regalo" è in arrivo", ha aggiunto poco dopo il figlio, Edoardo Bolsonaro. Il responsabile del Viminale, dal canto suo, ha ringraziato "tutti coloro che hanno lavorato per la cattura di Cesare Battisti, un delinquente che non merita una comoda vita in spiaggia, ma di finire i suoi giorni in galera".
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L’arresto di Cesare Battisti sottolinea l'alleanza di destra tra Roma e Brasilia
Londra, 14 gen - (Agenzia Nova) - Per anni le autorità italiane hanno cercato di ottenere l'estradizione di Cesare Battisti, ma i loro tentativi hanno ricevuto un impeto decisivo solo negli ultimi giorni grazie alle amichevoli relazioni tra il ministro dell'Interno italiano di estrema destra, Matteo Salvini, ed il nuovo presidente del Brasile, Jair Bolsonaro: così il quotidiano progressista britannico "The Guardian" spiega come si sia giunti all'arresto dell'ex guerrigliero di estrema sinistra nella città di Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia; l'operazione è stata condotta da agenti speciali boliviani ed italiani, ma una grande mano è arrivata dal governo brasiliano. Subito dopo essere stato eletto nello scorso mese di ottobre, ricorda il giornale londinese, Bolsonaro aveva promesso a Salvini che avrebbe rimandato Battisti in Italia per scontare la pena a cui era stato condannato ed a cui si era sottratto prima evadendo dal carcere italiano in cui era detenuto e poi ottenendo protezione dai governi di sinistra in Francia, Messico ed infine in Brasile. Dopo aver definito Battisti come "un cocco della sinistra brasiliana", Bolsonaro aveva anche dichiarato che la sua estradizione avrebbe mostrato a tutto il mondo l'impegno del suo governo nella lotta contro il terrorismo. Suo figlio Eduardo Bolsonaro, che è anche uno dei suoi principali collaboratori, aveva persino postato su Twitter la frase: "Salvini, un piccolo regalo per te è in arrivo". Dopo le loro dichiarazioni nello scorso mese di dicembre un tribunale in Brasile aveva ordinato l'arresto di Battisti ma lui era già fuggito all'estero; questa volta però, evidentemente, i servizi segreti brasiliani non lo hanno mai perso di vista.
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Cesare Battisti, la fine di una fuga lunga quarant’anni
Parigi, 14 gen - (Agenzia Nova) - L’arresto dell’ex terrorista italiano Cesare Battisti avvenuto il 13 gennaio ha messo fine a una fuga che dura da quarant’anni. È quanto afferma la stampa francese, che ripercorre i fatti delle ultime ore e la vita di Battisti. Arrestato nel 1979 e condannato a tredici anni di prigione, l’ex militante del gruppo Proletari armati per il comunismo (Pac) è evaso dalla prigione di Frosinone nel 1981. Battisti si è rifugiato in Francia e in Messico prima di scappare in Brasile. Grazie alle testimonianze di un suo ex compagno dei Pac, nel 1987 è stato condannato all’ergastolo. In Brasile è stato arrestato nel 2007. Dopo un periodo di detenzione durato quattro mesi Battisti ha cominciato uno sciopero della fame affermando che è meglio “morire in Brasile che tornare in Italia”.
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L’impegno di Bolsonaro nel restituire Battisti a Roma
Parigi, 14 gen - (Agenzia Nova) - Il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, si era impegnato a consegnare all’Italia l’ex terrorista Cesare Battisti, condannato all’ergastolo per quattro omicidi commessi alla fine degli anni settanta. Il destino di Battisti, spiega “Le Figaro”, è cambiato con l’arrivo al potere di Bolsonaro, che si era impegnato a far tornare in Italia l’ex terrorista già prima della sua elezione. “Il Brasile non è più una terra di banditi. Matteo Salvini (il ministro dell’Interno, ndr) il piccolo regalo sta arrivando”, ha scritto nella notte tra sabato e domenica uno dei figli di Bolsonaro. Per il capo dello Stato brasiliano Salvini rappresenta uno dei pochi alleati in Europa assieme al premier Viktor Orban.