Matteo Salvini e Viktor Orbán (foto LaPresse)

La possibile alleanza fra Orbán e Salvini che fa tremare il Ppe

La rassegna della stampa internazionale sui principali fatti che riguardano da vicino il nostro paese. Oggi articoli di Vanguardia, Les Echos, Monde, France Info

Ue: la possibile alleanza fra Orban e Salvini fa tremare il Ppe

 

Madrid, 22 feb - (Agenzia Nova) - L'implosione dell'attuale sistema partitico del Parlamento europeo potrebbe iniziare molto prima delle elezioni del 26 maggio. Lo scrive il quotidiano spagnolo "El Pais", secondo cui il primo ministro ungherese, Viktor Orban, sarebbe pronto a lanciare l'ennesima sfida contro la sua stessa formazione, il Partito popolare europeo (Ppe), provocandone una rovinosa spaccatura a meno di tre mesi dalla convocazione dei cittadini alle urne. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, spiega il giornale, è la decisione di Orban di lanciare una campagna contro il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, per un suo presunto accordo con il magnate George Soros che porterebbe all'apertura delle porte del Vecchio continente a un'immigrazione incontrollata. Dopo l'ennesima provocazione dell'ungherese, i popolari starebbero quindi pensando di espellerlo dal gruppo ma le conseguenze potrebbero essere catastrofiche. L'uscita di Orban potrebbe infatti costare al Ppe 12 seggi ma una sua possibile alleanza con il leader della Lega, Matteo Salvini, rischierebbe di far crollare gli scranni dei popolari da 217 a 183, mettendo in pericolo la maggioranza che detiene nell'emiciclo di Strasburgo dal lontano 1999.

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Il ministro Economia Tria, la Tav deve essere realizzata

 

Parigi, 22 feb - (Agenzia Nova) - “Tutti i cantieri pubblici già lanciati, quelli che sono stati già oggetto di contratto, di trattati di accordi internazionali ,devono essere realizzati”. È quanto affermato dal ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ai microfoni dell’emittente televisiva “France 3”, commentando il progetto del treno ad alta velocità tra Torino e Lione. “Si deve inviare un messaggio di serenità a tutti coloro che vogliono investire a lungo termine in Italia”, ha poi aggiunto Tria. Il titolare del Mef si è detto “fiero” del fatto che sia stato posto al centro del programma “il rilancio degli investimenti pubblici, soprattutto gli investimenti in infrastrutture che in questi ultimi dieci anni erano stati tagliati del 30 per cento”. “L’Ue è legata da certe regole fiscali – ha continuato il ministro – ma sono delle regole certe volte troppo rigide. Non permettono all’Unione di adattarsi, soprattutto all’evoluzione ciclica dell’economia”. Per Tria è necessario rendere le politiche europee “più dirette” in modo da garantire la “stabilità finanziaria” e “rilanciare la crescita e la competitività”. Il ministro ha poi dichiarato che la prossima settimana incontrerà il suo omologo francese, Bruno Le Maire.

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Il rimpatrio della figlia dell’ambasciatore nordcoreano mette in imbarazzo il governo gialloverde

 

Parigi, 22 feb - (Agenzia Nova) - La figlia dell’ambasciatore nordcoreano a Roma è stata fatta rientrare dagli agenti segreti di Pyongyang. È quanto afferma il quotidiano economico “Les Echos”, spiegando che si è aperto un “nuovo capitolo nel romanzo di spionaggio” tra Italia e Corea del Nord. Il diplomatico Jo Song-gil, arrivato a Roma nel 2015, avrebbe disertato grazie all’aiuto dei servizi italiani per cercare rifugio negli Stati Uniti. Song-gil sarebbe scomparso insieme alla moglie, lasciando la figlia di 17 anni a Roma. Il rimpatrio della ragazza suscita imbarazzo nel governo italiano. “Non ne sapevo niente”, ha detto il vicepremier e ministro dell’interno, Matteo Salvini, chiedendo alla stampa di rivolgersi al ministero degli Affari esteri. Dal canto suo, la Farnesina ha spiegato di essere stata avvertita solamente a cose fatte. Secondo il dicastero, la ragazza sarebbe rimasta a Roma in attesa di potersi riunire in seguito alla sua famiglia. L’impunità con cui hanno potuto agire gli agenti nordcoreani sul suolo italiano ha scioccato l’opposizione e ha messo in difficoltà il governo. 

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Antitrust multa Ryanair e Wizz Air per i costi imposti sul bagaglio a mano

 

Madrid, 22 feb - (Agenzia Nova) - L'Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) ha imposto multe salate alle compagnie aeree low cost Ryanair e Wizz Air per aver "ingannato" i propri clienti sul prezzo del biglietto con la nuova policy sul bagaglio a mano. Lo riferisce il quotidiano "La Vanguardia", precisando che l'Antitrust ha condannato il vettore irlandese al pagamento di tre milioni di euro e la società ungherese a un milione di euro e ha concesso a entrambe 60 giorni di tempo per rendere note le misure che intendono adottare in ottemperanza a quanto deciso. l'Authority, in particolare, ha accertato che "le modifiche rispettivamente apportate alle regole di trasporto del bagaglio a mano grande, il trolley, costituiscono una pratica commerciale scorretta in quanto ingannano il consumatore sull’effettivo prezzo del biglietto, non includendo più nella tariffa base un elemento essenziale del contratto di trasporto aereo quale è il bagaglio a mano grande".

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Gli ex terroristi di estrema sinistra rifugiati a Parigi

 

Parigi, 22 feb - (Agenzia Nova) - L’Italia chiede alla Francia l’estradizione degli ex terroristi appartenenti a gruppi di estrema sinistra che a cavallo tra gli anni settanta e ottanta si sono rifugiati a Parigi. Ne parla “Le Monde”, che ha incontrato alcuni ex militanti dei gruppi estremisti. Gli anni di piombo sono nati grazie a un mix di elementi come il rifiuto dell’autorità, il potere della Democrazia cristiana e la volontà di liberare la classe operaia. “Alla fine del gennaio 1981, dopo due anni di vita clandestina, ho deciso di lasciare l’Italia. Non ne potevo più di questa vita condotta sotto falso nome, dei falsi comportamenti, del travestimento da impiegato modello”, dice Alessandro Stella, 63 anni, ex membro di un gruppo affiliato ad Autonomia operaia e condannato a sei anni di prigione per “associazione sovversiva costituita in banda armata”. Stella è sbarcato a Parigi nel 1982, si è sposato e ha ottenuto la nazionalità. “A Parigi la nostra regola di vita era diventata militare. Bisognava conoscere perfettamente il quartiere in cui si viveva per scappare dalla polizia francese e dalla cinquantina di carabinieri venuti per aiutarli”, spiega Gianluca, nome fittizio. All’inizio degli anni ottanta erano circa 300 gli italiani rifugiati a Parigi, anche se alcuni parlano addirittura di mille.

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