La vecchia volpe

Umberto Silva
Vera o fasulla che sia la sua conversione, Raúl Castro davanti a Papa Francesco è commovente

    Quanto è prono davanti al Santo Padre il presidente cubano Raúl Castro, fin dalla storica visita vaticana! Lo crederemmo un cattolico romano se non sapessimo che quel suo compiacente sorriso è allenato da ottant’anni di sottomissione fraterna che ancora non viene meno se, come è, le grandi decisioni del regime cubano vengono da Fidél, il tiranno che mai molla la presa e la preda. Raul fa il mite, il riformatore, ma è stato e ancora è – almeno duecento prigionieri politici nelle galere cubane fanno testo – a sua volta complice di un’ideologia perversa come ogni ideologia. Adesso magari è stanco, forse l’aldilà gli fa paura e cerca in extremis un biglietto per il paradiso, pagandone un certo prezzo, il tacito rinnegamento di tutta una vita all’ombra delle Fuerzas Armadas Revolucionarias, ottime nel mettere la museruola a ogni dissidenza. Non lo dice chiaramente, Raúl, ma lo lascia intendere, ammicca sornione e nel contempo fa scomparire i vecchi, un antipatico memento mori, dalla Plaza de la Revolutiòn inalberata di pontificie bandiere. Dal canto suo il fratello Fidél regala al Papa un libro-intervista in cui traspare una certa sua benevolenza verso la religione gesuitica. Pure lui si sta convertendo? Accidenti questi due fratellini che sfidarono la morte in battaglia hanno una gran fame di eternità!

     

    Forse, insinuano i malpensanti, Raúl fa il chierichetto per ricavare benefici materiali non da poco, la fine dell’embargo, l’invasione dollarica dei turisti americani e altre leccornie. Beh, più conversione di questa? Comunque la si metta, conversione vera o fittizia che sia, ché la qualità poco ormai conta nel giardino di delizie confezionate in cui viviamo, Raúl è dei nostri. Dicono che Francesco stia convincendo parecchi alla conversione, uomini commossi dal suo proporsi come un poveraccio, uno di noi: ci si converte a noi stessi, alla nostra miseria; si prende atto della fatica di vivere. Parlo degli uomini, le donne sempre credono in Dio, a qualsiasi gruppo appartengano e qualsiasi cosa combinino non possono fare a meno di amarLo. Papa Benedetto era senz’altro più documentato e rassicurante di Francesco e del sottoscritto in fatto di dottrina: Dio è quello là di sempre, idem il paradiso e l’inferno e tutto il resto. Chi non lo ammette, è fuori. Non ha convertito nessuno, Benedetto, anzi, molti cattolici, preti e laici, hanno disertato, spaventati dalla sua intransigenza. La pagheranno cara. Ma torniamo a Saùl, pardon Raúl, che coram populo ha dichiarato che prima o poi si converte anche lui se Papa Francesco continua così; Papa Francesco continua ma il vecchio combattente che aspetta a convertirsi? E’ una boutade che ha gettato lì per dimostrare che in fondo è sempre stato un bravo ragazzo, fin da quando bambino con Fidel giocava con i tappi del rum? Stia tranquillo, che se anche dice di convertirsi noi non lo crediamo nemmeno per un minuto, nemmeno se s’inginocchia davanti al Papa come ha fatto il cardinal Ortega che solo per questa disattesa usanza merita un posto in cielo. Fino a trent’anni fa i re cattolici e le mogli strisciavano per baciare il pontificio anello, uno spettacolo che commuoveva e diceva; che oggi papa Francesco si sia inchinato a Rania di Giordania è di una gentilomeria ardita ma anche imbarazzante. Francesco, che ti salta in mente? E’ solo una brava ragazza mica Dimitri Karamazov!

     

    Raúl, sei un birbante e sempre lo sarai, eppure… Vederti così bonario e prono davanti al Papa, nonostante tutto, beh, sembrerà un po’ demente però… fa piacere, dà una speranza, fa sorridere e commuove; si può piangere di gioia nel vedere una vecchia volpe convertita, anche se forse probabilmente non lo è, e sta pensando ai cazzi suoi, alle medicine e al ristorarsi con un bel bagno nella celebrata Baia dei Porci, che non sono maiali ma leggiadri pesci che stazionano nelle barriere coralline.

     

    Chissenefrega, sono fatti suoi. Fatto mio è la commozione più o meno artificiale che lui mi suscita: adoro i pirati che si convertono, un giorno sarò tra loro, mia figlia sarà fiera della mia raggiunta bontà, anche se non ci crederà mai, ma in questi tempi scivolosi occorre aggrapparsi a tutto, persino al fasullo, che con un po’ di buona volontà diventa più vero del vero, verissimo, diciamo verosimile.

     

    Ps. A Cuba ad accogliere il Santo Padre c’è anche la presidente argentina Cristina Kirchner. Dopo averlo combattuto e disprezzato come vescovo, da un po’ di tempo insegue il Papa in ogni luogo, forse perché operi sulle sue presidenziali labbra quel miracolo che il chirurgo estetico ha fallito.