Nazareno inconscio

Umberto Silva
Berlusconi si atteggia da antirenziano, ma in realtà è il maggior sostenitore del premier

    Affronto un compito analitico alquanto arduo, capire perché da quando c’è Mattarella alla presidenza della Repubblica il Cavaliere gli fa cattivo viso e non vota le renziane leggi. Cosa di preciso esse siano non sono riuscito a decifrare, ma ho idea che prefigurino una più consistente autorevolezza. Cosa di meglio, Cavaliere? Non è forse il sogno della sua vita? Le scoccia di non essere lei a incarnarlo? O forse, leggendario Don Giovanni, Ella ha visto nell’impassibile Mattarella la figura del Convitato di pietra, il giustiziere? Comunque sia, dispiacerebbe vederla allineato con chi cerca d’impedire a Matteo Renzi di governare, una lugubre smania di cui lei stesso è stato vittima per vent’anni. Se per davvero ora si unisse ai moralisti di destra e di sinistra in una presunta battaglia antifascista, ciò non sbiancherebbe la sua anima, tutt’altro, la macchierebbe di dabbenaggine.

     

    Come Ella si sarà accorto, ho usato il verbo al condizionale, facendolo precedere da un invalidante “se”. Se lei davvero fosse antirenziano sarebbe una catastrofe per tutti; se fosse… ma lei non lo è, di Matteo Renzi essendo il massimo sostenitore. “Ma come può sostenerlo, il dire e l’operare di Berlusconi parlano chiaro!”, tuonano coloro che si accontentano dell’apparenza più misera. In realtà, e in lealtà con un pensiero a lungo coltivato e praticato, le cose non stanno così. Le cose non sono quello che sembrano e nemmeno quello che sono, c’è un flusso sotterraneo che ci trascina, indipendentemente dalle nostre volontà: ben più che Berlusconi e Renzi, a governarci è l’inconscio, da cui essi stessi, i due fieri contendenti, ricevono precisi ordini di squadra.

     

    Il Collegio Nazareno è il più antico d’Italia, archidiocesi di quella Nazareth che fu conquistata dal crociato Tancredi un migliaio di anni fa e contesa dai musulmani che dopo violente pugne costrinsero i cristiani a emigrare. Significativo che in un’ala del palazzo risieda il Pd, che si propone defensor della fede nell’Italia, un arduo compito; il crollo del Pd significherebbe porgere il collo alle orde grilline, chiaramente turche o giù di lì, basta guardare il loro capo con quei ricci feroci e gli occhi infuocati. Ma il Buon Dio – Colui che altri chiamano inconscio – tutela i suoi fedeli, ed è intervenuto anche stavolta con un abile miracolo. Ha indotto Lei, spericolato Cavaliere di Seingalt, a travestirsi da brav’uomo amante della Costituzione dell’Ancién Regime, a camuffarsi da Antirenzi, a stringere patetiche alleanze, recitando in modo così magistrale la parte affidatale da parere proprio convinto. Ella, amato Cavaliere, con la sua ostentata stralunata guerra a Renzi, ne fa la fortuna, di Renzi, dell’Italia e quindi anche la propria. Il suo ostentato furore, bollando Matteo Renzi quale nemico numero uno della democrazia italica, accusandolo di essere un uomo forte in odore di dittatura, lo premia in duplice modo: in primis, inebriando gli stremati italiani grazie alla splendida Maria Elena Boschi che sta riducendo a cinquanta le sorde e grigie sfumature del Senato; in secundis, Renzi sarebbe con ben più successo osteggiato dai ribelli del Pd se non avesse Lei contro, Cavaliere. S’Ella votasse le leggi di Renzi, seduta stante esse si tramuterebbero in sterco del demonio, nazifascismo e quant’altro, e Renzi in un suo coboldo. Che Lei gli voti contro, lo libera dal male e lo legittima. Se l’ottimo Verdini con le sue truppe cinghialate dà un contributo palese alla politica renziana, Lei dona un segreto contributo ancora più decisivo.

     

    Più che mai il Nazareno vive, grazie al trionfo dell’inconscio sul calcolo: l’inconscio libero, librantesi e liberale di Berlusconi gli ha ordinato di fare il bene di Renzi, e lui ha ubbidito. Tutto per il meglio, quindi, grazie al superiore machiavellismo dell’anima, così come lo celebra il Poeta: “Se davvero ami / manda avanti l’odio / che combatta l’amato / e che all’amato soccomba / facendo luccicare / il suo scudo d’argento”.