Nevrosi Hillary
Trump è in testa nei più recenti sondaggi, il panico stringe la gola della popolazione europea, Putin gongola e i cinesi ridono, Giuliano scende in campo e proclama che per via della cialtronaggine di Trump gli tocca parteggiare per Hillary e diventare di sinistra dopo un terzo di secolo di destra. Inaspettato ma atteso tradimento che come al solito gli fa disonore vale a dire onore: tradire, tradere, fare un passo oltre, tramandare e consegnare, dire tra le righe di un discorso infinito, un gran bel dire con ire violente quanto saporose, le più recenti squisiti tajarin divorati in un batter d’occhio. Personalmente non avevo mai dubitato del controcanto, l’eleganza del comunismo italiano e del socialismo a un certo punto della vita attraggono l’uomo superiore e perfino – ma così, come viene - quello inferiore come il sottoscritto, capace di esecrare o lodare ogni bandiera a seconda della bellezza della fanciulla che la sventola.
Che Trump sia quel che è, pare del tutto assodato, solo che c’è un altrettanto accertato problema: la tosta intelligente Hillary è sciocca quanto il marito, anzi è il marito, e questo compromette la sua brillante carriera. Ricordiamo che Bill fu castrato per un’intera legislazione grazie a una mezza scopata con la stagista: aveva negato davanti a prove ineluttabili. Mai contrastare il puritanesimo quando c’è un popolo di kennediani pronto a chiudere dieci occhi su uno scopatore indefesso; Bill si tirò la zappa sui piedi per la sua negazione, manco fosse beccato dalla moglie in flagrante. Hillary l’ha seguito sulla stessa strada, non ha baciato stagiste – ma chissà, corrono voci, e che male ci sarebbe? Del resto una prova c’è di una sua più che bisessuale attività: Hillary ha mandato i suoi baci a mezzo mondo, uomini e donne mischiati, dimenticando i criteri dell’alta privacy di stato, e questo non va. Non va per la Cia non va per i giudici, non va per gli americani che ultimamente hanno paura dei musulmani sotto il letto, ma in realtà non vedono l’ora di rendere più attraente il ménage coniugale a costo di qualche coltellata. Hillary Clinton, per un atto di pigrizia non si rischia la gloria della presidenza, è roba da cretini; un conto se la si rischia per una causa nobile o estremamente ignobile, ma per pigrizia è disonorevole.
Perché Hillary ha imitato il marito, cadendo così nel costante pericolo d’impeachment per tutto il suo mandato, sempre che le venga dato? Cadrà Hillary ancora prima delle elezioni, lasciando il posto a un altro democratico, che so, il ridente Tim Kaine, che al solo pensiero ride come un pazzo svegliando tutto Richmond? Verrà impicciata impeciata impiccata subito dopo l’elezione? Si trascinerà nell’augusta dimora per quattro anni, maledetta da tutti? Figure di un incubo che, conoscendo la tenaglia giuridica americana, non verrà mai meno, niente sedia elettrica ma una poltrona di spilli; se assolta nel primo mandato la caccia alla volpe continuerà ancora più serrata nel secondo, il fantasma di Banquo alas Bernie le apparirà chiedendo le dimissioni, i suoi sonni saranno orribili, farà pazzie di bontà per riscattarsi e pazzie di ferocia per mostrare il proprio temperamento, pazzie comunque e divenuta Macbeth si getterà nell’ultima battaglia, non in Iraq ma davanti al tenebroso specchio, un’immagine invano coccolata dagli unguenti della figlia. Povera donna, perché tanta punizione?
Semplice, perché al pari del marito essa ha in sé un’immensa volontà di potenza con una piccola punta masochista, che, come ogni punticina ina ina invisibile in tanto ardore, prima o poi fa capolino al par di un misero topolino, si guarda attorno e scompare ma il suo visino resta, immortalato da qualche tizio che lo porta in giudizio e cominciano i guai. Come votare una che dà in pasto i segreti americani al nemico? E’ presentabile un presidente che a una cena potrebbe dimenticare la nera pelliccia del nuclear football nel cesso? O sbronza potrebbe confidare a Putin porcate pensando di stare dicendole a Kerry? Tutto questo che avverrà, stiamone certi, sarà pur sempre qualcosa di degno, drammatico e infine amabile, ben altro che la tappezzeria umana di Trump, i suoi amici e le stronzate senza gioia e humor, roba da licantropi. Voto Hillary Macbeth, voto Giuliano e i tajarin.
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