Gli ultimi fuochi della politica italiana
Il palcoscenico politico italiano sembra la Hollywood anni Trenta, anche quando ci si annoia
Tutti sul lettino, un marasma che non ti dico, si dice da solo, tante voci, tempi passati e presenti, più passati sono più sono presenti, e viceversa, è bello ascoltarli così, confusi uno con l’altro… e udirne il silenzio, quanto di più bello e sapiente. Era favolosa Hollywood negli anni Trenta. Regnava Monroe Stahr, alias Irving Thalberg, alias Robert De Niro per l’ultimo Kazan, alias Matteo Renzi al suo apice; ci s’innamorava delle ragazze, belle ragazze come la Boschi e quell’altra dai lunghi capelli, finché scosse di terremoto sconvolsero i teatri del mondo, chiese e teatri di posa dove fanciulle navigavano su antichi dei e uomini potenti scoprivano la fatica dell’esserci. Monroe Stahr, The Last Tycoon, incontrava nuovi sguardi, altre possibilità di esistere, lanciava la sua sfida sempre più forte e dannata, addirittura lottava contro i comunisti personificati dall’ancor giovane Jack Nicholson, che recitava da schianto la propria parte. Questo ed altro in “Ultimi fuochi”, il film, ennesimo capolavoro di Fitzgerald, il libro, l’ultimo capolavoro per Kazan, l’ultimo fuoco del Cavaliere e di Renzi, il vecchio e il giovane, quale dei due non si sa, ma certo hanno un destino, l’anno avuto e l’avranno.
Hollywood: Renzi pensa di farcela, ancora spera in una notte di pioggia, l’ultima spiaggia. “Era una magnifica notte azzurra. I piccoli pesci d’argento dondolavano sulle onde, lontano dalla riva, sciamarono verso la spiaggia con la marea, e Stahr e Kathleen passarono su di essi a piedi nudi mentre saltellavano viscidi sulla sabbia”. La felicità di Stahr, alias De Niro, alias Thalber e Renzi, la sua amata e tutti gli altri, non dura a lungo, ubriaco sfoga la sua disperazione e, dopo averlo insultato e minacciato è cacciato definitivamente dai poteri forti di Ray Milland. New York non perdona, non vuole seccature, vuole il denaro, in fondo Renzi è un visionario, il suo tentativo di conquista è stato fallimentare solo perché lui voleva il fallimento, voleva conoscerlo e vincerlo, forse lo vincerà, chissà, è un romantico eroe Renzi, uno vero, uno dei pochi che non sanno cosa sia il furto. Intanto una noia spaventosa prende per il collo un po’ tutti. Difficile eccitarsi con la durezza, ci si annoia, per il resto si fa quel che si può, ma poco è quel che si può, la noia prende tutto e tutti, si punta sulla Sicilia, poveri noi, che punture edificanti, non siamo a Hollywood, lì la grandeur e la morte avevano un senso, oggi è una piccola noia, un tirare a campare, con famosi personaggi come il Cavaliere che non è mai annoiato, semplicemente tranquillo, un vecchio grande attore, mentre Pisapia si dà da fare a guardare ora uno ora l’altro, ora se stesso. Annoiato lo sembra un po’, ai miei occhi almeno, che vedono noia dappertutto: tutti guardano il nulla, D’Alema non molla e stringe mani, ma non c’è niente nella sua mano, una mano dura ma vuota. Pisapia tesse un po’ qui un po’ là aspettando che tutto si sciolga nel mare, è una persona perbene, noiosa forse ma anche simpatica, e poi il suo aplomb, grande noia anche lui, ultimo fuoco. L’ex sindaco di Milano attende che qualcosa accada, forse per lui già tutto è accaduto, ci piace pensarlo, mentre nella nostalgia se ne va la Sinistra, il suo presente passato, mentre quello della destra sta più serio, meno suicidario, certo, ha voglia di vivere, di guardarsi attorno, ma chissà che vede… Barcolla la sinistra, De Niro ama la fanciulla ma non riesce ad amare se stesso, il vecchio Cavaliere Mitchum invece prende tutto, nemmeno la sua forte figlia, Theresa, che pure brama Renzi Thalberg Stahr, ferma il Grande Padre che prenderà il potere ancora una volta, due, tre. La figlia assiste impotente, furiosa e ammirata, Renzi De Niro sembra eclissarsi ma forse no, tornerà, forse vincerà, chissà. Mi piaceva Renzi quando andava alla battaglia, mi piace ancor più oggi che è anima misteriosa e pensosa, sento che il suo cuore batte più profondo, sarà sconfitto? Sarà qualcuno, musica di chi non ricordo… tutti in quella battaglia, tutto il meglio di Hollywood: Tony Curtis, Jeanne Moreau, Donald Pleasence, Ray Milland, Dan Andrews, Theresa Russell, Anjelica Huston, John Carradine... “Ultimi fuochi”, di Elia Kazan, grazie a chi mi ha ricordato i pesci d’argento, con la misteriosa partecipazione di Mattarella, anno 2117.
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