La Serie A è una noia mortale, un insulto al dio del pallone
Questa Serie A che esalta tanto Sconcerti a me fa addormentare. Complice il cosiddetto “spezzatino” della domenica pomeriggio (tre partite alle tre, due alle sei, una alla sera), mi sono guardato Milan-Sassuolo. Col senno di poi avrei preferito rimanere incollato davanti a una gara di dressage dell’est europeo. Una noia mortale, un insulto al dio del pallone. La cosa più interessante era seguire le espressioni di Berlusconi in tribuna, che variavano dal disgustato al ricordo dei tempi in cui quell’erba era calcata da Shevchenko, Cafù, Maldini, Kakà. Adesso c'è Kuco, che poi sarebbe Kucka e un sedicenne in porta che ha preso gol sul suo palo. Poveri milanisti. Si torna subito in campo, e io mercoledì sarò al baretto di Macchiagodena cercando di sbirciare da uno schermo Frosinone-Carpi (3-0). La Fiorentina, che ha iniziato la tradizionale discesa dopo il primo mese di campionato in cui pare poter vincere lo scudetto – succede da tipo cinque anni – sarà a Verona e potrebbe pure pareggiare, salvando Mandorlini (1-1).
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