La Situa - dibattiti universitari
Vi piace la riforma costituzionale? Ci scrivono gli studenti universitari
Ne La Situa, la newsletter del direttore Claudio Cerasa, c'è uno spazio di dialogo e confronto con i nostri lettori iscritti all'università. Qui si dibatte della riforma della Costituzione presentata dal governo Meloni
Ne La Situa, la newsletter del direttore Claudio Cerasa (vi potete iscrivere qui), c'è uno spazio dedicato agli studenti universitari. Uno spazio di dialogo, di confronto, di dibattito, di visioni sul futuro.
Tema: vi piace la riforma costituzionale?
Tra i tanti spunti arrivati abbiamo scelto quello di Mattia Torre, studente al secondo anno di Politics, Philosophy and Economics presso il Dipartimento di Scienze Politiche della Luiss Guido Carli di Roma.
Nel nuovo disegno di legge costituzionale, noto diversi aspetti inquietanti: tra gli altri, la limitazione dei poteri del Parlamento e del Capo dello Stato e il premio del 55% dei seggi in favore del Presidente eletto. Contrariamente a quanto dichiarato più volte da esponenti della maggioranza, la “democratizzazione” della figura del Premier potrebbe provocare l’opposto: il Parlamento (come in parte accade già oggi) sarebbe ridotto a un mero “votazionificio” e perderebbe la sua tradizione di assemblea rappresentativa dove il dibattito e l’arricchimento a seguito di un franco scambio di idee dovrebbero essere di casa. Inoltre, il fatto stesso che un secondo Premier debba necessariamente provenire dalla stessa parte politica del precedente costringerebbe il Capo dello Stato a non poter trovare valide e legittime alternative, ma a dover ratificare decisioni prese o dalla maggioranza o dal verificarsi di fatti politici che non gli lascerebbero molta libertà d’azione. A questo punto mi chiedo anche a cosa servirebbe la fiducia di un Parlamento totalmente assoggettato al Premier e completamente snaturato rispetto alla nostra tradizione di Repubblica Parlamentare. Che senso ha sfiduciare un Premier per doverne votare poi il facsimile? Questo denota un’ulteriore personalizzazione del governo: se quella persona non va bene si deve per forza tornare al voto. L'aspetto più direttamente pericoloso, però, credo sia il premio del 55%. Pericoloso non perché garantirebbe stabilità in Parlamento, ma perché non prevederebbe alcuna soglia per l’ottenimento dello stesso premio, cosa che potrebbe conferire un eccessivo potere a chi, in realtà, non spetta. Abbiamo già il precedente della legge cosiddetta “truffa”, che, sebbene diversa, nella giovane Repubblica di quegli anni causò un fortissimo dibattito e fu presto abrogata. Credo che ugualmente dovremmo essere almeno spaventati da questi tentativi di sabotare un sistema che, sebbene instabile, ha più volte dimostrato di saper reggere.