La Situa - dibattiti universitari
Idee per la maggioranza e l'opposizione per il 2024. Scriveteci
Siete studenti universitari? Scrivete al massimo 2.000 battute su questo tema e inviatecele a [email protected]. Pubblicheremo i più interessanti
Ne La Situa, la newsletter del direttore Claudio Cerasa (vi potete iscrivere qui), c'è uno spazio dedicato agli studenti universitari. Uno spazio di dialogo, di confronto, di dibattito, di visioni sul futuro.
La situazione politica italiana è complessa e in continuo movimento, il voto che non ha ratificato il Mes ne è l'ultima evidenza. E forse i partiti sono alla ricerca di qualcosa, di una nuova spinta. E allora vi chiediamo di darci, dar loro, idee per la maggioranza e l'opposizione per questo 2024. Mandateci un testo di al massimo 2.000 battute: scriveteci a [email protected]. Pubblicheremo i migliori. Sia qui, sia nella newsletter del direttore Claudio Cerasa.
Mancano pochi mesi alle europee, eppure sembra che i nostri politici ne siano quasi infastiditi, come se queste elezioni fossero un referendum per una maggioranza che non ha saputo, fino ad ora, lasciare il segno, e per un’opposizione intimorita e divisa. Ma anche i nuovi progetti politici, nati appositamente per queste elezioni, non sembrano comprenderne il significato: Santoro, candidandosi, ha dichiarato di voler porre al centro del dibattito nazionale il tema della pace, preoccupato di come ci si possa trovare di fronte ad un risultato elettorale nel quale a fare notizia sia il passaggio di una percentuale insignificante di consensi tra una forza politica e l’altra. Come se queste elezioni fossero soltanto un’inutile riedizione delle politiche del 2022.
Ebbene, se è vero che noi universitari rappresentiamo la generazione più marcatamente europeista, dovremmo cercare di trarre le conseguenze di questo europeismo. Dovremmo, in particolar modo, pretendere che le forze politiche candidate ci parlino non solo della loro idea di Europa, ma anche di cosa concretamente vorrebbero proporre, una volta arrivate al Parlamento europeo. Dovremmo chiedere ai leader di fare un passo indietro, di non candidarsi ad una carica che poi, comunque, non ricopriranno. Solo così ci troveremo a votare in elezioni che sono davvero europee, che riflettono sui temi di cui l’Unione è competente, e non su quelli che riguardano il nostro dibattito pubblico nazionale.
Infine, cari colleghi universitari, se ci rimanesse ancora una spinta di europeismo, potremmo provare ad interfacciarci con le altre generazioni: potremmo, ad esempio, parlare con gli agricoltori, che hanno protestato in modo veemente contro l’Unione, e chiedere loro di andare a votare, ma di farlo in quanto cittadini europei. Potremmo cercare di spiegare agli elettori il ruolo e il funzionamento dell’Unione europea, nonché il suo impatto sulla nostra vita quotidiana. Potremmo dire ad amici e parenti che, se anche questa volta andranno alle urne senza sapere perché, o se non ci andranno, la prossima volta che accuseranno l’Unione per una qualche politica che non è di loro gradimento, si dovranno guardare allo specchio, e pensare che è anche un po’ colpa loro.
Riccardo Citta
studente di giurisprudenza a UNITO
L’indipendentismo centrista e Arnold Schwarzenegger
Nel suo ultimo libro, Arnold Schwarzenegger insiste sul fatto che per rendersi socialmente utili ed avere successo occorre possedere una forte e chiara visione di ciò che si vuole realizzare. Retorica, diranno alcuni. Senza dubbio, ma… ma è proprio ciò che manca ai tre partiti libdem italiani, ossia +Europa, Italia Viva ed Azione.
Sabato 24 febbraio, alla convention sugli Stati Uniti d’Europa, sono emerse tante belle idee e proposte, ma non si è giunti ad UNA visione: le antipatie personali, il rancore e il gioco “ chi ha il liberale più lungo” bloccano la creazione di una lista unitaria per le europee. In Sardegna, sempre all'interno dei tre partiti, c’è chi ha posto veti, goduto per la sconfitta del proprio candidato ed esultato per la vittoria degli altri: il trionfo del particulare sull'interesse comune. Per tre partiti costantemente con l’acqua alla gola della soglia di sbarramento, l’interesse macro dovrebbe essere unirsi ( non importa come, lo si faccia intanto) per offrire agli elettori non le solite zuppette ma una proposta politica indipendente dalla sinistra del “graduidamende” e dalla destra della lotta alle devianze. Basta col campo largo (a qualsiasi livello, europeo, comunale, regionale o nazionale) nel nome di “ altrimenti la DESTRA vince”.
Lo spazio politico per un “indipendentismo centrista” c’è e, stando ai dati delle ultime lezioni, interessa molto la fascia di età 18-34. La VISIONE comune dovrebbe essere quella che ha caratterizzato lo spirito della risoluzione sugli aiuti all’Ucraina presentata congiuntamente da Az-Iv e +E a inizio anno. Perché non si può lavorare così anche su altre questioni politiche? C’è una motivazione vera?
Da 22enne un po’ incazzato e un po’ ingenuo che, nonostante tutto, crede che ci possa essere ancora un’ultima speranza, vorrei lanciare un appello: +Europa, Azione e Italia Viva ripartite da Schwarzenegger. Elaborate una visione. Be useful. Solo così il mondo libdem italiano potrà fieramente dire “I’ll be back”.
Lupo Canova
Sviluppo e Cooperazione Internazionale, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna
Idee per una opposizione confusa:
1) Riformare la scuola. Tranne i professori che ci insegnano e qualche altra, rara, eccezione (ex i latinisti) nessuno apprezza lo stato attuale della scuola italiana. Bisogna fare delle riforme mirate per cambiarla totalmente. Alcuni suggerimenti: 4 anni invece che 5, abolire le medie e incorporarle in elementari e superiori, non rendere la scelta delle superiori così irreversibile, dunque creare istituti comprensivi di più elementi in cui poter scegliere (dunque una scuola generale e non più professionale e liceo). Premiare i professori bravi anche e soprattutto economicamente. Meno bavagli ai professori che vogliono fare, spaventati dalle conseguenze delle loro azioni. Più possibilità agli studenti di fare. Fare diventare la scuola un posto in cui stare, con corsi, sportivi e non, volti ad ampliare le conoscenze dell’individuo. Abolire le classi e rendere possibile il cambio di corsi.
2) Una seria lotta per la legalizzazione. Aiuta l’economia, combatte la criminalità e anche i più deboli della società che sono dipendenti dalle sostanze. Non parlo della marijuana, ma anche di droghe considerate più “pesanti” tipo Lsd, funghi. Allo stesso tempo fare prevenzione in maniera seria.
3) Sostegno all’Ucraina serio, non può essere diventato, in Italia, una lotta delle destre solo perché si parla di armi, per esempio il discorso di Conte al Breaking Italy night era paradossale.
4) Rivalutare il nucleare, seriamente. Una delle vie d’uscita dalla crisi climatica, togliendo il sensazionalismo e mettendo dell’oggettività: quasi 0 emissioni, molto sicura. In ogni caso la usiamo lo stesso, prendendola dalla Francia.
5) Lotta seria per dare più importanza all’unione europea. Fare capire agli elettori che se l’unione europea è più forte anche l’Italia è più forte, non il contrario.
Sono alcune idee, forse ideali, sulle quali vorrei che l’opposizione lottasse seriamente. Ma purtroppo siamo in Italia.
Francesco Di Cesare
studente di Economics and Finance, UNIBO
Caro Foglio, è davvero creepy una società che censura le parole al punto tale da fiaccarne i pensieri. Mi sono accorto che non solo alcune parole non si possono più usare, ma che stiamo diventando addirittura incapaci di ragionare con le "parole sbagliate". Può esserci libertà partendo dalla censura? L’operazione di esecrazione è così profonda che pare analoga a ciò che accade per la bestemmia: che non solo, giustamente, non diciamo, ma che ci fa sentire in colpa anche solo ascoltarla da altri. Ma la parola è ragione non religione.
Stiamo però entrando in una spirale che si avvicina più alla religione che alla libertà; certo una religione moderna, ma con le vecchie liturgie, dove il peccato è anche nel pensiero. Questa situazione di asfissia è una “deminutio” per l’uomo, ridotto ormai all’afasia, dalla quale possiamo uscire solo con la lettura di vecchi libri e la visione di antiche tragedie, perché se è vero che la madre dell’omologazione ha sempre nuove parole da censurare, è anche vero che con le vecchie libertà superiamo le nuove censure.
Giuseppe Schiacciaserpe
Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali di Roma
Alla base della campagne elettorali che hanno portato all’elezione del governo attuale c’è stato indubbiamente il tema dell’immigrazione. È evidente come tale tema sappia unire i votanti di qualunque schieramento catalizzando così innumerevoli voti, il sentore generale è infatti quello per il quale sia necessaria una limitazione del fenomeno ed una sua migliore regolamentazione.
Tale idea nasce da una generale ansia rispetto al fenomeno immigratorio stesso che, apparentemente, sembra poter mettere a rischio le colonne portanti di quella che è la nostra società, la nostra cultura e le nostre tradizione. Questo modo di vedere il fenomeno immigratorio non è solo italiano, sembra invece interessare tutto l’occidente, a sottolinearlo è l’aumento dei consensi che i partiti di destra ed estrema destra hanno ottenuto fin da quando le correnti migratorie si sono intensificate. A sua volta, l’attuale governo italiano ha spesso sottolineato la necessità di impedire l’immigrazione divenuta, a loro dire, ingestibile. Una volta al governo però lo stesso presidente Giorgia Meloni ha confermato che l’immigrazione è necessaria, senza migranti infatti l’attuale sistema pensionistico è destinato a collassare. Alla luce di tali ovvietà si rivela necessario un sistema d’integrazione differente che consenta di affrontare i problemi che il fenomeno immigratorio porta a galla, l’immigrazione è infatti divenuta un’arma utile a destabilizzare i governi occidentali che necessitano dunque di saper rispondere a tale sfida. Tale sistema d’integrazione necessita di una migliore gestione del fenomeno migratorio e poi di una visione più moderna dello stesso, è necessario inoltre che sia europeo invece che solo italiano.
È oramai chiaro infatti che le questioni contemporanee non siano affrontabili attraverso il nazionalismo, esse prendono in causa fin troppi fattori e proprio per questo si rivela necessario un sistema più forte e collaborativo, che sappia unire le diversità.
Giacomo Pillan
Studente di Lingue e Letterature Europee e Americana alla Facoltà di Padova
Idee per una maggioranza disunita
Codice identificativo per le forze dell’ordine – Prendendo in considerazione il primo comma dell’art. 21 della Costituzione, la proposta di introduzione del codice identificativo mira a tutelare sia le forze dell’ordine sia i liberi cittadini che sono intenzionati a manifestare. Permetterebbe alle nostre forze dell’ordine di svolgere le loro funzioni con la consapevolezza che, in caso di indagine, non dovranno attribuirsi responsabilità altrui. Tuttavia, è importante per la sicurezza delle forze dell’ordine che l’associazione codice – nome sia custodita solo dai superiori e comunicata qualora ce ne fosse la necessità. L’introduzione della body-cam permetterebbe un’ulteriore tutela delle forze dell’ordine, facilitando qualora vi siano controversie nell’operato.
Regolamentazione del lobbying – La regolamentazione dei gruppi di interesse è fondamentale in un’ottica di trasparenza del processo decisionale. La proposta trova fondamento costituzionale nell’art. 2 e 18 della Costituzione e nelle sentenze 1 e 290 del 1974. Sarebbe utile e doveroso conformarsi agli standard dell’Unione Europea e degli Stati Uniti d’America in materia di lobbying. Andrebbe introdotto un registro per la trasparenza e il codice di condotta che tuteli lobbisti e decisori pubblici, disciplinando così la materia in riferimento all’art. 290 del TFUE e art. 106 bis della CEEA.
Introduzione di identità certificata sui social network – La crescente polarizzazione del dibattito pubblico è sintomo di una maggiore frammentazione degli interessi particolari del singolo, la discordanza sui temi è quanto distingue la democrazia dal resto dei regimi. Nel momento in cui si ritiene necessario tutelarsi dalle offese che vengono rivolte, è giusto che questo avvenga sia di persona che sui social network.
La proposta è l’introduzione di un’identità certificata (SPID o altri) che permetta la corretta identificazione dell’utente, disciplinando la materia in modo tale che la piattaforma non abbia accesso ai dati sensibili; i dati personali dovrebbero, tuttavia, essere reperibili esclusivamente dalle autorità competenti.
Stati Uniti d’Europa – Ristabilire la centralità delle istituzioni europee. La proposta è la reintroduzione del dibattito sulla difesa comune, anche in ottica di supporto all’Ucraina, seppur questo sarebbe limitato dalla mancanza di un esecutivo unico.
Sono alcune proposte, mosse da una volontà di giustizia, trasparenza e pace.
Gianluca Secchi, Umberto Pergher, Matteo Paone
Studenti presso il dipartimento di Culture, Politica e Società, Università degli studi di Torino, Laurea Magistrale in Scienze del Governo
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