La situa - dibattiti universitari

Consigli a Giorgia Meloni

Abbiamo chiesto agli studenti universitari un libro o una serie tv da consigliere a Giorgia Meloni, per cambiare fase, per dare una svolta al suo governo

Suggerirei alla Premier Meloni la scelta più malleabile di tutte: un libro di poesie. I libri di poesie si possono interrompere e ricominciare senza temere le conseguenze dell’incostanza, spezzettare, smontare, riassemblare, iniziare da dove ci diverte di più e finire quando ci diverte di meno; si possono chiudere per partecipare, supponiamo, a una conferenza stampa, riaprire a microfoni spenti e riprenderanno a dire la verità così come stavano facendo prima che non si avesse più tempo per cercarla tra le loro pagine, ma nel lavoro, nelle cose, dove non si trova mai. La poesia è un’epifania del vero.
La poesia, poi, si adatta, è la sua prima missione. Si adatta due volte: prima all’ispirazione dell’autore, per plasmare il suo pensiero dandogli un’apparenza linguistica, poi al lettore, per fornirgli dei sensi universali con cui spiegare i suoi propri angoli accartocciati. La poesia è il più utile servizio per l’uomo che sia mai stato creato… è anche per questo che sarebbe il genere più indicato per la nostra Premier. La poesia è centrare il punto, comunicare solo e soltanto l’essenziale, è il bulbo attorno al quale poter fiorire, ognuno a suo modo.
Le propongo, per citare solo alcuni tra i miei preferiti, una piccola vetrina di titoli. "Poemetti della sera" di Aldo Nove, se vuole assumere la poesia una volta al dì, preferibilmente la sera, prima di andare a dormire, per scoprire il lato dolce e rasserenante della malinconia; "Animali in versi" di Franco Marcoaldi, per sentirci un po' meno speciali nella nostra umanità; qualsiasi raccolta di Patrizia Cavalli, perché non si può vivere senza; una poesia specifica: Euridice di Alida Airaghi (dal libro Litania periferica), per rileggere una tra le più profonde storie d’amore antiche, cantata al presente con precisione stilistica sbalorditiva.
L’ultimo consiglio di lettura che sento di dare, non solo alla Premier Meloni ma a chiunque al mondo creda di non avere tempo, è di farlo il prima possibile.

Elena Cataldi
Studentessa di Lettere moderne (Laurea magistrale)
 


      
A un politico zelante, che afferma di non avere il tempo di leggere una pagina che non sia dell’appassionante fascicolo del Pnrr – il vero best seller del momento, che appassiona visceralmente come non farebbero dieci capolavori della letteratura messi insieme – non si può che consigliare La brevità della vita, l’ameno libretto in cui Seneca consiglia di non lasciarsi travolgere dagli impegni, dai doveri, dal lavoro e di sforzarsi di essere padroni non della Terra ma della propria esistenza. Solo così si vive pienamente ogni giorno – giorni che non sono altro che piccole morti, perché guai a dimenticare che prima o poi dovremo abbandonare questo mondo e che ogni secondo che passa è un gradino che ci avvicina alla fine. Facile, verrebbe da dire: questa è la filosofia dei nullafacenti, specie di hikikomori ante litteram che preferivano starsene a casa invece che uscire alla luce del sole e darsi da fare in qualunque attività utile e proficua. Poi basta scorrere la biografia di Seneca per capire che proprio lui, così saggio, era immerso nella spirale politica fino al collo, tanto da essere processato sotto Caligola, esiliato da Claudio, richiamato in patria dalla madre di Nerone, nominato consigliere del giovane imperatore prima di essere accusato di congiurare contro quest’ultimo. Altro che dolce – e filosofico – far niente. Lo immaginiamo scorrazzare qua e là dalla mattina alla sera, tra falsi sorrisi e utilissime strette di mano, trame segrete e accordi politici. E Roma non era una città facile neanche allora: contava oltre un milione di abitanti e, come racconta Giovenale, era piena di ipocriti approfittatori, ruffiani, intellettuali dalla penna facile e affittacamere disonesti (certo più esacerbati di oggi: non avevano neanche la consolazione del Giubileo). Quindi cosa le posso dire? Legga "La brevità della vita", Presidente Meloni, e si riempia per un’oretta di massime sagge e profonde. Ché tanto poi, chiuso il libro, sia lei che Seneca sarete liberi di dimenticare tutto e tornare ai gravosi impegni che vi stanno a cuore.

Anna Di Cesare
Studentessa della facoltà di lettere presso la Sapienza, Roma