Amanti di serie A
Visto in tv (nella serie “Inside Amy Schumer”) sembrava una bella invenzione satirica. Poche settimane è capitato davvero, a Maggie Gyllenhaal. Amy Schumer – in uno sketch con Tina Fey e Patricia Arquette – celebrava il Last Fuckable Day di Julia Louis-Dreyfus: l’ultimo giorno in cui l’industria dello spettacolo considera un’attrice scopabile. Per Maggie Gyllenhaal la data di scadenza è arrivata a 37 anni. Quando le hanno detto che non era credibile come “love interest” (“fidanzata” rende meno bene l’idea) di un attore che ne aveva 55.
Le attrici dismesse finivano a girare film horror. Bette Davis ottenne la sua partaccia in “Che fine ha fatto Baby Jane?” di Robert Aldrich dopo aver messo un annuncio su una rivista di cinema (“trent’anni di esperienza, versatile e con un carattere migliore di quel che dicono in giro, cerca lavoro stabile a Hollywood”). Jane Fonda e Lily Tomlin sono state più fortunate, scansano l’horror per una serie tv, già rinnovata per la seconda stagione. Trentacinque anni dopo “Dalle nove alle cinque… orario continuato” – vale come “last fuckable day” di Hanoi Jane, nel film il marito la lascia per una segretaria o poco più, costringendola a cercarsi un lavoro – le ritroviamo in “Grace and Frankie”. Con un bel salto generazionale, dietro la serie c’è Marta Kauffman, per 10 stagioni tra gli sceneggiatori di “Friends”.
Prodotta da Netflix (nata per distribuire dvd via posta, ora propone contenuti propri tra cui “House of Cards”, in modalità “fate indigestione se vi pare”: tutti gli episodi della stagione in un colpo solo), “Grace and Frankie” ha l’idea incorporata nella sigla. Due torte di nozze, due coppie di zucchero in cima alle torte di nozze (lei in colori pastello lui in nero), le coppie che litigano e – qui sta la sorpresa – i due omini di zucchero che si sbaciucchiano tra la panna dopo aver cacciato giù dalla torta le rispettive consorti.
La tradite, per venti anni consecutivi, sono appunto Jane Fonda (tiratissima, in una scena davanti allo specchio sgancia gli elastici che le hanno spianato le rughe a cena) e Lily Tomlin (fricchettonissima, vegetariana, bruciatrice di incensi). Non si sopportano, non si sono mai sopportate, vorrebbero continuare a non sopportarsi. Non hanno fatto i conti con i mariti piccioncini, che dopo due decenni di bugie escono allo scoperto “perché ora possiamo sposarci”. Lily Tomlin (delle due è Frankie) ha perfino raccolto i soldi e marciato perché due maschi avessero il diritto di farlo, in California.
Horror evitato, o forse solo mascherato. Grazie a un investimento dei rispettivi mariti, e già amanti, le due finiscono nella casa sulla spiaggia, comprata insieme e goduta a settimane alterne, per l’incompatibilità tra le consorti. Grace ha due figlie femmine, Frankie (di cognome Bergstein) ha due figli maschi. Uno è nero, quindi adottato, e a lui toccano le battute migliori. Quando la madre riferisce del nuovo amore di papà, si guarda in giro e chiede: “Non dovrebbe essere presente uno psicologo? C’era il pomeriggio che è morto il cane”. Quando viene invitato a cena dal genitore – assieme ai figli dell’altro genitore impegnato a sfogliare cataloghi per giovani spose, sogna un matrimonio da favola dopo gli anni passati a nascondersi – fa una domanda che riporta tutti sulla terra. “Ma se papà avesse tradito per vent’anni la mamma con una donna, sicuri che saremmo qui a festeggiarlo con i lucciconi agli occhi?”.


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