Vecchi merletti
Non chiamatele escort. Propongono una “Girlfriend Experience”. Così sta scritto sulla pagina web rosa polvere disegnata per attirare i clienti. Nome d’arte “Ashley”, che stuzzica e procura sussulti erotici, a dispetto della brutta esperienza toccata agli iscritti del sito d’incontri Ashley Madison (fatte le debite proporzioni, un nome ben inventato come lo fu a suo tempo, nel settore dei bestseller per signore, lo pseudonimo Sveva Casati Modignani).
Un’uscita da fidanzata, in abiti eleganti, senza minigonne da strada o scollature da rimorchio al bar. Appuntamenti di durata da concordare, dall’oretta buona per un drink al fine settimana tropicale. Sesso, certo, le fotografie mostrano gonne sollevate e camicie sbottonate su corpi poco più che adolescenti. Ma il ricco cliente chiede anche – lui preferirebbe dire “soprattutto”, per darsi un tono – ascolto, buona compagnia, una che sappia trovare le posate giuste al ristorante di lusso senza bisogno delle occhiate che Richard Gere lancia a Julia Roberts in “Pretty Woman”, risate puntuali alle battute che fanno ridere solo se ci si mette d’impegno.
“The Girlfriend Experience” – l’originale, non la serie targata Starz che possiamo vedere in streaming su Infinity Tv dall’11 aprile – era un film diretto nel 2009 da Steven Soderbergh. Il regista cominciò la sua carriera sotto il segno del sesso (anche solo parlato, o comunque negato) vincendo nel 1989 la Palma d’oro a Cannes con “Sex Lies & Videotape”. Venti anni dopo fece un check up, appunto girando la pellicola con la pornostar Sasha Grey come protagonista. Primo passo che nel 2011 indurrà la ragazza a mollare il porno per una carriera musicale e letteraria – il suo romanzo erotico uscito nel 2013 si intitola “The Juliette Society”, riferimento d’obbligo al Marchese de Sade – con la giusta infarinatura filosofica: Pasolini, Levinas, Sartre.
Mettevi subito il cuore in pace, Sasha Grey nella serie non c’è. C’è invece Riley Keough, figlia di Lisa Marie Presley, quindi nipote di Elvis Presley: per chi ha memoria cinematografica, era una delle bellissime spose-schiave in “Mad Max: Fury Road” di George Miller. Qui ha la parte di Christina, studentessa al secondo anno di Legge (siamo a Chicago). All’inizio va di colloquio in colloquio per uno stage, chignon ben pettinato, gonna a tubo, tacchi alti e camicia bianca. Passano i decenni, ma lo scioglimento dello chignon – sullo schermo piccolo o grande – resta un segnale dei sensi che si scatenano. O fingono di scatenarsi: Christine sembra dominare piuttosto bene i danarosi clienti con cui si finge devota e interessata (e la prima volta, su suggerimento di un’amica che già abita un bell’appartamento molto al di sopra delle sue possibilità, ordina al room service il più caro champagne della lista).
Aggiornato di qualche altro annetto, il formato “The Girlfriend Experience” (la serie di tredici episodi è scritta da Lodge Kerrigan e da Amy Seimetz, Steven Soderbergh dà il suo benestare figurando tra i molti produttori esecutivi) rivela i suoi anni. Tanto più che a Cannes nel 2013 François Ozon aveva presentato “Giovane e bella”: stesso tema, con una protagonista diciassettenne che andava al liceo (la splendida attrice era Marine Vacth), neanche un’ombra di moralismo. Che purtroppo la serie non riesce a scansare. Non tanto quando racconta gli incontri tra le lenzuola. Quando racconta lo studio di avvocati dove Christine lavora da stagista. Carrieristi in lotta per il potere, facilmente manovrabili dalla stessa ragazzina sveglia che in ufficio deve limitarsi al copia&incolla.
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