Appunti per capire la post verità di Mattarella sulla legge elettorale

Al direttore - Nel calendario elettorale 2017, Vincino ha dedicato il 25 aprile a Giggino Di Maio… consciamente o inconsciamente trattasi di speranza di Liberazione da tale figuro… auspici per l’anno nuovo?

Avv. Ernesto Nobile

 

Al direttore - Raramente ho letto un articolo bello e profondo come “Vogliono annientare Israele” di Giuliano Ferrara. Non mi stanco di leggerlo, perché mi voglio convincere che Israele non è solo e che per fortuna esistono ancora persone che non si allineano, che sanno distinguere il vero dal falso, che non odiano per partito preso. Desidero far arrivare tutta la mia gratitudine a Giuliano Ferrara per il suo amore per la verità e per Israele, per esprimerlo e saperlo esprimere con tanta intensità.

Silvia Conti

 

Al direttore - Più che il voto al Consiglio di sicurezza dell’Onu contro gli insediamenti di Israele, avrebbe dovuto scandalizzare la standing ovation – nessuno escluso tra i presenti – che è esplosa al termine della conta dei voti. Questo testimonia quanto sia diffuso e radicato nel mondo l’odio verso Israele? Brutta gente gli esseri umani.

Luigi De Santis

 

Al direttore - Non penso che il populismo sia il vero problema di questo anno che inizia. Le critiche al palazzo verrebbero ignorate dai cittadini se la politica si occupasse meno di poltrone e leggi elettorali e più di lavoro e sicurezza. Tutti i partiti cercano di essere populisti e tutti accusano gli altri di esserlo. Un nuovo esecutivo diventa un mezzo per chi governava di restare fuori quel tanto che basta per accattivarsi gli elettori con nuovi slogan. Solo il tempo può farci capire se chi viene additato per aver fatto facile propaganda è poi in grado di produrre qualche soluzione utile. Un vero leader sarebbe in grado di prendersi la responsabilità delle proprie decisioni coraggiose, ispirate da una visione ben chiara di futuro di crescita del paese. Persone di questo tipo danno fastidio al nostro attuale sistema politico e non viene dato loro alcuno spazio, in quanto non asserviti e non manovrabili. Ben venga quindi il populismo che usa argomenti cari ai cittadini e fa in modo che almeno si inizi a parlarne. La concezione populista della politica nasce alla fine del 1800 come rivolta dei contadini e non credo sia corretto usare questo termine con accezione negativa. Noi contadini sappiamo che per raccogliere bisogna prima seminare e che la fattoria fallisce se prendi troppi soldi a chi produce per darli a chi fa nulla. Abbiamo consapevolezza di quanto sia importante, affinché la pianta prosperi, togliere prima tutti i parassiti.

Diego Faletti

 

Al direttore - Qui come dice il nostro elefantino più che fake è superfake sulla “finta” mancanza di una legge elettorale la realtà è che la maggior parte delle forze politiche a parte i populisti non ha voglia di andare a votare e quindi ogni scusa pardon ogni fake è buono da giocarsi.

Roberto Carletti

 

Mattarella ha detto che “senza legge elettorale vi è un alto rischio di ingovernabilità”. Eppure tutte le leggi elettorali che l’Italia ha avuto negli ultimi vent’anni hanno sempre portato ingovernabilità. Solo una legge elettorale potrebbe portare governabilità (il doppio turno) ma curiosamente è proprio quella la legge elettorale che non vuole nessuno dei teorici del “bisogna arrivare al 2018 per fare una legge elettorale che garantisca la governabilità”. La verità è che nessuno vuole una vera governabilità (no competizione, sì consociazione). Si cerca solo una buona scusa per non andare a votare subito (la legge elettorale c’è, si può votare anche domani volendo) e si cerca solo una buona scusa per dire con altre parole quello a cui tutti stanno lavorando: “Senza una legge elettorale che con calma crei le condizioni per una grande coalizione permanente tra Pd e Forza Italia non si deve votare”. Tu chiamala se vuoi post verità.

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