La goduria del manifesto pro mercato di Leonardo Del Vecchio
Al direttore - I cinesi: anche il nostro contratto con Mao non era valido.
Giuseppe De Filippi
Super. Caso Roma, caso Raggi: ricorso inammissibile ma non illegitimo. La truffa del Movimento 5 stelle è ovvia ed evidente. E’ una truffa politica ma anche una truffa costituzionale: un blog solo al comando teleguidato da un’azienda privata sola al comando che costringe i suoi eletti a firmare penali che vanno a violare molti articoli della Costituzione, primo tra tutti quello del nessun vincolo di mandato (articolo 67). La democrazia diretta è un imbroglio all’interno del quale gli eletti non rappresentano i loro elettori ma diventano sudditi di un algoritmo. Prima o poi se ne accorgeranno anche questi giudici così attenti a non pestare i piedini ai portavoce delle procure.
Al direttore - “Il circo Barnum chiude dopo 146 anni. La concorrenza del M5s era diventata insostenibile” (Fausto Panunzi, docente di Economia politica alla Bocconi, su Twitter). Poi dicono che gli economisti sono “scienziati tristi”.
Michele Magno
Al direttore - Il sindaco di Napoli, Don Gigino de Magistris, intende conferire a Maradona la cittadinanza onoraria. Anche nelle celebrazioni, deve esserci “modus in rebus”. Fortissimo, ma meno di Pelé, in campo, Diego non può essere considerato un “maestro di vita”, e neppure di sport, per i giovani: troppe frequentazioni discutibili con i camorristi, la dipendenza dalla cocaina, la rete segnata di mano, quindi slealmente, nei quarti di finale del Mondiale 1986, ai danni dell’Inghilterra. Con le feste, eccessive, a Maradona, i napoletani si abbandonano ai sogni, anche per non fare i conti con i tanti problemi, e i drammi, quotidiani. Somigliano al protagonista della commovente commedia di Don Eduardo De Filippo (1900-1984), “Natale in Casa Cupiello”, che cercava di dimenticare i guai, tornando bambino e dedicandosi all’abbellimento del presepe. Oltre che le lezioni, di teatro e di vita, di De Filippo, i napoletani dovrebbero ricordare i tanti intellettuali, che hanno vergato pagine magistrali, ancora oggi attuali. Solo due nomi: il regista di “Mani sulla città”, Francesco Rosi (1922-2015) – padre di Carolina, attrice e vedova di Luca De Filippo (1948-2015) – e lo scrittore Ermanno Rea (1927-2016) che, nel bel libro “La dismissione”, ha raccontato la sconfitta, amara, della città in una “partita” molto delicata: lo smantellamento dell’acciaieria di Bagnoli, alle porte di Napoli, che Renzi, contrastato da De Magistris, ha tentato di riaprire.
Pietro Mancini
Al direttore - Sono talmente stufo dell’ipocrisia della cosiddetta classe dirigente, che per me il termine “populista” è diventato una medaglia al valore. Ormai, se uno osa contraddire governo, Europa, Pd, Papa Bergoglio ecc. è un populista (una volta gli si dava direttamente del fascista). Nel merito Cazzola omette di dire che la riforma Maroni salvaguardava le pensioni di anzianità a 40 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica, mentre la riforma Fornero abolisce totalmente l’anzianità e sposta sempre più in là nel tempo la vecchiaia. Altro che eredità del governo di centrodestra. In particolare chi scrive sarebbe andato in pensione quest’anno (2017) con la legge che esisteva al momento in cui cominciai a lavorare, nel 2022 con la riforma Maroni, nel 2028 con la riforma Fornero. E avendo anche riscattato gli anni di laurea, oltre il danno avrò anche la beffa, visto che non ci sarà più l’anzianità. Dire che la legge Fornero è una porcheria è dire poco.
Lorenzo Tocco
Al direttore - Del Vecchio andrebbe venerato come si fa con pochi altri imprenditori. E’ il miglior esempio di cosa voglia dire fare impresa, ingrandirsi, diventare protagonista sul sempre più competitivo mercato internazionale. Senza troppe rivendicazioni, lamentele, ossessiva presenza sulla stampa. Niente di tutto questo, solo lavoro e ricerca del meglio per la sua azienda. Il mercato è libero e la sua ultima mossa lo ha dimostrato, se ancora ce ne fosse bisogno. Ma sono sicuro che tra qualche ora s’alzerà il solito e tristissimo polverone, con le più variegate accuse d’aver tradito la patria e di aver snaturato la sua azienda per meri interessi personali. E se anche fosse così? Ci sarebbe qualche problema?
Gualtiero Rogani
Fantastico Leonardo Del Vecchio ieri sul Corriere. La sua intervista era un manifesto pro mercato. Italiani? Francesi? “Siamo tutti europei, ma è soprattutto il mercato ad essere globale”. Viva le fusioni, viva il mercato, viva la globalizzazione.