Altri effetti della scissione del Pd: aiutare il centrodestra a sbarazzarsi dei Salvini
Al direttore - D’Alema: per il centrosinistra serve costituente. Soliti sei mesi?
Giuseppe De Filippi
Secondo il calendario di D’Alema, mancano cento giorni alla data x. Ci siamo.
Al direttore - Pier Luigi Bersani insiste nel dire che, nel Pd, una scissione c’è già stata: quella tra il partito a trazione renziana e il suo elettorato. Bersani – che è “un uomo d’onore’’ come Bruto – non spiega da dove provenga quel 30 per cento di voti che i principali sondaggi attribuiscono al Pd, nonostante tutto: forse si tratta di anime morte?
Giuliano Cazzola
Uno come Bersani è sempre meglio averlo che perderlo, ma la scissione credo sia ormai inevitabile e alla fine potrebbe essere anche salutare per il Pd: si perde qualcosa a sinistra, si guadagna qualcosa da qualche altra parte. Salutare per il Pd, ma forse anche per il centrodestra, che con un partito di centrosinistra depurato dal veterocomunismo sarebbe costretto, probabilmente, a fare quello che sognano tutti gli elettori moderati: affrancarsi rapidamente da una schiavitù, quella del neo populismo salviniano.
Al direttore - Accadono cose troppo gravi e inammissibili nel nostro paese. La magistratura ha il potere di indirizzare la Storia in un certo modo, la gente ha ragione di essere sconcertata. L’ex presidente Gianfranco Fini ha ricevuto solo ora un avviso di garanzia per l’affare “Casa di Montecarlo” che risale ormai a tanti anni fa. Potrebbe benissimo essere innocente, su questo non c’è dubbio. Ma il fatto che sette anni fa l’allora presidente Napolitano, quasi tutte le forze politiche, quasi tutti i giornali e le televisioni abbiano appoggiato e in un certo senso “usato” il presidente Fini per indebolire il centrodestra e i governi Berlusconi rende la vicenda inquietante al massimo. Gli avvisi di garanzia all’allora presidente Berlusconi, ad altri esponenti del centrodestra, venivano emessi e resi pubblici a tutto il mondo con la massima sollecitudine.
Pietro Ferretti
Al direttore - Gli anniversari sono come le cavallette, una calamità. Siamo, ahimé, a quello del 1977. Prima che si imponga un’unica vulgata, quella odierna del Corriere a firma Carlo Rovelli, che scomoda Taizé, i movimenti pauperisti del Trecento e le Comunità dei sognatori. Io c’ero. Avevo la loro età, vivevo tra Milano e Torino, militavo in Comunione e Liberazione. Centinaia di ragazzi di Cl nelle scuole italiane e nelle università, ma anche nelle fabbriche e negli uffici, in quegli anni hanno difeso la libertà di tutti dai Dreamers che seminavano violenze e intolleranze. Altro che sognatori. I Dreamers del ’77 avevano nelle bisacce chiavi inglesi e bottiglie molotov e francamente non ne ho conosciuto uno capace di indicare sulla cartina muta Taizé. Per il resto erano abbastanza sprofondati nell’ignoranza per poter sapere cosa fossero le comunità ereticali del Trecento. Rivendico, con quegli altri giovani ciellini, qualunque vita abbiano vissuto poi, di essere stato dalla parte giusta in quanto alla cultura, all’etica e alla politica, perché ci sono sempre una parte giusta e una sbagliata. I sognatori erano dalla parte sbagliata. Poi loro hanno vinto, certo: si sono iscritti al Psi e hanno fatto folgoranti carriere. Nei giornali, nelle procure e nelle università. Ma sognatori no, non lo sono mai stati. E che cavolo, pure sognatori no!
Giampiero Beltotto
Al direttore - La National Security Agency spiava la Merkel, ma il (pre-)cialtrone in chief “non lo sapeva”. Pubbliche scuse della Cia per le attività di “sorveglianza” sui senatori (in violazione del IV emendamento), ma “La Casa Bianca ha tuttavia preso le difese del direttore Cia”. Imbarazzante cantonata dei servizi segreti che costringe Obama e Kerry all’umiliante “inversione a U” sul golpe dei colonnelli in Turchia. Per non parlare dei rapporti della geniale intelligence su “primavere arabe” e dintorni… Well done, John Brennan! (Sì, è il favoloso ex direttore della Cia. Quello che: “Flynn è ricattabile dai russi”). Così, giusto per ricordare…
Gaetano Tursi