Il complotto dei telefoni è comico quasi come quello dei frigoriferi
Al direttore - Speranza: che mi ha cercato qualcuno?
Giuseppe De Filippi
Il complotto dei telefoni è comico quasi come il complotto dei frigoriferi.
Al direttore - Michele Emiliano: “Io, Rossi e Speranza? Siamo come un candidato unico”. Il mistero della Trinità nell’èra delle fake news.
Michele Magno
Al direttore - Polemica nel Pd, rischio scissione: siamo alla mischia tra maschi alfa (o presunti tali). Quando non se ne capiscono più bene le ragioni, quando tutto è confuso e restano solo posizioni di principio e rigidità relazionali, significa che nel branco è scattata la lotta per il primato. L’appello delle donne del Pd andrebbe ascoltato. Ma forse è troppo debole: in tempi di sessismo e femminicidio, le donne del Pd dovrebbero arrabbiarsi di brutto e non andare alle riunioni, tanto per marcare il punto. Ormai non è questione di ragione o torto: ogni parte punta sulle sue ragioni e evoca apocalissi, del tipo “après moi le déluge”. Si parla dell’altro ma non lo si incontra mai; ci si rifiuta di telefonare per primi: un tipico problema da maschi. L’incontro, la relazione, il rapporto non piacciono perché sembrano un cedimento. Resta solo tanto orgoglio vuoto, senza virilità. Ma un partito è una famiglia e non basta solo dire la propria: è necessario il confronto. Per confrontarsi serve umiltà. Anni fa una mia cara amica ora scomparsa, mi fece leggere “Il gesto di Ettore” di Luigi Zoja, sulla figura del padre. Ne consiglio la lettura: Ettore si tolse la corazza per poter abbracciare i suoi. Sembra ormai di essere al di là di questo: le parole dell’altro sono delegittimate a priori. Siamo andati troppo oltre: al posto del ragionamento resta solo astio e rancore, unico obiettivo è trattarsi male e umiliare a mezzo stampa. Il Pd muore per non avere il coraggio di andare oltre le dispute personali. Non si rallegrino gli anti-Renzi: purtroppo assistiamo a un triste déjà-vu. Cambiano alcuni protagonisti ma resta l’essenziale: i contendenti per la guida del centrosinistra (chiamatelo pure come vi pare, Ulivo, Unione, Pd…) si azzannano mentre sono al governo e preparano il tracollo successivo. E’ accaduto tra 1996 e 2001, avviene uguale ora. Per Matteo Renzi forse è un umano errare; per gli altri certamente un diabolico perseverare.
Mario Giro, viceministro degli Esteri
Al direttore - Carissimo Mons. Negri, al termine del tuo mandato episcopale nella diocesi di Ferrara-Comacchio, desideriamo esprimerti pubblicamente il sentimento di una vera amicizia che il tempo non ha fatto che accrescere. Ci ha sempre colpito la tua storia personale fin da quando, giovane studente liceale a Milano, hai incontrato don Luigi Giussani e da lui hai imparato a rendere ragione sempre della tua fede, davanti a tutti. Il tuo impegno nella chiesa e nel movimento di Cl è sempre stato un esempio per tanti e chiara testimonianza di fede, carità e cultura. Oggi, che dopo anni di laboriosità intensa e dedizione appassionata prima nella diocesi di San Marino-Montefeltro e negli ultimi anni in quella di Ferrara-Comacchio stai lasciando quanto ti fu affidato, ti sentiamo ancora giovane di cuore e uomo ardente della fede nel Signore. Per questo da te, caro amico, sappiamo che dobbiamo attenderci ancora molto.
Giancarlo Cesana, Peppino Zola, Egisto Mercati, e tanti amici del Movimento
Al direttore - Il riformismo non è un taxi? Già, vero, ma purtroppo in italici lidi, un riformismo autentico non sarebbe un pranzo di gala per nessuno. Dalle cosiddette basi elettorali ai vertici sommi: passando per la Pubblica amministrazione e la magistratura e i sindacati.
Moreno Lupi
Al direttore - VoestAlpine a Lienz: io l’ho visitata anni fa e ne rimasi basito, e ancora ne parlo. E’ praticamente in centro (siamo in Austria!), non è sporca, bella per molti aspetti e con un management visionario, al passo coi tempi e in prima linea coi clienti sui progetti innovativi. Si può fare, non è semplice, ma basta volere e capire cosa si fa in un’acciaieria (poeti, marinai e pizza non c’entrano proprio in questo caso!).
Paolo Bianchettin