Ong, Consip, de Bortoli, Vaccini. Appunti per un manifesto della post verità
Al direttore - “Il confronto fra il Dna mitocondriale dell’attuale popolazione toscana e quello estratto da ossa scoperte in alcune tombe antiche, ha mostrato che gli etruschi non erano arrivati dall’Anatolia, come invece sosteneva Erodoto, ma erano una popolazione autoctona italica, come sosteneva Dionigi di Alicarnasso” (Le Scienze, 11 febbraio 2013). Secondo un giornalista di specchiata competenza in biologia evolutiva, oggi i discendenti di quella antica popolazione sono per lo più massoni e banchieri concentrati, in particolare, nella comunità aretina. Dal genoma di James Watson e Francis Crick al genoma di Ferruccio de Bortoli.
Michele Magno
Ci faccia caso. I tre grandi temi che in questi giorni scaldano i cuori degli amici del M5s condividono un metodo comune. Dalle Ong al caso Consip fino al caso de Bortoli: non è solo la repubblica del pettegolezzo, è la repubblica del sentito dire. E in questa repubblica le verità, come direbbe il dottor Zuccaro, se vengono smentite pazienza; restano comunque delle “ipotesi di lavoro”.
Al direttore - Leggo sul Fatto di ieri, in un articolo di Giorgio Meletti, una frase illuminante che ci spiega bene che cosa è oggi la post verità. “Un anno dopo il quadro è cambiato, in peggio. Le due banche hanno detto no a Zonin e la loro crisi si è aggravata. Bankitalia continua il suo pressing. Però nel frattempo si è offuscata la stella di Zonin. Consoli sembra avere in mente una mossa: una fusione a tre che salvi capre e cavoli. Ne parla con il non meglio identificato Vincenzo. Da come parlano si intuisce che coinvolgere nell’operazione Etruria, molto più piccola delle altre due, è ritenuto utile a catturare attenzione e benevolenza del governo Renzi. Qui quello che conta non sono i fatti concreti, perché alla fine non è accaduto niente, ma la ricostruzione dell’atmosfera e delle percezioni che i protagonisti della crisi bancaria hanno sull’attitudine di Renzi e Boschi. Li considerano pienamente dentro la partita, forse sbagliando, ma questo è utile a capire in quale contesto tutte e tre le banche hanno finito per sfasciarsi completamente”. Mi sembra il manifesto perfetto della post verità.
Marco Martini
Formidabile. In pratica non importa se un fatto sia vero oppure no. Importa che sia verosimile. Importa la percezione. A volte tutto questo nemmeno conta: nell’epoca della post verità, quello che diventa il discrimine tra ciò che è vero e ciò che è falso, è se i contenuti diventano virali oppure no. Se poi sono bufale o no non importa. L’importante è l’atmosfera. E se poi l’atmosfera ha quell’odore lì che sappiamo, e viene sparata con il ventilatore, ancora meglio: ci si sente subito a casa.
Al direttore - Davvero crede sia giusta la scelta del governo di varare un decreto che prevede l’obbligo dei vaccini per i bambini che devono essere iscritti alla scuola elementare? Non intravede uno strano spirito statalista, in questa scelta?
Luca Meffi
E’ una scelta sacrosanta che nasce da un cortocircuito che andrebbe segnalato: nel momento in cui è necessario ripetere che i vaccini obbligatori sono obbligatori c’è qualcosa che non funziona più nel nostro rapporto con la scienza e con la medicina ed è giusto intervenire, sui vaccini, prima che sia troppo tardi. In un sistema non guastato dalla diffusione delle teorie del complotto per chiudere il discorso sui vaccini sarebbe sufficiente dire che la scienza non è fatta di due campane, che se due più due fa quattro non si può dire che sia interessante ascoltare chi dice che fa cinque e che gli anti vaccinisti che dicono che i vaccini obbligatori non sono sicuri dicono una bugia in quanto affermano una verità alternativa non dimostrata dai fatti. Intervenire su questo punto è importante non solo per una questione culturale (chissenefrega) ma soprattutto per una questione legata alla salute dei nostri figli. Quando la media dei vaccinati scende sotto la soglia del 95 per cento si perde la così detta immunità di gregge, che tutela i bambini più deboli che per varie ragioni non possono vaccinarsi. I dati italiani sono preoccupanti e stanno peggiorando: l’andamento della curva che rileva i vaccini obbligatori da qualche anno ha cominciato a scendere, nel 2016 ha toccato quota 93 per cento per le sei vaccinazioni contenute nell’esavalente e nello stesso anno la copertura del vaccino MPR (morbillo, parotite, rosolia) ha toccato quota 85 per cento. Negli ultimi sette mesi, in Romania, 3.446 persone sono state colpite dal morbillo. Tra queste, come abbiamo già ricordato, 17 persone sono morte. Nel 2015 in tutto furono 7, in soli dodici mesi. In Romania la copertura per il vaccino MPR (morbillo, parotite, rosolia) è pari all’80 per cento per la prima dose, contro una media europea che invece è del 90-95 per cento. Serve aggiungere altro?