Legge anti gogna: aumentare le pene contro le intercettazioni illegali
Al direttore - A quanto pare continua il corteggiamento a distanza tra M5S e galassia cattolica. Dopo l’endorsement del quotidiano della Cei di qualche settimana fa (che qualche vescovo ha fatto finta di ridimensionare con il più classico degli espedienti, ovvero la finta presa di distanza ex post, con buona pace del fatto che se davvero i vertici della Cei non sapevano nulla, come pure si è letto, della doppia intervista del direttore al Corsera e di Grillo ad Avvenire, vista la delicatezza del tema e la particolare “natura” di un giornale come quello dei vescovi, qualsiasi direttore sarebbe stato “dimissionato” in due secondi netti), sabato scorso a margine della marcia Perugia-Assisi il leader M5S ha annunciato urbi et orbi – con una battuta dal sapore inequivocabilmente (e ostentatamente) politico – che i grillini sono i nuovi francescani. Battuta che di per se farebbe schiantare dal ridere non perché pronunciata da un comico, ma perché chiunque conosca un minimo di storia e l’ideologia grillina, sa perfettamente che non vi potrebbe essere distanza maggiore tra S. Francesco e i catari, di cui i grillini sono una versione 3.0 (per tacere il non banale dettaglio che come tutti i capipopolo che si rispettino, Grillo predica male e razzola peggio dal momento che non ci risulta abbia fatto voto di povertà). Se non fosse che non c’è proprio nulla da ridere. Anzi c’è da piangere. Non tanto e non solo per le bellurie grillesche (è dovuto intervenire persino il card. Parolin, non esattamente un pinco pallino), ma più ancora per il richiamo che le sirene pentastellate sembrano esercitare su una parte, minoritaria ma rumorosa, della chiesa italiana e su certi ambienti cattolici. Fascino che oltre a quello naturale di ogni eresia (simile a quello, mutatis mutandis, che tanti cattolici nutrono, ad esempio, per Lutero) non si spiega se non alla luce della crisi, in primis dottrinale, in atto in una chiesa che sembra più interessata alla giustizia sociale che alla salvezza delle anime, all’insegna di un vangelo a misura d’uomo che del cristianesimo, quello vero, è una scialba caricatura. E dal momento che ieri si è aperta l’Assemblea della Cei da cui uscirà la terna dei nomi per il prossimo presidente, a questo punto non resta che sperare che lo Spirito Santo ci metta una pezza.
Luca Del Pozzo
Al direttore - Intervenendo al convegno internazionale sullo sviluppo demografico, “cicogne e foglie di cavolo - la sfida del nuovo millennio”, un noto esponente di un importante consesso di magistrati, ha sostenuto che le intercettazioni possono essere tranquillamente acquistate presso gli uffici postali o nelle tabaccherie. Per cui, ha proseguito l’oratore, continuare a gettare ombre e sospetti sui pm o sulla polizia giudiziaria ė una post-verità.
Valerio Gironi
A proposito di magistrati. Abbiamo scritto che, essendo ormai diventata l’Italia una repubblica giudiziaria, non possiamo che sperare che siano magistrati illuminati a impegnarsi per far tornare il nostro paese alla normalità. Nello Rossi, ex procuratore aggiunto di Roma, sabato scorso è stato interrogato (sic) da Liana Milella su Repubblica e sulle intercettazioni ha detto una cosa di buon senso, sulla quale torneremo. Dice Milella, rispetto all’intercettazione non penalmente rilevante, non compresa negli atti giudiziari, pubblicata in modo probabilmente illegale dal Fatto Quotidiano: “Qualunque giornale del mondo, se l’avesse avuta in mano, l’avrebbe pubblicata”. Risposta di Rossi: “Ma con quali conseguenze? In altri Paesi ci sono giornali che hanno chiuso per le pesanti sanzioni economiche in cui sono incorsi per pubblicazioni “arbitrarie”, cioè contra legem. Ma in Italia il rischio è risibile, perché pagando una modesta oblazione si sana ogni violazione”. E’ così e l’articolo 684 del codice penale, alla voce “Pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale”, prevede che “Chiunque pubblica, in tutto o in parte, anche per riassunto o a guisa d’informazione, atti o documenti di un procedimento penale, di cui sia vietata per legge la pubblicazione, è punito con l’arresto fino a trenta giorni o con l’ammenda da euro 51 a euro 258”. Cinquantuno euro e 258 euro. Basterebbe aggiungere tre zeri in più, portando per esempio da 258 a 258 mila il costo dell’oblazione, per rendere la gogna non più economicamente conveniente, almeno dal punto di vista editoriale. Non vorrete mica dirci, cari amici manettari, che chi commette un reato è sostanzialmente giusto che la faccia franca, no?
Al direttore - Non ricordo più chi disse che la libertà consiste semplicemente nel sentire suonare alla porta, il mattino presto, e pensare che sia il lattaio. Purtroppo, oggi, siano indotti a ritenere che, a suonare il campanello, siano i carabinieri anche quando è solo il postino.
Giuliano Cazzola
Al direttore - A Taranto, si vota in un “Mar grande” di liste con candidati a sindaco e in un “Mar piccolo” di idee. Eppure, di queste ne avrebbe tanto bisogno, per uscire dal suo declino. Quello che stupisce della Città dei “Due mari”, che buona parte dei candidati a primo cittadino, sono stati o sono magistrati e, non ultima, la direttrice del carcere, Stefania Baldassarri, per la destra camuffata di liste civiche. Si rischia di passare dal consiglio comunale a un consiglio giudiziario. Con la Baldassarri sindaco: ogni giorno la sua pena.
Biagio Marzo