Elogio del politico che sa fare politica senza cercare vendette, diciamo
Lettere al direttore Claudio Cerasa
Al direttore - Alfano non arriva al 5 per cento nemmeno se lo metti tutta la notte in carica.
Michele Magno
Al direttore - Walter Veltroni è sempre più uomo di cinema. Sul Corriere della Sera, con la regia di Cazzullo, ha inaugurato la stagione delle interviste di retrospettiva.
Valerio Gironi
Ce ne fossero di leader politici come Veltroni che riescono a far politica pur non essendo più in politica e che riescono a far parlare di sé non per la quantità di veleno diffusa ma per la quantità di idee offerte nel dibattito pubblico. Diceva Giovenale che la vendetta è il piacere abietto di una mente abietta. Non capirlo è un po’ da stupidi, diciamo.
Al direttore - Solo ora gli onorevoli Alfano, Formigoni e altri si accorgono che l’ex presidente Renzi ha un caratteraccio incorreggibile, per cui quasi sempre è impossibile la convivenza o alleanza?
Pietro Ferretti
Al direttore - Tutto bene? Forse no. Bene l’economia, apprendiamo, presto riverbererà effetti positivi sulla politica sperando possa porre fine al clima dell’emergenza, non sempre ben affrontata ma si fa quel che si può, signora mia, non quello che si deve. Bene, si spera, anche il confronto vittorioso degli “aperturisti” con i “protezionisti”, storia antica già vissuta a Roma tra i filoellenici del circolo degli Scipioni e i conservatori alla Valerio Flacco e Marco Porcio Catone, niente di nuovo. Male il sistema di funzionamento del paese che non tarderà a riproporre effetti negativi se non si inverte la tendenza alla deresponsabilità, cominciando dalla politica.
Mario Patrizio
Al direttore - Il pol. corr. fonda la sua base culturale sull'Idealismo: “Riconduce totalmente l’essere al pensiero, negando esistenza autonoma alla realtà fenomenica”. Ovvio che il “pensiero” non possa tollerare limitazioni di genere, razza, religione, tradizione, tutto ciarpame fenomenico. Anzi, il pensiero “pensa se stesso” nell’unico modo che possa soddisfare il suo “essere pensiero”. Sembra complicato, ma non lo è: è solo l’ultimo inganno, l’ultima truffa, l’ultima suggestione, per avere il controllo delle masse. Luciana Castellina rimpiange la morte delle “ideologie” e il loro immenso potere aggregante. Non ha mica torto. Infatti cercano di cambiare il vestitino e riproporcele.
Moreno Lupi
Al direttore - Raramente mi capita di condividere totalmente un’opinione. Oggi però leggendo l’articolo di Cerasa è successo, e mi piacerebbe saper scrivere in maniera così efficace di idee che sento anche mie. Basterebbe saper leggere però, per capire che Cerasa non ha fatto un’esaltazione dello status quo, ma ha semplicemente detto che in Italia è in corso una battaglia tra costruttori e demolitori. Per costruire c’è un sentiero da percorrere, chiaro e definito, nel sentiero potremmo anche provare ad abbattere la burocrazia ed i vincoli inutili, ad avere una giustizia snella e confinata nello spazio destinatole dalla costituzione, a costruire un’unione europea più moderna e vicina. Le A dai rating siamo noi a togliercele da soli, andando dietro a pifferai avventurieri, facendoci fregare da vere fregnacce, come la difesa della costituzione fatta da eversori che in realtà pensano a nuovi assurdi modelli, una falsa web democrazia (etero)diretta che nasconde veri rischi di derive autoritarie.
Angelo Balestrazzi
Al direttore - Ultimamente molti studenti delle università americane hanno boicottato i discorsi di alcuni membri dell’Amministrazione Trump: a Notre Dame, gli studenti sono usciti quando il vicepresidente degli Stati Uniti Mike Pence stava per incominciare il suo discorso inaugurale, mentre altri studenti hanno fischiato il segretario all’Educazione Betsy DeVos alla Bethune-Cookman University. Anche in Europa non siamo nuovi a questi spettacoli illiberali da parte di chi si professa profondamente…liberale. Solo per citarne alcuni, all’Università Roma 3, è stato negato il diritto di parlare all’ant-abortista Gianna Jessen e all’Università di Lovanio (Belgio), un professore è stato sospeso per aver discusso il diritto all’aborto. Siamo di fronte a un caso in cui molti liberali che si dichiarano estremamente tolleranti, non tollerano per niente un’opinione diversa dalla loro. In particolar modo se conservatrice. Per citare il commentatore statunitense della Cnn Fareed Zakaria, vi è un “anti intellettualismo” nella sinistra liberal, cioè una tendenza nell’autoriconoscimento della propria purezza e superiorità morale che non si degna di sentire un’opinione discorde dalla propria. Ritengo che il compito di una vera élite liberale, non sia quello visto negli spettacoli indecorosi di alcune università sopra citate, ma sia quello di sapere ascoltare a fondo le opinioni differenti riuscendo a capire le frustrazioni della gente, recepire le critiche, comprenderle e migliorarsi per poter essere una vera classe dirigente e non una sbiadita imitazione di una corte francese pre-1789.
Marco Gombacci