Terremoto, il governo ha fatto passi avanti in tema di prevenzione. Ma non lo dice

Le lettere al direttore Claudio Cerasa del 24 agosto 2017

Al direttore - Siamo nell’anniversario del sisma del centro Italia e di fronte al nuovo terremoto che ha colpito Ischia. L’occasione sarebbe dunque propizia per sottolineare i passi in avanti compiuti dal governo in tema di prevenzione. Ma nessuno lo fa, neppure l’esecutivo stesso, che ne avrebbe tutto l’interesse. Anzi, da parte della politica è tutto un susseguirsi di invocazioni di piani di prevenzione (per non parlare di qualche esponente del governo che lancia proposte estemporanee). Proviamo a dare qualche notizia, allora. Casa Italia, il progetto avviato dal governo Renzi nel settembre 2016, ha fornito le sue risposte con le 200 pagine del “Rapporto sulla promozione della sicurezza dai rischi naturali del patrimonio abitativo”, che si deve a 17 esperti e all’apporto dei maggiori istituti di ricerca e del sistema universitario. Risposte tanto più importanti se si considera che Casa Italia è assurto a Dipartimento della presidenza del Consiglio. La direttrice di fondo del Rapporto è chiara: il tema della prevenzione va affrontato, da un lato, attraverso la politica degli incentivi – che si contrappone a quella dell’introduzione di obblighi generalizzati – e, dall’altro, con analisi mirate delle situazioni di più grave pericolo. Il tutto, mediante un’azione strutturale e non emergenziale. Consci che “non è possibile raggiungere un livello di sicurezza del cento per cento a fronte dei rischi naturali, ma solo migliorare il livello di sicurezza” e consapevoli della specificità dell’Italia e del suo patrimonio storico-culturale e paesaggistico unico. Il Rapporto si concentra sulle politiche per la riduzione della pericolosità dei fenomeni naturali, della vulnerabilità degli edifici e del livello di esposizione di persone e cose (i tre fattori che determinano il rischio). Centrali, sul punto, sono le misure contenute nell’ultima legge di Bilancio a proposito di Sismabonus: un sistema di forti detrazioni fiscali collegato a interventi di miglioramento antisismico, che giunge a finanziare sino all’85 per cento della spesa sostenuta. Sistema al quale si affiancherà – specifica il documento – un’operazione di “diagnostica speditiva”, con oneri a carico dello Stato, per gli oltre 550.000 edifici residenziali più vulnerabili nei comuni con maggiore pericolosità sismica. Quanto alle informazioni relative allo stato del territorio e dei singoli edifici, le soluzioni scelte dagli esperti di Casa Italia sono – rispettivamente – la “Mappa dei rischi naturali dei Comuni italiani” e il “Repository unico delle informazioni relative agli edifici”. Strumento, quest’ultimo, che muove dalla constatazione che le pubbliche amministrazioni sono già in possesso delle informazioni sui singoli immobili e che spetta allo Stato ordinarle in un unico archivio, accessibile ai proprietari. “Questo approccio – si legge nel Rapporto di Casa Italia – rappresenta anche una risposta al dibattito relativo all’introduzione del fascicolo del fabbricato. Da un lato, individuando un quadro informativo che fornisce una visione estesa ma non ridondante di informazioni importanti per promuovere la sicurezza di un individuo; dall’altro, facendolo senza oneri per i proprietari degli immobili”. Casa Italia, insomma, ha fatto quello che doveva. Ma nessuno lo dice. Forse perché, trattandosi di un rapporto stilato dai maggiori esperti del settore, non propone le soluzioni alle quali aspira qualche categoria professionale bramosa di racimolare lavoretti con certificati vari e qualche politico in cerca di soluzioni (e consensi) facili. Così va l’Italia.

Giorgio Spaziani Testa, Presidente Confedilizia

 


 
Al direttore - Finalmente una proposta di un ministro italiano da condividere senza se e senza ma. Sapendo che non se ne farà niente. Innalzare l’età dell’obbligo scolastico a 18 anni. Come già accade ad esempio in Belgio. Fino a quando non si diventa maggiorenni, si studia. Poi si decide cosa fare. Così non si crea l’assurdo italiano di giovani (tra 15 e 18 anni) che ingrassano i numeri della disoccupazione, e i ragazzi senza esclusione di nessuno possono concludere almeno il ciclo della scuola media superiore. Una proposta di buon senso. Quindi non se ne farà niente.

Lucia Marinovich

 


 
Al direttore - Benedetto Della Vedova ha ragione, e io sono d’accordo con lui, nello scrivere (Foglio 21.8) che Laura Boldrini rappresenta tutto quello che il radicalismo islamico odia. Dunque, senza se e senza ma, a lei si deve tutto il rispetto dovuto a chi difende e manifesta liberamente le proprie idee. Però Melania Trump va dal Papa in abito nero con tanto di velo e si presenta in Arabia Saudita a capo scoperto. Paradossi.

Valerio Gironi

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