Un pettegolezzo sulla legge elettorale. Un grazie al Parenti
Le lettere al direttore Claudio Cerasa di sabato 16 settembre 2017
Al direttore - I carabinieri a Renzi: un passaggio per tornare a casa?
Giuseppe De Filippi
Al direttore - Invece di fare tutto ’sto casino sui conti correnti della Lega bloccati dai magistrati, perché Salvini non chiede un prestito a Putin?
Michele Magno
Salvini è un male per l’Italia. Ma sequestrargli i conti è una pessima idea da paese non civile.
Al direttore - So come la pensava – caro direttore – a proposito del referendum. Io non ero della sua opinione. Stimandola per la sua onestà intellettuale le chiedo di riflettere sui guasti provocati da un sistema monocamerale, con una legge elettorale che garantisca la dittatura della maggioranza (che poi è solo una minoranza dopata dal premio) in casi come quelli all’ordine del giorno adesso: il disegno di legge, iconoclasta e nostalgicamente invertito, di Emanuele Fiano (che perseguita i simboli di un fascismo defunto e non si accorge di quello che gli siede a fianco in Parlamento); il provvedimento stupidamente vendicativo e incostituzionale sui vitalizi; e, perché no?, taluni aspetti del progetto sullo ius soli (di cui il suo giornale ha dimostrato la sostanziale inutilità). Io credo che questi infortuni legislativi (per non parlare di altre leggi approvate dalla Camera, come il pacchetto sui diritti degli omosessuali) dimostrino quanto sia utile disporre di una seconda Camera con gli stessi poteri della prima ed eletta con regole che non garantiscano, a chi vince le elezioni, di spadroneggiare anche su questioni delicate e attinenti ai diritti di libertà.
Giuliano Cazzola
Al direttore - Quel che sta accadendo a proposito della progettata presidenza e delle finalità della commissione parlamentare di inchiesta sulle Banche, che pregiudizialmente si vorrebbe distorcere contro Tizio o contro Caio oppure per interferire pesantemente nei rinnovi dell’incarico al vertice di Bankitalia o di quello apicale della Consob, segnala che un decollo, mentre incombe una lunga preparazione elettorale, più travagliato e più coerente con un lavoro che rischia di sfociare in risse e nel nulla di fatto non avrebbe potuto esservi. La scelta del presidente, che fino a qualche tempo fa vedeva in campo il “dem” Mauro Marino – persona dotata di particolare competenza, esperienza ed equilibrio, ora presidente al Senato della commissione Finanze – sembra tornata in alto mare nella ricerca non si capisce perché di uno che sia espressione della “politique politicienne” o magari di chi dia garanzie di sostenere comunque non bloccare i suddetti distorsivi decampamenti. La commissione ha i poteri di indagine dell’autorità giudiziaria. Ci sarebbe da chiedersi se veramente i gruppi politici ritengano che in questo modo debba essere esercitata la giurisdizione ordinaria. E’ questo il modello che, volens nolens, essi offrono? Ci saranno, fino a che sia possibile, un sussulto e una resipiscenza o si è costruito solo uno strumento utile per le campagne elettorali? Con i più cordiali saluti.
Angelo De Mattia
Al direttore - Caro Cerasa, bel dibattito con Renzi. Ha capito che fine farà la legge elettorale?
Mario Martini
Sì. Credo che Berlusconi potrebbe essere tentato di votare una legge maggioritaria. Il Pd ci starebbe. Forse il Cav. pure. Il Rosatellum. Vedremo. Intanto un grazie ad Andrée Shammah che anche ieri ha accolto il Foglio al Teatro Parenti con amore e amicizia. Smack.