Il logos di Grillo peggio del Lagos. Del Turco e una tradizione da non perdere

Al direttore - Kim: siamo fuori dal tunnel.

Giuseppe De Filippi

 


 

Al direttore - In principio era il Logos (Vangelo di Giovanni), poi venne il Lagos (Vangelo di Beppe).

Michele Magno

 

Beppe Grillo sogna non solo come suo modello di città ideale una città che esiste solo nell’immaginario di Beppe Grillo (Lagos non è la capitale della Nigeria) ma sogna di applicare alla Sicilia gli standard di una città (Lagos, Nigeria) che il Movimento 5 stelle considera “una delle capitali dove si vive meglio al mondo, se guardate le fotografie è pazzesca, sembra Las Vegas: verde, spiagge, palme” e che non a caso secondo il “Quality of living city rankings” di Mercer, una classifica delle città in base alla qualità di vita, si trova al 212° posto su 231 città considerate in tutto il mondo. In altre parole, il modello di governo del Movimento 5 stelle è una città che non funziona. A Roma ce ne siamo già accorti da un paio di anni. Va bene così, grazie.

 


 

Al direttore - Sono tra i lettori del Foglio che si riconoscono sempre nelle lettere con cui Giuliano Cazzola e Michele Magno dialogano con lei e con i lettori del suo giornale. Sono lo specchio di una cultura politica figlia di una indimenticabile stagione del sindacalismo italiano guidato da Luciano Lama e Bruno Trentin, che stenta a trovare la continuità che quella splendida storia meriterebbe. La campagna elettorale, ormai aperta, sarà lunga, violenta, potrebbe nutrirsi di quella cultura ma le prime avvisaglie vanno verso altre direzioni. Non le sarà sfuggito che una fetta  del sistema politico e una discreta coalizione di spazi televisivi e di talk-show hanno già messo in campo la proprie intenzioni e il linguaggio che intendono utilizzare. Matteo Renzi compare ripetutamente utilizzando le stesse immagini che invasero gli spazi televisivi durante la guerra elettorale sul referendum che scandì un passaggio rilevante della storia politica del paese. Mi ha colpito la riproposizione di immagini di Renzi riprese all’uscita della sede del suo partito, circondato dalla solita folla di giornalisti e telecamere, esibendo una disinvoltura che non portò fortuna alla sua battaglia. Sarà per questa ragione se, pur avendo materiale gigantesco da utilizzare, si ripropone quello meno efficace che servì a scandire una sconfitta che non vorrei  si ripetesse. Il modello scelto allora cercava di attirare l’attenzione di una generazione che era cresciuta con il mito di Fonzie mentre l’esperienza delle ultime elezioni in Europa ha premiato figure politiche e scelte comunicative più misurate e convincenti. Sono tra i soci che scommisero sulla proposta politica del Pd e sono rimasto fedele a quella scelta. Per questo, ogni volta che leggo sul suo giornale  contributi che vanno in questa direzione, ripenso a figure politiche con cui ho avuto l’onore di lavorare e sostenere, in anni indimenticabili della mia esperienza di militante e di dirigente.

Ottaviano Del Turco

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