Viva Emiliano in politica, argine contro il populismo giudiziario
Al direttore - La cosa più spaventosa del commento di Emiliano sul Tap paragonato ad Auschwitz non sta tanto nell’idiozia stessa del commento quanto nel fatto che Emiliano è ancora un magistrato in carica. Ora ci toccherà pregare che resti dov’è perché se torna a fare il magistrato è un dramma.
Giovanni De Merulis
Deve essere una delle ragioni per cui Emiliano in Puglia va forte: ogni voto all’Emiliano politico aumenta la possibilità di non vedere Emiliano in una procura, a indagare il prossimo.
Al direttore - Fascismo e antifascismo tengono banco nei talk-show e in generale sui media. Bene, non si deve mai abbassare la guardia: anche se sarebbe opportuno accorgersi che il fascismo di nuovo conio, in Italia e in Europa, non è quello che brandisce i simboli e ravviva la nostalgia di quello “antico’’. Tuttavia, poche ore prima che tanti volonterosi antifascisti si riunissero a Como, in Val di Susa vi era stato un ennesimo violento assalto (con lancio di bombe carta) ai cantieri della Tav. In quello stesso pomeriggio, invece, a Melendugno, in Puglia, una manifestazione anti Tap (su 878 km dell’oleodotto solo 8 devono passare in territorio italiano) è sfociata in pesanti scontri con le Forze dell’ordine. Non vogliamo definire fasciste queste azioni, visto che i loro obiettivi non perseguono “lo nero periglio’’? D’accordo. Ma non esiste una definizione più adatta di “squadrismo’’. Quanto a considerare, poi, la discriminante tra fascismo e antifascismo il sostegno o meno ad una cattiva legge sullo ius soli (in un paese in cui ogni anno viene riconosciuta, grazie alle regole vigenti, la cittadinanza a circa 250 mila stranieri) ci sarebbe molto da ridire. Ma sorvoliamo.
Giuliano Cazzola
In Italia, purtroppo, le levate di scudi contro il nuovo squadrismo le ascoltiamo solo contro uno squadrismo. E la ragione è semplice: è più comodo trasformare uno squadrismo residuale in uno squadrismo egemone che andare ad affrontare lo squadrismo paralizzante che minaccia un pezzo d’Italia produttiva. Una manifestazione anti sfascista, forse, più che a Como andrebbe fatta urgentemente in Puglia.
Al direttore - In riferimento all’articolo pubblicato su Il Foglio in data 13 luglio 2017 dal titolo “Mi manda Casaleggio” a pagina 1 a firma Luciano Capone e Valerio Valentini la deputata del MoVimento 5 Stelle Arianna Spessotto precisa quanto segue: “Non ho mai detto ciò che mi è stato attribuito a proposito di un famigerato staff milanese di Di Maio così come ovviamente non ha alcuna rispondenza con la realtà il fatto che non abbia ricevuto alcuna risposta. Per cui smentisco seccamente quanto da voi riportato e attribuito a me da un giornalista che tra l’altro si è presentato a nome di un’altra testata”. Si prega di procedere a rettifica secondo la normativa vigente.
Cordialità,
MoVimento 5 Stelle Camera dei Deputati
Rispondono Luciano Capone e Valerio Valentini: “Confermiamo quanto riportato nell’articolo in questione, compresa la data di pubblicazione che è il 13 dicembre e non il 13 luglio, e confermiamo soprattutto ogni singola parola attribuita all’onorevole Spessotto. La quale, peraltro, oltre a dimenticare quanto ci ha detto al telefono deve aver evidentemente frainteso il nome della testata per cui lavoriamo. Noi ci siamo accreditati, ovviamente, come giornalisti del Foglio, non del Fatto. Invitiamo pertanto la deputata a rettificare la sua rettifica, onde evitare di continuare a telefonare alle redazioni sbagliate per protestare contro presunte scorrettezze subite”.
Post Scriptum. Il gruppo di Forza Italia alla Camera, in merito all’articolo uscito sul Foglio sabato 9 dicembre sui conti di Forza Italia, ci ha chiesto gentilmente di pubblicare la nota diffusa il 7 dicembre da Michele Zuin, direttore amministrativo del Gruppo Forza Italia della Camera. Qui il comunicato: “In merito ad alcune notizie di stampa uscite in questi ultimi giorni sui dipendenti del gruppo Forza Italia della Camera dei deputati, tengo a sottolineare quanto segue. I conti del gruppo azzurro a Montecitorio sono perfettamente in equilibrio, anche grazie a una sana gestione economico-finanziaria portata avanti in questi anni, nonostante le innumerevoli difficoltà con le quali abbiamo dovuto confrontarci. Alcuni organi di stampa parlano di ‘licenziamenti’ tra i dipendenti del gruppo. Sbagliato: non si tratta di ‘licenziamenti’, ma di contratti a tempo determinato che scadevano il 30 novembre 2017 e che per alcuni nostri collaboratori sono stati prorogati fino al 31 dicembre 2017. Questa decisione è stata, con sofferenza, presa per arrivare a fine legislatura mantenendo i conti in equilibrio, e anche in relazione al fatto che le Camere verranno presto sciolte e di conseguenza si ridurrà notevolmente l’attività parlamentare”. Il comunicato è molto chiaro (anche se riguarda un articolo che ha scritto un altro giornale, il Foglio non ha mai parlato di licenziamenti) ma rispetto al nostro articolo confermiamo quanto scritto: il rendiconto di esercizio chiuso al 31.12.2016 del gruppo di Forza Italia evidenzia un disavanzo pari a euro 79.849,62 (dicesi “conti in rosso”) che ha generato conseguentemente una riduzione del patrimonio netto da 585 mila euro a 505 mila euro. Smack.