Provocatori al Colle. Altre firme al manifesto fogliante (anche Bedin)
Al direttore - Con una lista di nomi al Quirinale, ok. Ma ormai quella degli agenti provocatori è un’arma spuntata.
Giuseppe De Filippi
Al direttore - Ho votato per Berlusconi fin dal 94 (stavolta no). Ho sempre visto cambi di casacca in corso di legislatura che quasi sempre lo hanno danneggiato, impedendogli di governare. Ora basta. Non me ne frega niente se lo dicono anche i 5 stelle: bisogna cambiare l’articolo 67 e istituire il vincolo di mandato. Voglio che il parlamentare che eleggo svolga le politiche per cui l’ho votato, e non che faccia come gli pare. Basta deleghe in bianco. Se ci pensate è un po’ come per i vaccini: è doveroso istituire l’obbligo se no ognuno fa come gli pare, con i risultati che si vedono. Per quanto riguarda il “peggio” della politica italiana, e cioè “protezionismo, sovranismo, giustizialismo, nazionalismo, anti europeismo”, mi chiedo quale sia il meglio: globalizzazione selvaggia, europeismo a prescindere, rinuncia al controllo sull’immigrazione clandestina, secessionismo? Sostenere che se uno è condannato deve scontare tutta la pena è giustizialismo? O è giusto?
Lorenzo Tocco
Sugli ultimi punti, non la seguo. Sul primo neanche ma provo a farle capire perché sta sbagliando citandole un estratto di un discorso molto bello, pubblicato mesi fa dal Foglio, fatto da Edmund Burke, agli elettori di Bristol, il 3 novembre 1774: “Il Parlamento non è un congresso di ambasciatori di opposti e ostili interessi, interessi che ciascuno deve tutelare come agente o avvocato; il Parlamento è assemblea deliberante di una nazione, con un solo interesse, quello dell’intero, dove non dovrebbero essere di guida interessi e pregiudizi locali, ma il bene generale”. Si è eletti per rappresentare la nazione, non per essere sudditi di un blog guidato da un comico eterodiretto dal capo di una srl privata.
Al direttore - Condivido e sottoscrivo il vostro manifesto.
Giulio Di Donato
Al direttore - Serve un appello alla responsabilità di tutti. Si devono abbassare i toni: questo clima carico di tensione non fa altro che alimentare la conflittualità sociale. Si deve protestare se in disaccordo, ma mai utilizzare parole che possono esasperare gli animi. E’ evidente che in una situazione di crisi come questa basta poco per accendere un fuoco. La tensione risente di un clima arroventato dall’odio. E’ ora di dire basta: è bene che ognuno smorzi i toni e rifletta che non si sta parlando mai di nemici di guerra. Usare la violenza verbalmente può armare persone fragili attratte al massimo dalla violenza.
Servono gesti forti del nuovo Governo che diano speranza e serenità perché sullo sfondo c’è disperazione. Si devono fare le cose necessarie per riavvicinare i cittadini alle Istituzioni.
Andrea Zirilli
Al direttore - Aderisco al vostro appello del buon senso, e aggiungo un tema fondamentale: la trasparenza. Rendere obbligatoria la pubblicazione di bilanci e rendiconti di fondazioni, cooperative, sindacati, amministrazioni pubbliche, università, ospedali, enti, grandi opere, ecc.
Nicola Bedin
Grazie! Si firma qui: [email protected]