Il Parlamento e la democrazia diretta come negazione della democrazia

Al direttore - Da parlamentare nella Sedicesima legislatura ho collaborato (e posso dimostrarlo con atti e documenti) a riformare il sistema dei vitalizi in coerenza con gli ordinamenti vigenti per tutti i lavoratori italiani. Trovo, tuttavia, disgustoso che i vincitori del 4 marzo si affannino a promettere che le nuove presidenze delle Camere dovranno, come primo compito, “abolire i vitalizi’’, avvalendosi dei princìpi dell’autodichia (ed evitando così il rischio di un intervento sanzionatorio della Consulta come sarebbe avvenuto con la legge Richetti). Mi sfugge il motivo politico, giuridico ed etico, per cui alcuni nostri concittadini che hanno trascorso spesso molti anni nelle istituzioni democratiche, su mandato degli elettori, siano considerati dei “profittatori di regime’’ e privati – loro soltanto – di una condizione di relativa sicurezza economica, da anziani se non addirittura da vecchi. In questo modo la classe politica viene indicata in blocco come “un nemico oggettivo’’ da punire non per quanto ha fatto, ma per quello che è. A me sembra che il “nuovo che avanza’’ stia sconfinando, così, sui medesimi (dis)valori a base delle leggi per la difesa della razza.

Giuliano Cazzola

 

Se ci pensa torna tutto. La classe politica va eliminata e deve essere non legittimata a rappresentare gli elettori. Più i rappresentanti daranno l’impressione di essere dei semplici portavoce dei cittadini e più conteranno non solo gli strumenti che daranno l’illusione di mettere in campo una democrazia diretta ma anche coloro che la democrazia diretta la guideranno da dietro le quinte. E’ così semplice, no?

 

Al direttore - Louis Di Maiò, sentiti Rousseau e Tarocc, ha fatto un lucido e rassicurante ragionamento: mes tricoteuses, con un pregiudicato capo e soprattutto garante del movimento, possiamo mai metterci a discutere con uno che è solo indagato? Elettorato in plaudente delirio.

Valerio Gironi

 

Al direttore - Nel meraviglioso mondo dei Cinque stelle sei indegno se hai una piccola condanna per un cellulare di servizio usato da tua figlia. Però sei compatibile con l’incarico di parlamentare se picchi giovani rumeni e sei amico degli Spada.

Vincenzo Clemeno

 

Di Maio è delizioso. Ha detto: “Niente condannati e indagati alla presidenza delle Camere”. Dimenticando che (a) i sindaci delle città amministrate dai grillini sono indagati per omicidio colposo plurimo (Nogarin), indagati per omicidio e disastro colposi (Appendino), indagati per falso (Raggi) e dimenticando che (b) in una Repubblica democratica fondata sullo stato di diritto la Costituzione dovrebbe contare più di un post di Rousseau sul blog delle stelle.

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