Difendere i confini di Israele significa difendere i confini dell'occidente
Al direttore - Se lo spread non sale è il quinto colpo di stato.
Giuseppe De Filippi
Al direttore - Culturalmente desolante, intellettualmente avvilente il “né con Netanyahu né con Hamas”, di Anna Foa e Wlodek Goldkorn. Non hanno portato il cervello all’ammasso, bene, proprio per quello è impossibile credere, pensare, non abbiano una convinzione propria, una voce univoca su quanto sta accadendo, dal 1948 in quelle terre. Impossibile sottrarsi alla sensazione di trovarsi di fronte a un opportunismo pilatesco. Notare, da una parte un nome, Netanyahu, dall’altra un’organizzazione palestinese di carattere politico e paramilitare considerata, dall’Unione europea, per esempio, un’organizzazione terroristica. Il, né, né, mi sa tanto di cervello portato all’ammasso. Con altre parole lo dice anche l’Elefantino. Poi, i sentimenti, le passioni, il cuore, che hanno ragioni che la ragione non conosce, non è cosa nuova, sono gli architravi della tragedia greca.
Moreno Lupi
I confini di Israele sono i confini dell’occidente libero. Senza ricordarsi questo dettaglio non si capirà mai nulla di cosa significa difendere Israele.
Al direttore - Mettiamo il caso che Huffington Post avesse scoperto in una bozza del programma per il governo giallo-verde (sono gli stessi colori di un pappagallo) la proposta di abolire la legge Merlin (un pallino di Matteo Salvini). Tutti avremmo accettato – magari con qualche commento ironico – la versione che si trattava di una stesura superata. Avere, invece, pensato e scritto quanto è emerso a proposito dell’Unione europea, dei trattati, dell’euro e dell’idea balzana della cancellazione del debito presso la Bce, non può essere una questione che viene “superata” attraverso una nuova stesura del testo. Si è manifestata, invece, l’enorme coda di paglia che, su questi temi cruciali, la nuova maggioranza si porterà appresso. Quando sono in gioco scelte fondamentali per il futuro del paese non si cambia idea nel giro di poche ore, se non per ragioni di opportunità. Anzi di opportunismo.
Giuliano Cazzola
Al direttore - “Mi faccia un esempio di ossimoro oggi”. Prego: “Tenere insieme le varie anime e avere una maggioranza stabile e omogenea”.
Gianni Ritorni
Al direttore - Il centrodestra di oggi è soltanto destra, guidato da un politico di successo lepeniano, putiniano, euroscettico che ha affidato il ruolo di economista della lega a Borghi. Un tale che ha la sfrontatezza di affermare che lo spread sale perché i mercati non capiscono di economia.
Lorenzo Lodigiani
Al direttore - L’allarme di Calenda, condiviso anche da Cerasa, è serio ma non basta il Pd. E’ la società civile che dovrebbe mobilitarsi. Il video di Grillo è sin troppo esplicativo e rischia di essere archiviato come la battuta di un comico. E’ invece evidente che Grillo è soltanto il burattino di una regia che mira a disarticolare l’Europa, di cui l’Italia è un’ideale porta d’ingresso così come avviene per i migranti. Ricordate quella che sembrava una boutade: apriremo il Parlamento come una scatoletta di tonno? Ebbene lo stanno facendo sia col comitato di conciliazione che col proposto vincolo di mandato ed il contratto firmato presso il notaio. Adesso Grillo, nel recente video aggiunge che faranno a pezzettini la schiacciatina (cioè i partiti, che a loro dire, schiacciano la volontà popolare). La strategia del movimento dopo il successo elettorale ha teso a spaccare il cdx e il Pd, a frantumare quindi i partiti. Reddito di cittadinanza e Flat tax sono la foglia di lattuga di abbellimento.
David Martini