Risposte non ordinarie a problemi straordinari. Pd e FI non hanno più senso
Al direttore - Mentre i cliccatori del web e i suprematisti razzisti della Lega mettono in campo il più ridicolo contratto della storia repubblicana – un misto di egualitarismo pauperista farlocco e di sovranismo antieuro cacio e pepe – la sinistra (?) che fa? Chiacchiera e litiga su cose che nessuno capisce, chiusa in un’autocontemplazione afasica delle proprie macerie. Sarebbe il momento questo di smascherare il patto scellerato tra due movimenti che rischiano di far sfracellare l’Italia sugli scogli di un governo guidato da un automa. E invece. Avete letto un’analisi seria della sconfitta? Un progetto alternativo? Una chiamata all’unità degli europeisti? Niente. Si spera solo che quando arriverà il momento non si esaurirà nella retorica politicamente corretta degli italiani che hanno sbagliato a votare, o ai soliti mugugni sulla trasparenza della piattaforma Rousseau, o al solito appello giustizialista contro i vari conflitti di interesse, o, peggio, a qualche manifestazione di protesta o alla firma di un appello di intellettuali annoiati. Ci vuole di meglio e di più che trasformare il vecchio antiberlusconismo in un anti grillo-leghismo per anime belle.
Paolo Repetti
In un’epoca straordinaria non servono più risposte ordinarie: Pd e Forza Italia, le due opposizioni a questo governo, sono opposizioni insufficienti e per non avere un’opposizione da incubo accanto a un governo da incubo bisogna superare con urgenza le due formule, e pensare a qualcosa di nuovo. Adesso, come si sarebbe detto un tempo.
Al direttore - Da oggi ognuno è meno libero.
Giuliano Cazzola
Al direttore - Dopo una scrupolosa selezione tra amici e nemici del popolo (Di Maio dixit) è stato finalmente firmato “il contratto per il buon governo” foriero di possibili pericolosi esiti e bollato giustamente dal severo Zagrebelsky come “patto di potere”. E ora, con il pessimismo cosmico che accompagna i salti nel buio di questo populismo montante, non ci rimane che recitare sommessamente con il sommo Poeta: “Ahi serva Italia di dolore ostello nave sanza nocchiero in gran tempesta”. Riuscirà, anche questa volta, il nostro benevolo Stellone a proteggerci?
Vincenzo Covelli
Zagrebelsky e compagnia hanno arato il terreno sul quale sono maturati i frutti beceri del populismo. Hanno usato la Costituzione per fare battaglia politica, spacciando idee non gradite per “derive autoritarie”. Oggi siamo di fronte a un governo che sogna di dare un tocco maoista alla nostra democrazia. Ma prima di mettersi a fare opposizione contro il nuovo sfascismo il compagno Zagrebelsky, e non solo lui, dovrebbe avere il coraggio di guardarsi allo specchio e chiedersi se lo sfascio non sia frutto anche delle sue idee.
Al direttore - Sono d’accordo con due punti fondamentali del suo articolo dal titolo “Un governo da incubo, un’opposizione da sogno”. Che questo governo sia da incubo è incontestabile: i suoi punti programmatici fondamentali non hanno coperture, i suoi meccanismi intrinseci ci portano fuori dall’euro, alcune aziende sono a rischio, dall’Ilva a Mps a investimenti in infrastrutture come la Tav, sul piano dei diritti poi il governo è il più giustizialista della storia repubblicana (il suo ministro della Giustizia dovrebbe essere Davigo, avendo Travaglio come sottosegretario), per di più il contratto ipotizza una modifica costituzionale, quella del vincolo di mandato, che ha per obiettivo quello di mettere i parlamentari del M5s alle dirette dipendenze della Casaleggio Associati non solo per via politica ma anche per via istituzionale. Per altro verso però l’attuale opposizione imperniata sul Pd e forse anche su Forza Italia è in condizioni penose. Allora è del tutto auspicabile come Lei afferma “costruire le fondamenta di un polo europeista e individuare uno o più leader da far crescere, e non per investirli ma per investirci su. Vale per le prossime politiche ma anche per le prossime amministrative. Un patto di desistenza allo sfascismo per creare un’alternativa dell’apertura”. Personalmente sono molto pessimista sulle condizioni del Pd e di Forza Italia, per non parlare dei centristi finiti nel nulla. Ma di lì bisogna partire per un autentico salto di qualità e per costruire un soggetto politico del tutto nuovo. Se qualcuno pensa che un’opposizione con possibilità di diventare vincente può basarsi sull’attuale Pd e su Forza Italia com’è diventata si fa a mio avviso delle pie illusioni.
Fabrizio Cicchitto