Charlotte Rampling e il segreto di quello sguardo trasparente e carico di dolore

Annalena Benini
Il segreto dello sguardo chiaro e altrove di Charlotte Rampling, la verità dei suoi occhi indicibili e leggendari, gli occhi del Portiere di notte, con dentro il dolore muto e fiero, sta non soltanto nella sua bellezza assoluta e nel suo talento di attrice, ma anche in una sofferenza nascosta per decenni, nello sgomento di una perdita improvvisa.

Mio padre è in piedi davanti a me. Mi dice che sono giovane. Mi dice che non devo restare con loro. Che devo vivere. Fare la mia vita. Mi dice che non devo guardarmi indietro. Mi dice che resterà sempre accanto a mia madre. Mi dice: Charlotte, non tornare per noi.
Charlotte Rampling con Christophe Bataille, “Io, Charlotte Rampling” (66thand2nd)

 

Il segreto dello sguardo chiaro e altrove di Charlotte Rampling, la verità dei suoi occhi indicibili e leggendari, gli occhi del Portiere di notte, con dentro il dolore muto e fiero, sta non soltanto nella sua bellezza assoluta e nel suo talento di attrice, ma anche in una sofferenza nascosta per decenni, nello sgomento di una perdita improvvisa. Charlotte Rampling si è sempre sottratta alle autobiografie, alle celebrazioni e alla messa a nudo della sua vita privata, bastavano in fondo le storie contenute nel suo sguardo, bastava il suo corpo offerto al cinema, ma adesso Charlotte Rampling si è invece affidata a uno scrittore francese, Christophe Bataille, per un libro strano e intimo, frammenti di esistenza famigliare e di pensieri e fotografie privatissime e ritrovate dopo molti anni, di lei bambina e di lei fiore che sboccia, di sua madre e suo padre, che vissero con leggerezza e grandiosa bellezza e forza gli anni folli, i Venti, per poi schiantarsi nella tragedia. “Mia madre amava ridere, ballare, giocare, era adorabile. Credo si lasciasse trasportare dalla vita. Era una farfalla di giorno e una principessa di notte”.

 

La madre di Charlotte teneva diari con l’elenco dei corteggiatori e dei vestiti per i balli, e un pomeriggio conobbe un amico del fratello, un ragazzo di vent’anni, un atleta tenebroso che già si allenava per le Olimpiadi. Lei aveva dodici anni e si innamorò, scrisse di lui su un quaderno a fiori. Ci sono le foto in bianco e nero: sembrano due divinità, o almeno due personaggi di un romanzo di Fitzgerald, sono bellissimi e guardano verso una luce azzurra, sono pieni di speranza. Charlotte non fu la primogenita, non fu l’unica figlia bellissima dallo sguardo trasparente. Tre anni prima di lei nacque Sarah, che forse Charlotte Rampling oggi più che mai porta dentro gli occhi. Era una bambina bionda, stupenda, di porcellana, a tre anni venne operata di un male che la lasciò fragile per sempre, e la madre per occuparsene continuamente affidò Charlotte appena nata a una balia. “Ho da sempre in effetti la sensazione di essere stata tenuta a distanza”. Anche l’infanzia è una piccola guerra. Ci sono foto delle bambine vestite uguali, bionde con abitini bianchi, soprannaturali per grazia e perfezione. Ci furono anni bellissimi, in Francia, in cui le due sorelle stavano sempre insieme, crescevano, invitavano gli amici a casa, per la gioia della madre farfalla, cantavano e facevano innamorare tutti quanti. Ma Charlotte doveva sempre occuparsi di Sarah.

 

Succedono cose misteriose e inspiegabili nelle vite delle persone: un giorno il padre silenzioso e disperato di Charlotte Rampling raccolse tutti i diari e le fotografie di famiglia e le parole scritte dalla moglie da quando aveva dodici anni, li mise in grosse buste di plastica e li abbandonò per strada. Decenni dopo un rigattiere bussò alla porta di Charlotte, ormai attrice molto più che famosa, e le rivendette tutto. Documenti, ricordi, e molte delle foto preziose e sconvolgenti che sono adesso in questo libro. Perché l’hai fatto, papà? Perché hai buttato via tutto? Suo padre non ha mai risposto a quella domanda. Le foto di Sarah, soprattutto: in costume da bagno, sorridente, accanto alla sorella, poco prima di partire, a vent’anni, per il primo viaggio importante della sua vita, in America. Conobbe un uomo più grande, bello, e senza dire niente a nessuno si sposò là, dopo una settimana, tornò a casa pochissime volte.

 

“Tre anni dopo il matrimonio, mia madre è seduta alla macchina da cucire. All’improvviso il corpo cede. Senza più forze, crolla sul suo lavoro. Qualche ora a dopo a casa squilla il telefono: nel momento in cui mia madre è crollata, Sarah è morta in Argentina”. Si è uccisa. E’ stato il momento in cui tutto è cambiato, tutto è stato portato via, e Charlotte se ne è andata ed è diventata Charlotte Rampling, l’attrice con il mistero nello sguardo. In questo libro ci sono molti altri segreti rivelati in un sussurro, segreti che cambiano il corso di una vita, soprattutto c’è il ricordo di una felicità perduta per sempre e mai più rincorsa.

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  • Annalena Benini
  • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.