lettere rubate
Una donna nell'età di mezzo. Sesso, bugie, verità e motel per volare alto
Brillante ritratto di una donna potente, interessante, buffa e singolare. “A quattro zampe” di Miranda July
Continuavamo a perdere cucchiai finché ne erano rimasti solo tre, che usavamo a rotazione. Ci penso io, mi ero detta. Posso risolvere questo problema. E l’avevo fatto. Dieci cucchiai e pure i migliori sul mercato. A volte quando abbiamo un litigio particolarmente furioso penso: ora prendo i miei cucchiai e me ne vado.
Miranda July, “A quattro zampe”
(Feltrinelli, 328 pp.)
A un certo punto parte un fischio nel cervello, si può fingere di non sentirlo. Lo si può sotterrare sotto gli altri rumori della vita. Si può dire perfino: ho un acufene. Ma il fischio intanto è partito, non si stanca di vivere, a volte piano, a volte più forte. Fa perfino ridere, fa fare cose goffe (coraggiose? pazze?), fa sognare altre vite. Miranda July esplora in questo romanzo, con sense of humour e brillante profondità, l’età di mezzo di una donna “potente, interessante, forse buffa e singolare”.
“Era la mia prima esperienza con l’essere troppo vecchia. Non avevo sempre avuto tutto quello che volevo: gli uomini non erano stati disposti a lasciare le loro mogli per me o ad andare oltre il flirt. Ma anche in questi casi umilianti non avevo messo in dubbio il mio diritto a provare desiderio”. E adesso? Adesso questa artista abbastanza famosa, abbastanza ricca, abbastanza sposata e con figlio amatissimo, finito in terapia intensiva appena nato, deve andare a New York. Normalmente prenderebbe l’aereo da Los Angelese, dove vive con la sua famiglia e dove lavora, dove parla al telefono con le amiche e va alle feste e gestisce i misteri di una vita coniugale. Ma ha ascoltato un discorso di suo marito a una festa, e vuole per una volta essere diversa da quello che è. Più tranquilla, lucida e salda. Andrà a New York in automobile, saprà gioire delle non emergenze, delle non prove di bravura. “E passerò il resto della mia vita a raccontare alla gente di questo viaggio in auto che ho fatto quando avevo quarantacinque anni. Quando ho finalmente imparato a essere me stessa”. Essere sé stessa non con le amiche, ma proprio a casa. Per tutto il tempo. Nel posto dove è più difficile.
Il marito le prepara il percorso, lei saluta con amore entrambi e parte. Ma appena fuori Los Angeles, in una stazione di servizio, un ragazzo le lava il vetro dell’auto e i loro occhi si incrociano, lei è convinta però che lui con il riflesso non l’abbia vista. Non è un romance, e mi chiedo perché “All fours” sia stato tradotto in “A quattro zampe”, ma vale la pena di gettarsi in questo viaggio dentro la testa, il corpo, le telefonate, le esultanze di una donna che continuamente si interroga con ironia: chi sa davvero perché facciamo certe cose? Chi ha creato le stelle? C’è vita sulla terra?, e intanto vive, e cambia, e segue il suo fischio.