Lettere rubate
Il grande inganno del cuore umano, nel quarto romanzo di Sally Rooney
E’ un romanzo che prova a tenere insieme tutto, la razionalità e l’istinto, l’amore e l’odio, la fedeltà e il tradimento, la politica attraverso le relazioni umane, ed è magnifico che sia tutto sempre al posto sbagliato, tutto letalmente al momento sbagliato
Vorrebbe quasi dirle di più. Raccontarle tutto quello che è successo, che sta ancora succedendo, la sofferenza, l’odio con cui si sveglia ogni mattina, desiderando di essere morto, la paura di perderla, di perdere tutt’e due.
Sally Rooney, “Intermezzo” (Einaudi, 417 pp., traduzione di Norman Gobetti)
Il quarto romanzo di Sally Rooney ha ancora il dolore come punto di partenza, il dolore della condizione umana ancora dentro la giovinezza, incapace di comunicare i sentimenti, piena di tensioni, sofferenze, sospiri. L’attenzione di Sally Rooney è tutta per questa tensione, per questi sospiri, per questi letti in cui finalmente le scene di sesso raccontano il sesso, ma anche il movimento dei pensieri durante il sesso, il desiderio di sopraffazione e quello di salvezza. L’eccitazione di un uomo e di una donna. Anche se questa volta il mondo irlandese di Sally Rooney viene accompagnato dalle vite di due fratelli che hanno appena perso il padre, Peter e Ivan, le ragazze e le donne di questo romanzo sono personaggi fondamentali, descritti fin dentro il più nascosto dei pensieri e il più impercettibile dei movimenti.
Ecco, i movimenti: tutti i personaggi di Sally Rooney si muovono, cambiano, pagina dopo pagina si dicono cose sempre nuove in un climax di eccitazione, comprensione o invece totale fraintendimento (la meraviglia dei dialoghi che occupano tutta la stanza, il ristorante, la strada di Dublino). Lo scacchista, l’avvocato dei diritti umani, malinconico e misogino, la studentessa delle case occupate, la giovane donna che ha lasciato un marito violento e alcolizzato, e Sylvia che ha avuto un incidente che le ha cambiato la vita. Sono tutti feriti, ma gli uomini sono i più fragili, i più incapaci, i più bisognosi di qualcosa che ancora non sanno. E la scrittura di Sally Rooney è cambiata, è più sincopata, più adatta al ritmo di quello che pulsa nel cervello e che fa dire le cose sbagliate, fa fare le cose sbagliate.
E’ un romanzo diverso che prova a tenere insieme tutto, la razionalità e l’istinto, l’amore e l’odio, la fedeltà e il tradimento, la politica attraverso le relazioni umane, ed è magnifico che sia tutto sempre al posto sbagliato, tutto letalmente al momento sbagliato, come già in Parlarne tra amici e in Persone normali: perché così è la vita. “Commosso”, “addolorato”, “dispiaciuto”, sono parole che tornano spesso, sono le geometrie del cuore. “Perché tu pensi che io verrò a salvarti, dice lei. Be’, non lo farò”. Lui naturalmente le dice che non capisce di cosa lei stia parlando (lo dicono sempre). “Invece lo sai, dice. Ti sei innamorato, e hai paura. E’ la solita storia, non ti piace essere vulnerabile”. Sally Rooney toglie la maschera al cuore umano, e ce lo consegna nudo, vero, e così disperato che viene voglia di perdonarlo.