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Lettere rubate

Esistono i sultani? Grazie a Gabriella Parca, ecco i maschi italiani nel 1965

Annalena Benini

Insieme alla sua collaboratrice Maria Luisa Piazza, ha girato l’Italia da nord a sud per chiedere agli uomini quali fossero le loro relazioni con le donne, sesso e le idee riguardo matrimonio e divorzio. Un’indagine antropologica e giornalistica, da rivedere ancora oggi per capire cosa sia cambiato e cosa no

Qual è il difetto che le dà più fastidio in una donna? Quelle che fanno da padrone col marito.
Qual è la qualità che apprezza di più in una donna? Che faccia i doveri della mia casa, che sia pulita e cordiale con gli amici.
Sarebbe contento se sua moglie lavorasse? No, perché nelle nostre usanze basta il lavoro della casa. Può tenere due maiali, badare al formaggio.
Si sentirebbe umiliato se sua moglie guadagnasse più di lei? Sì.
Considera conciliabile il lavoro della donna fuori casa, con i suoi impegni di moglie e di madre? Non può fare l’uno e l’altro.
età: 40 anni, occupazione: pastore, licenza: quinta elementare, stato civile: sposato, residenza: paese in Sardegna.

Gabriella Parca, “I sultani. Mentalità e comportamento del maschio italiano
(nottetempo, prefazione di Ludovica Lugli, 370 pp.)

 

Gabriella Parca e la sua collaboratrice Maria Luisa Piazza hanno girato l’Italia da nord a sud, grandi città e piccoli paesi, con i tacchi bassi, le gonne al ginocchio e le valigette-registratore. Per chiedere agli uomini italiani (un campione di mille e diciotto persone, tra i venti e i cinquant’anni) quali fossero le loro relazioni con le donne, con il sesso, con l’idea di matrimonio e quella di divorzio. Il Giornale di Sicilia le descrisse come “due maniache sessuali”. Il libro uscì nel 1965, quando all’entrata in vigore della legge sul divorzio mancavano ancora cinque anni. E’ un’indagine antropologica, giornalistica, non è una denuncia: si cerca di capire, di schematizzare, di fornire percentuali sui comportamenti dei maschi italiani con un diverso livello di istruzione. Ci sono i laureati, ci sono gli analfabeti, ci sono i moderni e ci sono i retrogradi. Ma sono tutti “sultani”, anche se in veloce trasformazione. Considerano il tradimento della donna, quando avviene, gravissimo. Mentre quello dell’uomo non viene conteggiato, e al massimo si risolve con “una scenata a casa”.

Come dovrebbe reagire un uomo se sapesse di essere tradito dalla moglie? Questa la risposta di uno studente siciliano ventinovenne: “Chi non ha studiato, segue l’istinto di ammazzare la moglie. Purtroppo chi ha studiato pensa non è il caso di farlo, preferisce la separazione. Ma io non mi adatterei, perché mi sento troppo, non diciamo uomo, maschio”. Ludovica Lugli nella prefazione precisa che le dichiarazioni peggiori, e in particolare i tanti racconti di prime notti di nozze (“il 4 per cento non ha potuto consumare il matrimonio che nelle notti successive; il 5 per cento si è trovato di fronte al netto rifiuto della moglie e lo ha superato quasi con la violenza; il 29 per cento ricorda in lei una reazione di pianto, di paura o di dolore fisico provocato dall’atto sessuale, e il 18 per cento una reazione ansiosa”), sono utili da scoprire ora, per guardare le cose in prospettiva, per vedere che cosa è totalmente cambiato e cosa no. Esistono ancora i sultani? Girare l’Italia oggi, come “due maniache sessuali”, con un registratore più piccolo di allora, è un’idea che non invecchierà mai.

 

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  • Annalena Benini
  • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.