Un'idea per i soldi della Lega. Il Cencelli nell'èra Di Maio
Al direttore - Idea! La Lega potrebbe fare un bonifico e poi annullarlo!
Giuseppe De Filippi
“Per smontare la Lega e Salvini basta parlare di soldi. Dei soldi che i leghisti si sono intascati in 20 anni. Cifre spaventose. Attacchiamoli sui soldi, dove gli fa più male... parlano dei pensionati minimi ma si prendono i vitalizi... Urlano “Roma Ladrona” e comprano diamanti e lingotti d’oro con i soldi nostri in Tanzania... Giovanni Falcone diceva una cosa: “Seguite i soldi”. Se seguiamo i soldi la Lega la smontiamo in 5 minuti, il tempo di questo video. Condividete!” Alessandro Di Battista, 9 marzo 2015. Non fate girare! Ripeto non fate girare!
Al direttore - Io sto già preparando i pop corn pensando al giorno in cui Salvini parlerà di ladri, di giustizia e di sentenze da rispettare riferendosi all’inizio di un’inchiesta su un qualsiasi consigliere comunale di un altro partito.
Giovanni De Merulis
La Lega che attacca la magistratura per avere un potere eccessivo e che critica il circo mediatico per essere eccessivamente sottomesso al regime giustizialista è la stessa Lega dei cappi che da anni utilizza il giustizialismo come se fosse un macete da usare contro gli avversari ed è la stessa Lega che ogni volta che governa non perde occasione per aumentare il potere discrezionale della magistratura. Oggi i migliori amici della Lega sono gli apostoli del modello Davigo. Chi di giustizialismo ferisce di giustizialismo perisce. Fate girare!
Al direttore - Le cronache stanno dando poco rilievo al tema delle nomine pubbliche e a quel che succede nell’agire o nel non agire da parte del Governo: è un esempio l’ulteriore rinvio delle designazioni al vertice della Cassa Depositi e Prestiti, essendo soltanto l’indicazione di Massimo Tononi, un personaggio competente e stimato, certa e stabile, in quanto la carica di presidente in base alla vigente normativa è espressione delle Fondazioni partecipanti al capitale della Cassa, mentre continua l’incertezza sugli incarichi di amministratore delegato e di direttore generale, stante la mancata convergenza – si dice – tra le due forze politiche al Governo. Si ripropongono , allora, gli schermi dello “spoil system” all’italiana? Ritorna il “Manuale Cencelli” anche nell’economia? La prossima assemblea della Cdp è convocata per il 13 luglio: vedremo se si arriverà a una nuova proroga o finalmente si deciderà (nel qual caso le liste per le nomine dovrebbero essere presentate entro lunedì prossimo). E che dire, poi, della grave “vacatio”, da circa due mesi, della carica di Direttore generale del Tesoro. Deve crescere la torta delle nomine (Rai, Authority, etc.) per meglio spartirla in chiave lottizzatoria? Il Foglio del 5 luglio in un editoriale riporta una frase di Luigi Di Maio, a proposito di Tito Boeri del quale il Vice Premier dice che resterà in carica al vertice dell’Inps fino al 2019, “poi dipenderà dalla collaborazione istituzionale su vitalizi e pensioni d’oro”. Non è il massimo della chiarezza; tuttavia non credo si sbagli se la si recepisca come la possibilità di permanere ancora alla testa dell’Istituto o qualcosa di simile se Boeri collaborerà, “rectius” concorderà con il progetto dell’Esecutivo. Se così fosse, saremmo a una interpretazione della funzione dei manager di istituzioni pubbliche assolutamente inaccettabile, che non considera la loro autonomia intellettuale, istituzionale e funzionale e che si traduce in un vero e proprio infeudamento, peggiore di quello diffuso nella prima Repubblica. Per di più, si tratterebbe di una frase - programma per le prossime numerosissime nomine da decidere. Diversi osservatori, “quorum ego”, dissentono per molti aspetti da tesi di Boeri (non da quelle sugli immigrati). Ma tra le istituzioni della specie e chi le rappresenta, da un lato, e il Governo, dall’altro, deve sussistere un rapporto fecondamente dialettico, nel rispetto della reciproca autonomia, non certo un rapporto di acritica subalternità dei primi nei riguardi del secondo. Con i più cordiali saluti.
Angelo De Mattia