Far ragionare sulle malefatte dei politici irresponsabili?
Le lettere dell'11 luglio al direttore del Foglio Claudio Cerasa
Al direttore - CR7 lo sa che qui si lotta contro le diseguaglianze?
Giuseppe De Filippi
Al direttore - Le recenti e meno recenti intenzionali malefatte dei vertici politici americano e italiano mi fanno venire in mente un motto che il mio compianto maestro, mentore e amico Jacques Monod, genetista, microbiologo e premio Nobel, amava ribadire. Pur non essendo affatto pro gollista, Monod lo attribuiva al Generale de Gaulle. In tutta la sua gallica perentorietà cosi’ suona: “Le pire, avec les cons, c’est qu’on n’arrive pas à leur faire comprendre qu’ils sont cons”. Cioè, nel trattare con i coglioni, il peggio è che non si riesce a far loro capire che sono coglioni. Abbiamo letto e apprezzato, in questo giornale, nette argomentazioni contro provvedimenti presi o annunciati dal presente governo su immigrazione, rapporti con la Germania e con la Francia, a favore, dioneliberi, dei vaccini e su molto altro. Sensatamente, persone alle quali non si attaglierebbe il motto di Monod-De Gaulle, avrebbero dovuto tenerne conto e aver fatto rapida marcia indietro. Purtroppo, non sta andando così. Negli Stati Uniti, qualificati esperti avevano messo in guardia contro le tariffe doganali imposte da Trump. Adesso, il mondo industriale americano si sta rivoltando contro ed è inevitabile prevedere un conseguente calo, non un aumento, dei posti di lavoro. I provvedimenti applicati al confine con il Messico dividono le famiglie, creano legioni di bimbi disaffrancati e hanno fatto insorgere la protesta di numerosi americani, anche tra i repubblicani. Avremmo dovuto sentire un “ops” di imbarazzo e poi un cambiamento di marcia. Ma non è così neppure al vertice degli Stati Uniti. Rimpasti continui, sì, ma passi indietro nessuno. A De Gaulle viene ufficialmente attribuita una battuta che va sullo stesso binario. Durante la liberazione alleata, su una Jeep del contingente francese, troneggiava il motto “Mort aux cons”. Il Generale sorrise e disse: “Vaste programme, cher lieutenant, vaste programme”.
Massimo Piattelli Palmarini
Le rispondo con il grande Carlo Cipolla: “Le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide; dimenticano costantemente che in qualsiasi momento e luogo, e in qualunque circostanza, trattare o associarsi con individui stupidi costituisce infallibilmente un costoso errore”.
Al direttore - Aprendo oggi il Foglio abbiamo letto, nel pezzo di Maurizio Crippa dedicato a Carlo Vanzina, una citazione di Striscia la notizia, definita “culla del non-pensiero populista”. Le possiamo assicurare che, dietro a ogni puntata di Striscia, ci sono molti pensieri (e altrettante letture). Quanto al populismo, la prima parodia del populista è quella del Gabibbo, che si presentò alle elezioni del 1997 con un suo partito e lo slogan “Più populista di Antonio Di Pietro, più pelato di Sandro Curzi e più rosso di Giuliano Ferrara. Se dovete votare un Gabibbo, votate l’originale!”. Di certo, poi, non funziona il termine “culla”: quest’anno il Tg satirico di Antonio Ricci compie 30 anni, e la culla ci va stretta, come pure qualsiasi tentativo di catalogazione (e omologazione). La culla non fa per noi, e manco per i nostri possibili discendenti: Striscia la notizia, infatti, non ha figli. Al massimo qualche figliastro. Vogliamo inoltre ricordarle che il 10 novembre 1988 (era la prima stagione di Striscia, allora in onda su Italia1), il Tg satirico ospitò un’imitazione di Carlo Vanzina fatta dal comico Francesco Salvi (che riprendeva quelle dell’“Araba fenice”) in cui si presentavano, in maniera satirica, molti degli spunti presenti nell’articolo. Una satira tanto leggera da meritarsi una querela da Vanzina. Salvi però non smise di fare l’imitazione, ma da quel momento il suo personaggio, invece di “Carlo Vanzina”, iniziò a presentarsi come C.V. “CiVvù”. E, alla fine, il giudice ritenne “opportuno evitare interventi repressivi – che comunque assumerebbero una valenza censoria – proprio sul terreno delicatissimo e prezioso della satira”.
Hasta la victoria.
L’ufficio stampa di Striscia la notizia