Lasciamo Di Maio a occuparsi di geografia. Nuovi lettori, benvenuti
Al direttore - Dagli torto poi a Casalino, vedi che casino una volta che Di Maio si confronta con uno del Pd.
Giuseppe De Filippi
Di Maio ha solo confuso il Cile con la Basilicata.
Al direttore - Ho deciso di abbonarmi al Foglio perché lo ritengo uno dei pochi giornali credibili, originali e attenti alla qualità dell’informazione (per quanto il mio metro di giudizio possa essere ancora ingenuo). In primis perché offre a chi, come me, si affaccia con interesse all’attualità e alla politica una pluralità di punti di vista che altri giornali purtroppo non hanno. In secondo luogo perché permette di acquisire strumenti critici e analitici migliori di quei siti che hanno come scopo quello di screditare e infangare molto più che di informare, inneggiando spesso e volentieri al qualunquismo tradotto nelle sue varie forme. Io rifiuto questo tipo di informazione, che non produce nulla se non indignazione. E’ più facile per un/a ragazzo/a della mia età associarsi a un modo di vedere le cose catastrofista e aprioristico. Ve lo assicuro: va quasi di moda. Certo, la politica ha le sue responsabilità se oggi si è arrivati a una sfiducia così forte verso le istituzioni. Ma non per questo bisogna alimentarla per attirare lettori e abbonati. Per non parlare dell’enorme flusso di fake news che circola in rete. Un flusso che distorce e mistifica la realtà e la percezione che le persone ne hanno: temo che bisognerà aspettare molto prima che si arrivi a una legge sull’argomento. E’ molto difficile oggi informarsi bene, soprattutto se si è giovani: per questo ringrazio vivamente il Foglio per come conserva con tenacia il suo spirito controcorrente. Sperando che in futuro la corrente vada nel verso giusto, alla faccia di Casalino.
Guido Romani, 19 anni
Grazie di cuore Guido, e benvenuto tra noi.
Al direttore - Caro Cerasa, non posso fare altro che manifestare la mia indignazione nei confronti di un governo che, di fatto, sostiene la demenziale superstizione dei No Vax. Ho ascoltato alcuni passaggi di quanto ha detto il ministro Tria a Cernobbio e mi sono chiesto che cosa ci faccia in un governo anti sistema. Che senso ha stare al fianco di Salvini e Di Maio per ricondurli continuamente a ragionare e agire in termini di realtà, smentendo, talvolta, le loro insostenibili dichiarazioni sull’attuazione del “contratto”. Confesso di avere avvertito nel comportamento del ministro dell’economia dei tratti masochistici. Speriamo siano, almeno, salvifici per il nostro paese.
Lorenzo Lodigiani
Sulle chiacchiere comanda Salvini, sulla storia comanda Conte, sulla geografia comanda Di Maio, sull’Italia comanda Tria. Non è il migliore dei mondi possibili ma fino a che l’equilibrio sarà questo c’è ancora tempo per non affondare.
Al direttore - Una domanda. Come è noto il Movimento politico 5 stelle ha per capo un giovane diplomato con difficoltà nell’uso dei verbi e tendenza (diffusissima in tutto il movimento) a dire bugie ed elargire promesse per far contento l’uditorio presente. Detto anche che lo stesso capo può anche vantare una consolidata esperienza relazionale e politica avendo venduto bibite allo stadio e il movimento, ha come garante un comico, pregiudicato. Sottolineato che il tutto è retto da una piattaforma ideologico-informatica dove il popolo pentastellato esercita la democrazia diretta (nel senso ch’è guidata e gestita da una società privata che ci fa soldi a palate) e che la citata piattaforma è intitolata al pensatore svizzero Rousseau e ha come caratteristica principale di essere, appunto come il formaggio svizzero, piena di buchi. Acclarato che il movimento esprime una classe dirigente di primissima qualità e quale esempio, potremmo citare il ministro Toninelli che, oltre a poter esibire un’espressione beata su una faccia palesemente disabitata, dice e fa minchiate da Guinness dei primati (vogliamo parlare dell’idea di costituire il ministero parte civile a Genova o del commissario nominato e finito sotto inchiesta?). Ecco, tutto ciò non brevemente premesso e come un qualsiasi italiano interessato al destino del proprio paese, le chiedo: quale modulo è più opportuno per la Nazionale?
Valerio Gironi