Aspettare con pazienza lo scontro tra il partito dei fatti e il partito della fuffa
Le lettere al direttore Claudio Cerasa del 16 novembre 2018
Al direttore - Il governo del Truce e del Trucidello ha combinato più danni con le parole a vanvera, le minacce e le maledizioni che con i provvedimenti adottati. Nella manovra di Bilancio – che non è per niente espansiva – si è inventata trasformandola in un atto di fede una crescita dell’economia e dell’occupazione che non corrisponde ad avviso di tutti gli osservatori internazionali e nazionali e delle forze economiche e sociali ai processi reali in corso. L’esecutivo si è, poi, guardato bene di onorare, almeno in parte, le promesse elettorali. La flat tax è archiviata; di quota 100, del reddito e della pensione di cittadinanza si continua a parlare come se fossero già cose realizzate, mentre nel ddl di Bilancio non esiste uno straccio di norma che ne definisca i contenuti, tanto più che le risorse destinate (ancorché superiori di ben 6 volte all’ammontare degli stanziamenti rivolti, sulla carta, agli investimenti) sono ritenute da tutti insufficienti; a meno che non si ridimensionino drasticamente i benefici sbandierati. L’Italia nello scontro politico – cercato e voluto a bella posta con la Ue – è isolata. Sono stati i paesi ritenuti “amici di merende” a voltare per primi le spalle al governo gialloverde e alla sua manovra sovranpopulista. Eppure, direttore, i sondaggi continuano a segnalare un inquietante consenso di circa il 60 per cento dell’elettorato per questa maggioranza. Io me lo spiego solo così: nella penisola è scoppiata una pandemia di “celodurismo” con forte propensione a esibire gli attributi.
Giuliano Cazzola
Il consenso è forte, l’alternativa è debole, ma quando il partito dei fatti presenterà il conto al partito della fuffa sarà difficile tenere il consenso al riparo dalle conseguenze della truffa populista. Serve pazienza.
Al direttore - La domanda da cui partire è questa: ci sono o no nelle azioni del ministro Toninelli e del professor Ponti gli estremi per valutare l’apertura di un fascicolo relativo ad atti illegittimi in cui volontariamente o involontariamente sono incorsi? Il primo atto da valutare è senza dubbio quello del ministro Toninelli. Per bloccare o solamente pensare di bloccare la realizzazione del nuovo tunnel ferroviario Torino-Lione occorre una Legge; occorre cioè abrogare la legge 71/2016. Quindi qualsiasi azione, qualsiasi iniziativa doveva prima tener conto di una simile obbligata procedura e come primo atto sarebbe stato necessario coinvolgere il Parlamento. Cosa che il Ministro Danilo Toninelli non ha fatto e si è caricato di una responsabilità che non trova supporto neppure in uno schieramento politico maggioritario: il Movimento 5 stelle attualmente aggrega solo il 28 per cento dei membri del Parlamento in quanto la Lega non è d’accordo su un ripensamento dell’intervento. Il secondo atto critico è quello anche del professor Ponti: non è stato detto quali siano realmente le condizioni di sicurezza sull’attuale Frejus considerando anche il fatto che la Protezione civile francese tra sei mesi chiuderà il valico. Nei collegamenti con la Francia ci rimarrà solo quello su ferrovia lungo l’asse Genova-Ventimiglia e in tal modo si penalizzerà in modo irreversibile la portualità ligure e diventerà determinante il nodo portuale di Fos nella movimentazione del bacino del Mediterraneo. Il terzo atto è quello relativo al danno all’erario: bloccare per tre mesi la Talpa, bloccare per tre mesi l’avanzamento di un impianto tecnologico avanzato quale quello operante da anni, significa produrre un danno certo di circa 75 milioni di euro al mese; un danno quindi superiore a circa 220 milioni di euro. Ricordo che nell’incontro del 12 novembre scorso il ministro dei Trasporti francese ha fatto presente, formalmente, che questo blocco temporale non deve essere superiore ai 90 giorni perché questa stasi potrebbe compromettere la copertura finanziaria da parte della Unione europea e che possibili danni ricadrebbero sull’Italia; inoltre in più occasioni il governo francese ha fatto presente che non nutre dubbi sulla validità dell’opera ciò in contrasto con quanto detto in più occasioni dal ministro Toninelli. Il quarto atto è legato a un’attività non autorizzata dalla Corte dei conti; non so in quale ambito canalizzare una simile illegittimità procedurale; mi riferisco in particolare al fatto che la nomina del professor Ponti e della intera commissione preposta alla verifica della validità del nuovo asse ferroviario Torino-Lione, come risulta da un atto formale di un dirigente del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, “è priva di efficacia” in quanto ancora non registrata dalla Corte dei conti. E’ ragionevole chiedersi il motivo di tanta leggerezza nel trattare una tematica che si configura non come una scelta regionale ma come una scelta a tutti gli effetti internazionale e vincolante? La piazza di Torino, per fortuna, penso abbia fatto capire al governo che questa sua assurda linea comportamentale potrebbe nel breve periodo produrre una crisi sostanziale nell’assetto dell’attuale maggioranza.
Ercole Incalza